Capitolo 24

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Il sole splendeva alto mentre il sentiero si snodava tra le colline, un paesaggio idilliaco che strideva con il tumulto interiore di Kaelen.

Camminava un passo avanti agli altri cercando di concentrarsi sulla strada, ma ogni tanto gettava uno sguardo verso Aria. La donna era a qualche metro di distanza, il volto impenetrabile e i pensieri nascosti dietro gli occhi grigi che non riusciva a decifrare.

Non ne poteva più: sentiva la necessità di sapere cosa la spingesse a collaborare con lui. Stava impazzendo.

Poi c'era Ashkar. Beata innocenza incarnata, il ragazzo non si era mai fermato un attimo, né con i piedi né con la lingua. Si era ripreso anche troppo dalle ferite di guerra.

"Allora, com'è il Nord?" chiese all'improvviso con un entusiasmo che non sembrava intaccato dalla fatica del viaggio.

Kaelen lanciò un'occhiata di sbieco ad Aria. Era come se il ragazzo avesse appena attivato una trappola esplosiva senza accorgersene. Ashkar aveva la minima idea di come venivano addestrati i soldati del Nord? Non rivelavano nulla nemmeno sotto tortura, nemmeno davanti alla morte. Aveva visto prigionieri sottoposti alle peggiori atrocità, uomini e donne che avevano sopportato l'inimmaginabile solo per scegliere il silenzio e la fine, piuttosto che tornare a Frosthelm marchiati come traditori.

Lei, per contro, alzò appena lo sguardo. "Freddo".

"Freddo quanto?" insistette Ashkar, incuriosito.

"Abbastanza da farti congelare il naso se ci pensi troppo" ribatté lei.

Ashkar ci rimuginò per un attimo. "E la gente? Sono tutti così... freddi?".

Kaelen si voltò verso Aria, aspettandosi il peggio. Ma lei sembrava divertita.

"No" rispose. "Alcuni sono solo insopportabili. Altri sono insopportabili e anche pericolosi. Una combinazione vincente".

Ashkar rise. "E il cibo? Spero non mangiate solo neve e ghiaccio".

"Be', in mancanza d'altro, sono una scelta valida" rispose Ari, fingendo di riflettere. Poi alzò lo sguardo verso Ashkar ed il suo viso si addolcì. "Ma, per tua fortuna, ci sono anche zuppe calde. Tante zuppe".

Ashkar annuì soddisfatto. "Amo le zuppe".

Kaelen osservava in silenzio, scrutando ogni gesto e parola. Era certo che Aria fosse una fine osservatrice, il tipo di persona capace di pesare ogni dettaglio. Forse proprio per questo stava rispondendo con calma alle domande ingenue e prive di malizia di Ashkar. Era altrettanto certo che, se fosse stato lui a interrogarla, avrebbe ricevuto un pugno in faccia come risposta.

Considerò l'idea di usare il ragazzo per ottenere informazioni "innocenti", ma qualcosa lo trattenne. Doveva prima capire cosa Aria volesse da lui. Se i loro obiettivi si allineavano, avrebbe potuto essere un vantaggio per entrambi.

Non aveva dimenticato come lei aveva preferito mandare il Principe Varyon, legato a lei in modo significativo, nelle terre nemiche anziché a Frosthelm. Una decisione simile non era casuale. Doveva esserci una ragione, qualcosa di importante che spingeva Aria a evitare la sua stessa patria.

Inoltre, più il tempo passava più la presenza di Aria sembrava naturale, come se avesse sempre fatto parte del gruppo. Era una sensazione strana. Kaelen non era certo un uomo che si fidava facilmente, eppure lei si stava insinuando tra loro con una facilità che gli metteva i brividi.

Si trovò a chiedersi se stesse usando qualche tipo di incantesimo per abbassare le loro difese. Sarebbe stato plausibile, ma scartò l'idea. Aria non dava l'impressione di avere una grande familiarità con la magia, anzi, sembrava saperne persino meno di lui su quell'argomento. E questo lo confondeva ancora di più.

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