VENTUNESIMO CAPITOLO

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ROSAAZZURRA

«Mio fratello sembrava davvero molto molto incazzato. Per un attimo ho creduto che mi volesse staccare la testa.»

Scuoto la testa e distolgo l'attenzione da Dorian. Sono ancora incredula di fronte a quello che sta accadendo. 

Sto davvero per tornare a casa? Mi sembra passato così tanto tempo dall'ultima volta...

«Lo hai fatto incazzare parecchio.»

«Diciamo che Damian è un tantino permaloso.»

Mi scappa un sorriso e per un attimo mi perdo a guardare Dorian. Osserva il paesaggio scorrere fuori dal finestrino dell'auto che ci sta portando in aeroporto. Sono abituata a guardarmi le spalle, a restare sempre con i piedi ben piantati a terra, e perciò tendo a non vedere le cose senza che dietro ci sia qualcos'altro. Non sono molto convinta della voglia di Dorian di aiutarmi o ridarmi fiato. Anche perché farlo ha comportato il fatto che ci fosse tensione con suo fratello. Mi piacerebbe proprio capire cosa porta uno come lui a schierarsi con me, a tendermi una mano. 

«Dorian?»

Lui si volta e punta i suoi occhi su di me, così incredibilmente simili ad altri che mi hanno fatta capitolare dal primo istante. 

«Perché lo stai facendo? Desidero che tu mi dica la verità, ovviamente.»

Sorride ma al tempo stesso sembra essere a disagio o forse è solo una mia impressione. 

«Non credi nella mia buona fede? E se ti dicessi che è per riequilibrare il mio karma? Una buona azione era proprio quello che ci voleva.»

«Dorian?»

«Sì?»

«Smettila di prendermi per il culo.»

In compenso scoppia a ridere. 

«Potrei risponderti e saziare la tua curiosità ma, Rosa, non siamo così in confidenza dopotutto.»

«Mi sto fidando di te, proprio ora in questo momento, Dorian. Chi mi dice che non mi stai portando dall'altra parte del mondo per farmi sparire per sempre?»

«Se volessi trovare il modo per fare impazzire Damian definitivamente, in effetti, questo sarebbe un ottimo modo per farlo. Ma tranquilla, non è affatto questo il fine ultimo di questo viaggio.»

«E allora qual è?»

«Farti ricongiungere con i tuoi cari, ovviamente.» replica con il solito ghigno sulla faccia. 

Sbuffo ruotando gli occhi al cielo scatenando la sua risata.

«Ogni cosa a tempo debito. Sono sicuro che presto capirai tutto. È chiaro che devi collaborare anche tu...»

Vorrei replicare ma sono stanca delle sue risposte date a metà. L'unica cosa che conta e che tra qualche ora sarò a casa...potrò finalmente riabbracciare Violetta. 

Be' in effetti ce n'è anche un'altra nota positiva: sono lontana da Damian. 


DAMIAN

Niente si salva dalla mia furia. 

L'ufficio è sottosopra e io continuo nella mia missione di devastazione. Non c'è un solo oggetto o mobile in questa stanza che ho risparmiato, che sia al suo posto. 

La mente continua a viaggiare e puntualmente si ritrova a RosaAzzurra  e al bastardo di mio fratello. Me la pagherà molto cara, questo è poco ma sicuro. 

Faccio piccoli respiri cercando di regolarizzarlo ma non sembra funzionare, anzi, mi sento più nervoso ancora. 

Avrei potuto fermarli. Avrei dovuto fermarli. O quantomeno avrei dovuto farlo con lei. Tuttavia dopo il nostro ultimo incontro non sono stato in grado di farlo. Il ricordo delle sue lacrime, dei suoi occhi feriti e il suo volto stanco sono stati protagonisti delle mie notti insonni. Mi ha stretto il cuore vederla ridotta in questo stato e sapere che era colpa mia è stato ricevere il colpo di grazia. 

Fin da quando sono uscito da prigione il mio obiettivo principale era cercare di non restare coinvolto in niente che la riguardasse. Non ci sarebbero dovuti essere sentimenti di mezzo tra di  noi e all'inizio ci stavo riuscendo o semplicemente mi stavo illudendo che fosse così. 

Perché la verità , fin da subito, è stata diversa. Ho desiderato Rose, è stata un chiodo fisso per anni ma non per i motivi che pensavo...non per vendetta. Era qualcosa di diverso e molto più potente...qualcosa a cui al momento non esiste che dia un nome perché sarebbe solo  capace di darmi il colpo di grazia e non è proprio il caso. 

«Accidenti, questo posto è un vero casino...»

Ylenia alle mie spalle entra nello studio e la sua presenza ora come ora mi provoca solo fastidio e tanta rabbia. È colpa sua, dopotutto, se Rose sta male...anzi no, questa è solo l'ennesima bugia che preferisco ripetermi per non ammettere che la colpa è tutta mia. 

«Gradirei stare da solo, se non ti dispiace.»

«Non volevo disturbarti, scusami. È solo che ti ho visto parecchio scosso, Damian, e mi chiedevo se avessi bisogno di parlarne.»

«Sei la mia psicologa adesso?»

«Sono un essere umano, più che altro.»

Scuoto la testa. 

«Sei innamorato di quella ragazza, Damian?»

Mi volto di scatto verso quella che è, a tutti gli effetti, la mia futura sposa. 

«Non dire stronzate. Non so di che parli.» rispondo mettendomi sulla difensiva. 

«Non sono il nemico.»

La guardo stralunato. Alla faccia della ragazza cresciuta per essere devota e silenziosa...comincio a pensare che mio padre abbia toppato alla grande. Qualcosa mi dice che sotto quel faccino da angelo addomesticato si nasconda una ragazzina molto diversa rispetto a quello che pensano tutti. 

«Posso capire come ti senti sai?» continua imperterrita a intessere i fili di questa discussione alquanto inutile e non gradita. 

«Ylenia...»

«Sai perché posso capirlo, Damian? Perché anch'io, come te, sono innamorata di un altro.»


DORIAN

«Tu mi stai dicendo che staremo qui?»

«Bella eh? L'ho affittata per l'occasione. Qui avremo tutta la privacy che ci serve.»

Mi mordo le labbra per evitare di lasciarmi andare a una risata. L'espressione di RosaAzzurra è davvero esilarante. So bene che non si fida di me, d'altronde anche per me è lo stesso e fidarmi di lei non è proprio tra i miei pensieri o priorità ma forse passare del tempo insieme e cominciare a conoscerci è una buona base di partenza per il mio piano. 

«La tua stanza è al piano di sopra. Puoi iniziare a sistemarti dopodiché, se vorrai, potrei farti accompagnare dalla tua amica.»

«E tu che farai? Non hai intenzione di controllare che non scappi?»

Sorrido avvicinandomi a lei. Le sfioro i lunghi capelli con i polpastrelli e la sento irrigidirsi. 

«Non sono il tuo cane da guardia, credevo che fosse abbastanza chiaro, Rosa. Sei libera di muoverti come più ti aggrada. Non ho la preoccupazione che tu possa farti prendere da un colpo di testa e il motivo è semplice: se lo facessi scateneresti l'ira di Damian che lui non penserebbe un secondo di più a riversare contro chiunque ti abbia aiutata. E questo generebbe reazioni a catena dal risultato affatto scontato ma di dimensioni enormi. Sei pronta a correre il rischio di avere numerose vite sulla coscienza? Perché è esattamente quello che accadrebbe. Damian non si rassegnerà mai a lasciarti andare.»

«Solo perché è un'egoista del cazzo.»

«Concordo con te ma in questo caso credo ci sia anche dell'altro...qualcosa che non ammetterebbe al momento nemmeno sotto tortura. Ed è proprio a quello che puntiamo di far emergere da questo viaggio improvviso.»

«Puntiamo?»

«Benvenuta in squadra, piccola Rosa.»



CHERISH- La mia prigione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora