Un'isola misteriosa divisa da un odio ancestrale. Due famiglie rivali in lotta per il potere. Amori proibiti, segreti oscuri e un viaggio alla ricerca della verità. Iris Dravon sfida i confini proibiti, ma le cose peggiorano quando si trova faccia a...
Dicono che la curiosità sia una condanna. Un impulso irrefrenabile che ti spinge sempre oltre, fino a superare i limiti che nessuno dovrebbe oltrepassare. Se è così, allora sono condannata da sempre. La curiosità è parte di me, una voce che non tace mai, un fuoco che mi brucia dentro, costringendomi a guardare oltre la superficie di ogni cosa, a cercare risposte nei luoghi più oscuri.
Ricordo che per la mia forte curiosità, da bambina mi ruppi un braccio salendo su un albero solo per vedere se gli scoiattoli avessero una casa come noi. E per scoprire se ci fossero davvero delle scimmie come si diceva in giro per Thalos.
Spoiler: non ne ho vista nemmeno una. Ma nei libri sembrano così carine che spero di incontrarle almeno una volta nella vita.
Tornando a noi, forse è per via del mio strano carattere che quando iniziarono ad arrivare delle lettere anonime non mi scomposi più di tanto. Non avevo paura, nessun timore. Solo tanta voglia di saperne di più.
Era una notte di luna nuova quando arrivò la prima. La trovai sulla finestra della mia camera sotto ad un piccolo sasso, probabilmente per non farla spazzare via dal vento.
Una busta semplice, senza mittente né sigillo, con sopra il mio nome, Iris Dravon, tracciato con una grafia particolarmente elegante.
Dentro, poche parole scarne su un pezzo di carta ruvida: "Non tutto è come sembra"
Era un messaggio criptico, come un sussurro nell'oscurità. Avrei dovuto ignorarlo, dimenticarlo. Ma poi è arrivata la seconda lettera. E poi la terza. Ogni busta più pesante della precedente, ogni messaggio più inquietante.
"Attenta a fidarti delle persone che ti sono più vicine"
"Cerca la verità oltre la barriera"
Ecco, con quella frase, mi avevano catturata. Ho sempre avuto una passione per i misteri, per le storie non raccontate. Non a caso i miei libri preferiti erano sempre stati i gialli.
Qualcuno parlava direttamente a me, come se mi avesse letto nella mente. Mi conosceva, conosceva la mia fame di verità, la mia voglia di sfidare le regole, di spingermi dove nessuno ha il coraggio di andare.
Alla sesta lettera, il mio cuore sembrò fermarsi per una frazione di secondo, per poi iniziare a battere sempre più forte.
"River è al sicuro"
River, mio fratello maggiore. Il suo nome è stato come un colpo allo stomaco, una fitta di dolore e speranza allo stesso tempo.
River, che avevo perso esattamente due anni fa all'età di 25 anni. Un dolore che ancora non riuscivo ad alleviare completamente.
Tutto successe durante un viaggio di lavoro, insieme a mio padre, Garrett Dravon. Il quale era solito ad andare a Vortek per parlare di questioni economiche e politiche.
River, essendo il suo primogenito e futuro erede al governo del paese, lo seguì.
Il che non era una novità per noi, anzi, lui era cresciuto sotto la pressione e supervisione dei miei genitori. Doveva studiare le regole, capire come comportarsi nelle negozazioni e che termini usare nelle discussioni.
Un giorno, però, mio padre tornò da solo, dichiarando la scomparsa di mio fratello River.
Fu ucciso dai Blackwell durante una forte e violenta discussione. Non ci diede altre spiegazioni o ulterori dettagli.
Solo che da quel momento in poi avrebbe cercato in tutti i modi di escogitare un piano per scaturire una vera e propria guerra contro di loro.
Dopo quelle lettere anonime pensavo costantemente a lui e mi facevo numerose domande, senza nemmeno una risposta.
Se mi stessero mentendo? Se fosse una trappola per attirarmi a Vortek? Ma se invece fosse ancora vivo? Perchè mio padre avrebbe dovuto mentire su qualcosa di così delicato ed importante, come la vita di suo figlio?
Vivo ormai su quest'isola, spaccata in due mondi, da ventitré anni. Quasi ventiquattro. Ma non ho mai capito cosa ci fosse dall'altra parte.
Prima della separazione non c'erano grossi problemi. Si poteva tranquillamente viaggiare e scegliere in che paese abitare.
Anche se a me e mia sorella Dalia era sempre stato negato l'accesso, per tenerci al sicuro. Visto il nostro cognome.
Ci hanno insegnato a temere Vortek e a considerare i Blackwell come nostri nemici. Dopo la morte di River, ogni contatto è stato proibito e ogni passo oltre la barriera è severamente punito.
Per colpa della mia costante curiosità non posso fare a meno di chiedermi cosa ci sia dall'altra parte. Quale verità mi sta aspettando oltre quel confine che ci hanno detto di non attraversare.
Quelle lettere mi spingono a fare l'impensabile. C'è qualcosa che mi chiama dall'altra parte, qualcosa che non posso più ignorare.
Ho sempre desiderato qualcosa di più nella vita, qualcosa oltre le montagne di Thalor, oltre il mare che circonda l'isola di Seraphia. Cercavo uno scopo, qualcuno che avesse davvero il piacere di ascoltarmi. E non perché sono la figlia dei Dravon.
Forse è questa la mia condanna. O forse è il mio destino. Non ho paura del buio; non l'ho mai avuto. La paura è solo per coloro che non vogliono sapere cosa c'è dall'altra parte.
Se River è ancora vivo, devo trovarlo. Devo sapere perché queste lettere arrivano a me e chi le sta mandando. E per farlo dovrò attraversare il confine.
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