Capitolo Due

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IRIS

Ok. Ricapitoliamo.

Breve imprecazione mattutina perché non mi ero mai svegliata all'alba? Fatta.

Zaino con all'interno roba essenziale per sopravvivere e non sembrare una scappata di casa, letteralmente parlando? Preso.

Lettera dedicata ai miei genitori e mia sorella in cui spiego che ho bisogno di allontanarmi per qualche giorno da casa e dal chiosco chiedendo di non cercarmi e di stare tranquilli? Presa ed appoggiata sul tavolo.

Marmellate preparate appositamente per non lasciare il chiosco senza le mie prelibatezze e accontentare le due solite vecchie clienti? Lasciate in frigo con tanto di bigliettino appeso "queste sono per il chiosco".

Bene, sembra essere tutto nella norma.

Raggiungo Leyla nel bosco dietro casa, dove avremmo trovato il cancello da oltrepassare.

Per gli altri quel luogo era semplicemente che ci divideva da Vortek, ma per me no.

Il bosco era un posto a cui tenevo particolarmente per un motivo ben preciso: era sempre stato il nostro posto.

Quello in cui conobbi per la prima volta il ragazzo di cui da lì a poco mi sarei innamorata e a cui avrei donato tutta me stessa.

Appena ci misi piede mi bloccai immediatamente, guardando la nostra roccia, con quella stretta allo stomaco che riaffiorava insieme a un vecchio ricordo.

《Iris, tutto bene?》
Mi venne incontro poiché ero rimasta indietro.
《Sì.. andiamo. Mi stavo togliendo un sassolino dalla scarpa.》

Sapevamo già come affrontare la persona che stava facendo da guardia al cancello.

《Aiutoooo!》urlò Leyla andandogli incontro. Il signore si allarmò immediatamente prendendo la sua pistola. 《La prego, venga con me. C'è la mia amica che sta perdendo sangue!》

《Signorina, deve chiamare i soccorsi in paese. Io non posso muovermi da qui.》

《Lei non capisce.. c'è un uomo qui attorno che ci sta inseguendo, è armato!》

Le reggo il gioco emettendo un grande urlo.
Ero nascosta dietro una quercia in lontananza, così quando sarebbe corso nella mia direzione avrei avuto il tempo necessario per poter scappare dall'altra parte, verso il cancello.

《Ha sentito?》urla lei. 《È in pericolo, dobbiamo aiutarla!》

Sbuffando, l'uomo sulla cinquantina d'anni, vestito in divisa, si decise e corse verso il bosco, seguendo Leyla.

Fortunatamente la mia amica era veloce come un ghepardo e riuscì a sviare la guardia facendolo perdere tra gli alberi. 《Dove sei finita??》

Mi raggiunse vicino al cancello e senza pensarci due volte lo oltrepassammo.

Proseguimmo correndo il percorso, ancora immerso nel bosco, che pian piano stava diventando sempre meno fitto.

Arrivammo all'uscita e ci trovammo davanti ad una lunga strada.

《E ora? Che si fa?》chiese lei.

Feci spallucce.
Mi guardai attorno e vidi che era tutto completamente desolato.
Non c'era nemmeno una persona.
Non c'erano case o qualsiasi altra struttura.

Seraphia IslandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora