L'incontro segreto

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Era una mattina piuttosto normale per i nostri tre eroi, o almeno così pensavano. Kate, Peter e Yelena erano stati convocati alla Avengers Tower per un incontro che sembrava avere un'aria di segretezza. Nessuno sapeva esattamente perché fossero stati chiamati, ma la curiosità era palpabile.

"Avete idea di cosa sta succedendo?" chiese Peter, mentre camminavano lungo il corridoio che conduceva alla sala conferenze.

"Nope," rispose Kate, facendo girare il suo arco da una mano all'altra. "Ma spero non sia un'altra missione suicida. O, peggio ancora, un discorso motivazionale."

Yelena, che stava già mordendo una barretta proteica, annuì lentamente. "Se ci fanno sentire un altro discorso su quanto sia importante il 'gioco di squadra', giuro che me ne vado."

Peter ridacchiò. "Sì, come se noi seguissimo le regole alla lettera."

Arrivati alla sala conferenze, si sedettero intorno al grande tavolo circolare, aspettando che l'incontro iniziasse. Nessuno sapeva chi fosse il misterioso membro degli Avengers che avrebbero incontrato. I minuti passarono, e proprio quando Kate stava per fare una battuta, la porta si aprì.

Lentamente, una figura familiare entrò nella stanza. Era Bucky Barnes.

Kate non riuscì a trattenersi: scoppiò a ridere. "Ma dai, davvero? Bucky è il nostro membro segreto?"

Peter, contagiato dalle risate, provò a coprirsi la bocca per soffocare una risata sotto la maschera, ma non ci riuscì. "Non può essere vero! Bucky?!"

Yelena, con il suo solito tono serio, disse: "L'uomo che beve latte di avena... è il nostro misterioso capo?"

Bucky fissò i tre con uno sguardo che avrebbe potuto congelare un vulcano. "Siete davvero spiritosi, eh?"

Le risate si spensero all'istante.

"Lasciate che vi dica una cosa," continuò Bucky, attraversando la stanza con passi pesanti. "Non sono qui per le vostre battutine da ragazzini. Sono qui perché qualcuno ha deciso che voi tre potreste essere utili. Ma vi dico subito: chiacchierate troppo. Durante le missioni, siete un dannato disastro."

Yelena incrociò le braccia, con un sorrisetto di sfida. "Disastro? A me sembrava che stessimo andando bene."

Bucky la fissò, gli occhi gelidi. "Veramente? Hai un modo strano di definirlo. Se non parlate di pizza, siete impegnati a ridere come dei ragazzini delle superiori."

Peter provò a intervenire. "Ehi, ascolta, Bucky... stiamo solo cercando di alleggerire l'atmosfera. Sai com'è, non possiamo essere sempre così... seri."

Bucky gli rivolse un'occhiata tagliente. "Tu hai una bocca fin troppo larga per i miei gusti, Spider-Man. E questo è un problema. Durante le missioni, dovreste concentrarvi sul lavoro. Non sul chiacchierare tra voi."

Kate lo guardò, ancora con un sorriso divertito. "Ok, Bucky, ci impegneremo di più. Ma ammettilo, un po' di divertimento non fa male."

Bucky non era per niente divertito. "Questo non è uno scherzo. Stiamo affrontando minacce reali, non stupide risse da bar. Quindi, se volete continuare a fare parte di questa squadra, dovete prendervi le cose più seriamente. Chiaro?"

Un silenzio pesante calò nella sala, e Bucky si girò, avviandosi verso l'uscita. Prima di varcare la porta, si fermò e li guardò un'ultima volta. "Spero che abbiate capito. O la prossima missione potrebbe non andare così liscia."

E, senza attendere una risposta, uscì dalla sala, lasciando la porta che si chiudeva con un tonfo.

Appena fuori dalla vista, Kate scoppiò a ridere di nuovo. "Oh, cavolo! Bucky con il suo cazziatone da capo, è troppo!"

Peter, non riuscendo a trattenersi, si unì a lei. "E chi ci crede? 'Non chiacchierate troppo', come se potessimo essere tutti dei super soldati muti e muscolosi!"

Yelena sembrava molto infastidita. "Onestamente, se non ci facessimo battutine, mi annoierei a morte."

Peter annuì. "Esatto! E poi, dai, è Bucky. Come fai a non ridere quando cerca di fare il duro?"

"Già, il tizio che una volta ha preso seriamente un latte di avena," disse Kate, scuotendo la testa. "Non lo supererò mai."

Mentre ridevano, però, Peter sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Il suo senso di ragno si attivò, pizzicando con insistenza.

"Oh, merda..." mormorò, guardandosi attorno.

Kate e Yelena lo notarono subito. "Che c'è, Spidey? Hai la faccia strana."

Peter si alzò lentamente, i suoi sensi in allerta. "Non lo so... ma c'è qualcosa che non va. Qualcosa di... strano. Come se stessimo per essere..."

Prima che potesse finire la frase, il suono di un rumore sospetto echeggiò fuori dalla sala conferenze.

I tre si scambiarono uno sguardo, e la risata sparì dai loro volti, sostituita da un'ombra di preoccupazione.

Peter fece un passo verso la porta, con i sensi all'erta.

Yelena estrasse i suoi bastoni elettrificati, mentre Kate impugnava l'arco. Nessuno disse una parola, ma tutti sapevano che il prossimo istante avrebbe potuto cambiare tutto.

Fuori dalla porta, un'ombra si mosse silenziosa. E poi...

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