Capitolo 37

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La mattinata era stata perfetta.

La città segreta era tutto ciò che aveva sperato: colorata, viva, strana. Ogni vicolo sembrava celare un mistero, ogni persona aveva qualcosa di unico. Aria si era ritrovata ad ascoltare storie assurde, a osservare piccoli incantesimi lanciati con disinvoltura, a sorridere davanti a scene di pura follia che nella sua vecchia vita sarebbero sembrate impossibili. Era entusiasta.

E poi, la cosa più divertente della giornata: Kaelen a disagio.

Vederlo camminare per la città mentre la gente lo salutava con rispetto, con sguardi di curiosità e sussurri, era stata una delizia. Per una volta, era lui quello sotto giudizio.

Certo, aveva ancora milioni di domande per lui — perché aveva nascosto il suo legame con la città? Cosa significava essere uno dei fondatori? Perché non gliene aveva mai parlato? — ma aveva deciso di aspettare il momento giusto.

Avevano pranzato con un enorme buffet, il più abbondante che avesse mai visto. Aveva persino parlato con alcuni partecipanti del torneo, conoscendo persone nuove senza dover pesare ogni parola, senza dover analizzare ogni movimento come se fosse un potenziale pericolo.

Sì, era tutto perfetto.

Fino a quando quella non era spuntata dal nulla.

Era successo in un battito di ciglia. Un secondo prima stavano camminando tranquilli, il secondo dopo una figura era balzata tra la folla e si era letteralmente lanciata addosso a Kaelen.

E l'aveva baciato.

Kaelen era sembrato sorpreso, le braccia che restavano incerte nell'aria mentre la ragazza gli si stringeva addosso con entusiasmo. Poi, aveva sorriso. Con calore. Con affetto. Come se fosse felice di rivederla.

E Aria aveva sentito una fitta nello stomaco. Non di rabbia. Non di gelosia. No, niente di tutto questo.

Solo un fastidio sordo. Un irritante senso di qualcosa di sbagliato.

La ragazza era bellissima. Capelli castani e lunghi, raccolti in una treccia spessa che le ricadeva su una spalla, e occhi di un verde profondo. Indossava un'armatura leggera, aderente al corpo. Una guerriera. Forte, sicura di sé.

E ora Aria era in piedi nell'arena circolare del torneo, con le braccia incrociate e la mascella serrata, mentre la sua mente continuava a tornare a quella scena.

A quell'abbraccio troppo stretto. A quel bacio troppo naturale.

Al modo in cui Kaelen, dopo l'iniziale sorpresa, si era sciolto nel sorriso più autentico che avesse mai visto.

Doveva concentrarsi sul torneo. Sul dannato torneo.

E invece l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che non aveva mai visto Kaelen sorridere così con lei.

Lanciò un'occhiata verso gli spalti. E fu un errore.

Lo vide subito, sul palchetto d'onore riservato ai fondatori. Kaelen e, ovviamente, lei.

La sconosciuta era lì, seduta accanto a lui, così vicina che le loro spalle quasi si sfioravano. Parlava animatamente, un sorriso radioso che sembrava illuminare tutto intorno a sé. E Kaelen... Kaelen la guardava con quel maledetto sguardo divertito, coinvolto, lo stesso che le aveva rivolto mille volte quando giocavano a stuzzicarsi.

Non ho mai chiesto a Kaelen se ha una compagna. Perché ho dato per scontato che fosse solo?

Le parve assurdo non averci mai pensato prima.

Era giovane, affascinante, bello da far male, e si muoveva con la disinvoltura di chi sapeva come affascinare chiunque gli stesse attorno. Certo, lo aveva visto flirtare per gioco, l'aveva sentito fare commenti scherzosi. Ma una relazione vera? Una compagna? Non le era mai passato per la testa.

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