Capitolo 2: Il treno verso il vuoto

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Kyle Potter sedeva accanto al finestrino del treno notturno, le luci della città che scivolavano via come macchie sfocate nell'oscurità. Aveva scelto di non guardarle troppo a lungo, perché ogni dettaglio sembrava ricordargli Agatha, come se la città stessa portasse il suo nome. Stringeva il pugno, sentendo il contorno dell'anello nella tasca del cappotto. Avrebbe dovuto darlo a lei, quella sera, durante la festa. Ma ora quell'oggetto pesava come un macigno, un simbolo di ciò che non sarebbe mai stato.

Le parole di Agatha risuonavano nella sua mente, il tono aspro, la rabbia che lo aveva colpito con una forza che non si aspettava.

Non era la prima volta che litigavano, ma quella sera era stata diversa. C'era una freddezza in lei che non aveva mai visto prima, come se qualcosa dentro di lei si fosse spezzato definitivamente. E forse, pensava Kyle, era colpa sua. Era stato troppo duro, troppo preoccupato per i suoi problemi, senza capire che la sua paura non l'avrebbe mai aiutata. Non voleva perderla, ma era successo lo stesso.

Il treno accelerava, lasciando alle spalle le luci e i suoni familiari della città. Kyle si appoggiò al sedile, chiudendo gli occhi per un momento. Si sentiva vuoto, svuotato di ogni energia. La decisione di andarsene era stata dolorosa, ma sembrava l'unica cosa possibile. Aveva passato mesi a cercare di aiutarla, a parlare con lei, con la sua famiglia, ma nulla sembrava funzionare. Ogni volta che provava a tendere la mano, Agatha la ritraeva, sempre più lontana. Quella sera, alla festa, quando le aveva parlato di nuovo dei suoi problemi, era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Non avrebbe mai voluto coinvolgere la sua famiglia, ma non sapeva più cosa fare. L'alcol, gli sbalzi d'umore, il rifiuto di affrontare ciò che stava accadendo... Kyle sentiva di starla perdendo e, nella sua disperazione, aveva sperato che chiedere aiuto fosse la risposta. Ma Agatha l'aveva visto come un tradimento. Forse aveva ragione. Forse non avrebbe dovuto dirlo a nessuno.

Aprì gli occhi e guardò fuori dal finestrino. La città era ormai lontana, il buio della campagna avvolgeva il treno e, con esso, la sensazione di aver fatto la cosa sbagliata.

Aveva amato Agatha con tutto sé stesso, con una devozione che andava oltre la logica. Anche nei momenti più difficili, anche quando lei sembrava volerlo allontanare, lui era rimasto. Eppure, ora era qui, su questo treno, diretto verso una vita senza di lei. Come era possibile che tutto fosse andato così storto?

Kyle si passò una mano sul viso, cercando di scacciare l'angoscia che lo attanagliava. Non c'era un modo semplice per rimediare. Aveva preso una decisione e doveva conviverci. Ma nel fondo del suo cuore, una parte di lui sperava ancora che le cose potessero cambiare, che Agatha si rendesse conto di ciò che avevano perso, che forse... forse avrebbe potuto salvarla.

Nel frattempo, Agatha era rimasta sola nel suo appartamento. Le luci della festa erano ormai un ricordo lontano, e tutto ciò che rimaneva era il silenzio. Seduta sulla poltrona di fronte alla finestra, fissava la notte come se stesse cercando una risposta che non arrivava. Il bicchiere di vino vuoto sul tavolino di fianco a lei era un monito silenzioso del suo rifugio in quel liquido che l'aveva accompagnata negli ultimi anni.

Sentiva la testa pesante, ma non era solo l'alcol. Era la stanchezza di chi ha lottato troppo a lungo contro sé stesso.

Quella sera, quando aveva lasciato Kyle, aveva sentito una strana sensazione di liberazione. Per troppo tempo si era sentita soffocata dalla sua preoccupazione, dal suo tentativo di "aggiustarla". Ma ora, seduta lì, con il silenzio che riempiva la stanza, si rendeva conto che quella libertà aveva un prezzo altissimo: la solitudine.

Passò una mano sulla tasca del cappotto appeso vicino a lei. Sapeva che dentro c'era ancora l'anello della madre di Kyle. L'aveva infilato lì per caso, durante la festa, senza pensarci. Non lo aveva nemmeno guardato. E ora, il semplice pensiero di toccarlo la faceva tremare. Avrebbe dovuto darglielo indietro, restituirlo, ma non ne aveva avuto il coraggio. Forse perché una parte di lei non era mai stata pronta a lasciarlo andare davvero.

Mentre la notte avanzava, Agatha continuava a fissare il vuoto, ripensando a tutto ciò che era accaduto. Il dolore della perdita, la rabbia, il rimpianto. Kyle era sempre stato lì, la sua ancora, il suo rifugio. E ora, senza di lui, il mondo sembrava un posto infinitamente più grande e spaventoso.

Forse, pensava, non era solo l'alcol il suo problema. Forse era anche la paura di essere amata davvero. Quella paura che l'aveva spinta a respingere l'unica persona che aveva davvero cercato di capirla.

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