UNDICESIMO CAPITOLO

461 41 10
                                    

DAMIAN

Cammino velocemente fuori dall'ufficio mirando dritto alle scale ma è ovvio che proprio oggi mia madre abbia deciso di punto in bianco di essere una madre amorevole.

«Damian, tesoro...»
«Che fai fuori dal letto e soprattutto...che ci fai vestita?»
«Dovrei essere nuda?»
«Dovresti essere come al tuo solito: impasticcata, in pigiama, e a letto.»

Forse sono troppo duro con lei o forse no. In fondo tutta la mia infanzia e quella dei miei fratelli è stata un vero schifo. Non riesco a provare empatia per questa donna che mi ha dato la vita, perché se è pur vero che mi ha messo al mondo è altrettanto vero che mi ha tolto l'ossigeno per starci nel mondo, facendomi sentire la sua assenza e il suo calore e gettandomi in pasto al marito manco fossi un cane da addestrare.

Ormai, però, recriminare non serve più a un cazzo. Ora sono quello che sono.

La osservo storcere il naso per la mia affermazione e io già non ne posso più: devo andare da Rose. Subito. E stavolta me la prendo, giuro che mi prendo quello che voglio e guarda un po', io voglio lei. A tutti i costi.

«Tuo padre, ieri, mi ha avvertito del fatto che avremmo avuto ospiti, Damian. Anzi, sono già arrivati. Stavo giusto per venirti a chiamare. Dobbiamo scendere di sotto.»

Inspiro cercando di calmarmi.
Qualche stronzo dice che la meditazione aiuta ma dei respiri del cazzo non so che farmene, piuttosto un bel calmante al momento sarebbe preferibile.

Chi è arrivato? E perché io non ne sapevo un cazzo?

«Ancora lì stai? Muoviti!»

ROSAAZZURRA

Ok, ora sono piuttosto confusa.

In piedi al centro del grande salone, in un angolo della stanza sto aspettando non so cosa a dire il vero.

Il signor Rama, molto gentilmente, mi ha fatta convocare e con educazione mi ha chiesto di partecipare all'incontro con altre persone giusto per evitare il continuo via vai di cameriere.

Ne sarebbe bastata una cameriera e questa, a quanto pare, sono io.

Seduti su uno dei divani dalla tappezzeria importante e un po' pacchiana ci sono un uomo e una donna. Non giovanissimi ma nemmeno troppo adulti. Sì e no direi che non arrivano ai quarantacinque anni.
Lei è molto elegante, con un tubino color corallo e tacchi ai piedi, i capelli legati in uno chignon composto; lui indossa un completo che all'apparenza sembra essere costato più di quanto guadagno in un anno...guadagnavo. Prima nella mia vecchia vita guadagnavo, ora non so neanche dire per quanto ancora ce l'avrò questa vita.

Di fronte, su un altro divanetto, una ragazza che a occhio e croce è mia coetanea, ha lo sguardo rivolto al pavimento.

Anche lei è impeccabile e anche molto bella.
I suoi lunghi capelli biondi brillano alla luce che filtra nella stanza dalla grande finestra.

Il padrone di casa, invece, il signor Rama è di lato, seduto su una poltrona e di tanto in tanto controlla l'ora tirando fuori il suo orologio da taschino.

All'improvviso quando la porta si apre mette su un'espressione compiaciuta.

«Figliolo, Esme...»

Mi irrigidisco e il mio viso scatta subito in direzione di Damian e lo scopro già a fissarmi con un'espressione molto più che semplicemente imbronciata.

Distoglie lo sguardo e si avvicina a passo lento a salutare i signori seduti sulla destra con una stretta di mano e una pacca sulla spalla per lui e il baciamano, a dir poco perfetto, per la signora.
La madre lo ha preceduto e ora ha preso posto sull'altra poltrona di fronte al marito.

Una fitta sensazione, che si può solo interpretare come gelosia, mi squarcia lo stomaco quando Damian si avvicina alla ragazza e ripete il gesto fatto nei confronti della madre di lei, abbassandosi a baciarle il dorso della mano.

«Damian, figliolo, siedi di fianco a Ylenia.» gli dice il signor Rama con un tono che somiglia più a un'ordine.

E quando lui annuisce e si siede, non sceglie l'angolo più remoto e distante no, lui si accomoda in modo che le sue ginocchia sfiorino quelle di lei.
E il sangue mi ribolle nelle vene.

È uno stronzo sadico e bastardo, ma io l'ho conosciuto il vero Damian, e so che è molto di più di quello che vuole dare a vedere.
Ciò nonostante, anche con quel suo modo di fare da "non me ne frega un cazzo di nessuno" io divento gelatina per lui.
Solo per lui.
Quello che sento, tutte le emozioni che riesce a farmi provare con una carezza sono uniche e troppo forti affinché si possano replicare con qualche altro.

«Igor non c'è?» e la sua voce mi riporta alla realtà.
«Oh sì, certo, è in compagnia di tuo fratello Dorian, ai garage. Gli sta mostrando il suo ultimo acquisto. Sai quanto riescono a essere dei veri bambinoni quando ci si mettono.»

Mi estraneo completamente da qualunque cosa sia il centro della discussione perché la mia attenzione va sul braccio di Damian che si è appena alzato e allargato verso destra, verso di lei.
Non la sta toccando, lo ha solo poggiato sulla parte alta del divano ma mi rende lo stesso furiosa.
So di non aver nessun diritto su di lui, lo so.
So di non poter avanzare nessuna pretesa, ma lo stesso darei fuoco alla stanza.

«Cameriera, servirci da bere.»

Trasalisco quando mi rendo conto che il signor Rama ha chiamato proprio me e mi muovo verso il centro della stanza dove l'allegra ciurma sta amabilmente conversando.

«Cosa desiderano i signori?» domando cercando di essere gentile.
Ho umili origini, non ho avuto una vita sommersa di soldi e benessere quindi ho sempre avuto a che a fare con gente dalla puzza sotto il naso.

«Eccoci!»

DAMIAN

Non so a che razza di gioco sta giocando mio padre. Quello che so è che il mio umore peggiora visibilmente quando trovo Rose in salone.

Lei risponde a me soltanto, chi le ha detto di venire qui?

Cerco di mantenere la calma e nascondere la rabbia che mi cova dentro.
Mio padre sa come e dove colpire per testare i miei limiti e la situazione.

Forse pensa che provo qualcosa per Rose e allora vuole mettermi alla prova con questa scenetta stupida ma non ha capito nulla.

Più e più volte sono tentato di rivolgere i miei occhi su di lei ma se è un test, quello di Bogdan, non posso sbagliare.

Ignorare la presenza della mia piccola Rosa è difficile ma non impossibile. Prima finisce il tutto prima potrò godere del suo corpo.

Ciò che però complica le cose è l'arrivo di Igor, fratello di Ylenia, mio coetaneo, e figlio di Ilaria e Desia, i signori che appartengono all'Alleanza e che sono seduti di fronte a me.

La situazione rischia di peggiorare ulteriormente durante il brunch messo su da mia madre e quando ci sediamo a tavola, io mi ritrovo di fianco a Ylenia da un lato e Dorian dall'altra, papà e Ilar a capotavola, mamma e Desia sedute di fronte a me, così come Igor.

Ed è proprio Igor che ha lo sguardo puntato su Rose, ed è proprio lui che ammicca gentile nella sua direzione con la scusa di farsi riempire il bicchiere.

E quando lei si abbassa, anche se di poco, per versargli l'acqua, lo stronzo le guarda il seno formoso, e in questo momento mi sento un coglione per il solo fatto di aver preteso che indossasse quella cazzo divisa.

Ma lei dovevo vederla solo io! Cazzo!

Immagino già il piacere di sbattere la sua testa di merda sul tavolo.

Stringo forte il tovagliolo quando la ringrazia e le sfiora in maniera assolutamente non casuale le dita della mano e sono pronto a ucciderlo. Ma prima che possa fare qualunque sciocchezza sento la mano di Dorian stringermi il ginocchio e richiamare la mia attenzione.

Quando lo faccio scuote lentamente la testa.

Prendo un lungo respiro e capisco.
Non posso permettermi scenate.
Ciò non toglie che comunque sono una bomba a orologeria e sono pronto a scoppiare da un momento all'altro.


CHERISH- La mia prigione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora