IRIS
Ero sempre più convinta che Jin mi avesse presa in giro.
Era dieci minuti che barcollavo per i corridoi di quel castello e non sentivo alcun cambiamento.
E tutti quegli idioti erano venuti appositamente per quella caramella magica.
Certo, come no.
Ad un certo punto noto una porta socchiusa e decido di entrare dopo aver capito di che cosa si potesse trattare.
Era l'ufficio del Signor Jonathan Blackwell.
Appena entro nella stanza, mi avvolge un'atmosfera maschiata all'eleganza moderna e al fascino antico.
Le pareti, rivestite di boiserie scura, conferiscono alla stanza un'aria classica e sofisticata, mentre il pavimento in legno massiccio riflette debolmente la luce soffusa che proviene da una grande lampada sospesa, puntata direttamente su un grosso tavolo al centro della stanza.
Non era la solita scrivania, ma un mobile estremamente particolare che non avevo mai visto prima.
Attorno la struttura era in legno pregiato con dettagli in ottone e sembrava quasi galleggiare nell'oscurità circostante, catturando l'attenzione come una sorta di fulcro intimo e intrigante.
Al suo interno aveva un rivestimento di feltro verde e bordi morbidi che sembravano cuscini. Sulle sue superfici c'erano tante piccole buche, come piccole bocche pronte ad inghiottire le palline colorate disposte al centro e racchiuse in un triangolo di legno.Ero affascinata da tutto ciò e super curiosa di sapere cosa fosse.
Verso la parete opposta, c'era una vera e propria scrivania antica in mogano, scolpita con dettagli raffinati, ed era sommersa da una distesa di fogli, documenti sparsi in modo disordinato. Tra le carte, si intravedono penne in argento e piccoli oggetti decorativi dal valore palpabile.
Dietro la scrivania, una parete intera è coperta di scaffali, traboccanti di libri dalle copertine in pelle e dorature ormai sbiadite. Tra i volumi, si trovano cianfrusaglie che, a un occhio inesperto, potrebbero sembrare semplici oggetti, ma che rivelano un valore inestimabile: antichi orologi da taschino, piccole sculture in bronzo, e cornici con all'interno diverse immagini che rappresentavano la famiglia Blackwell in tutto il loro splendore.
Erano tutti bellissimi.
Senza pensarci due volte, mi fiondo sulla scrivania alla ricerca di un qualcosa che potesse essere utile.
Mi muovo furtivamente, il cuore che batte all'impazzata. Le carte sparse sulla scrivania sembrano un caos totale: fogli ingialliti, appunti scritti a mano, grafici e diagrammi che non riesco a decifrare.
Non capisco niente di tutto ciò, sono argomenti che non ho mai studiato, a differenza di River e Dalia, che sembravano sempre sapere tutto.Rovisto tra i documenti, spostando le pagine con impazienza. La mia mente è un turbinio di pensieri, mentre mi chiedo cosa diavolo stia cercando.
Le parole si mescolano, un linguaggio incomprensibile che mi fa sentire piccola e confusa. Le frasi scorrono davanti ai miei occhi, ma non riesco a metterle insieme.Poi, tra fogli spiegazzati e appunti confusi, un particolare attira la mia attenzione. È una busta bianca, con un carattere elegante e formale: "Per la famiglia Dravon".
Le mani mi tremano mentre la afferro. Apro la busta, il cuore che accelera, e inizio a leggere.
Le parole che scorrono sul foglio mi lasciano senza fiato: un ultimatum.Devono cedere non solo la nostra casa, ma l'intero paese alla famiglia Blackwell.
Un brivido di paura mi attraversa la schiena.Quella era la mia terra, il luogo in cui sono cresciuta, la mia famiglia, tutto ciò che conosco. Le parole danzano davanti ai miei occhi mentre l'idea di perdere tutto ciò che mi è caro si fa strada nella mia mente.
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Seraphia Island
RomantikUn'isola misteriosa, divisa in due paesi contrastanti. Due famiglie rivali. Amori proibiti. Un viaggio alla ricerca di una verità nascosta. Segreti misteriosi che porteranno solo caos e distruzione.