Seraphia Island

Capitolo Quattro

KYLE

Quella giornata del cazzo era iniziata di merda e si stava per concludere con altrettanta merda.

Chi l'avrebbe mai detto che Kyle Blackwell, l'uomo dal cuore di ghiaccio, poteva sciogliersi al suolo dopo aver guardato una ragazza?

Ma io sapevo che quella non era una semplice ragazza.

Lei era la mia Nala.

Com'era possibile provare gli stessi sentimenti anche dopo dieci lunghi anni?
È umanamente impossibile.

Probabilmente non lo ero. Umano intendo.

Quando paragonano me e mio fratello, non usano i soliti cliché come cane e gatto, giorno e notte, o bianco e nero.
No, ci descrivono come il diavolo e l'angelo.

E indovinate un po' chi sarebbe il diavolo.

Quindi sapevo di non essere del tutto normale. Ma addirittura farmi battere il cuore all'impazzata?
Che idea ridicola e sciocca.

Ma ero sicuro, al cento percento, di aver suscitato in lei le stesse sensazioni quella mattina.

Come potevo dimenticarmi di lei?
Del suo dolce viso.
Delle sue labbra carnose.
Dei suoi occhi verdi smeraldo.
Delle sue lentiggini che contornavano il suo piccolo nasino.
Dei suoi ricci, che lei definiva cespugli, ma che per me erano incanto attorno alle mie dita.

Era stata la mia prima vera amica.
La prima ragazza con cui avevo sentito le farfalle nello stomaco.
La prima ragazza con cui volevo aprirmi completamente, dando tutto me stesso, e restare con lei per il resto della mia vita.
La prima ed ultima in tutto.

Fino a quando la vita ha deciso di prendermi a cazzotti e di rovinare tutto.

O meglio, i miei genitori.

Che scoprirono del mio allontanamento a Vortek. Del mio passaggio verso un sentiero proibito, verso Thalos.

E così mi trovai di fronte a una scelta: la mia esistenza accanto a lei, con tutte le sue inevitabili conseguenze, o una vita priva di lei, ma libera da inganni e punizioni.

Inutile dire che scelsi lei.

Prendendo a testa alta tutte le frustate del mondo.
Le cicatrici sulla mia schiena non avevano peso di fronte all'amore che provavo per lei.

Fino a quando, si resero conto che per torturarmi realmente, fino a farmi cambiare idea, avrebbero dovuto far del mare ai miei fratelli.

E così riuscirono nel loro intento.
Non avrei mai sacrificato loro per il mio egoismo.

Dovetti lasciare una volta per tutte l'amore della mia vita. E così, per facilitare le cose, decisi di farmi odiare scrivendole una lettera piena di frasi orrende.
Tutte menzogne.

Piano che stavo attuando anche ora, a partire dal nostro primo incontro.
Nonostante fossero passati ben 10 anni.

Ma ora mi toccava scoprire che cazzo ci faceva a Vortek. Con la speranza che non si ricordi di me.

Anche se un po' speravo il contrario.

《Ma che cazzo ti è preso prima, fratello?》mi chiede Jared, interrompendo i miei pensieri.《E stamattina.》