Le prime luci dell'alba filtravano attraverso le tende dell'appartamento di Agatha. Il mondo fuori sembrava andare avanti, indifferente al caos che le ribolliva dentro.
Non aveva dormito, seduta sulla stessa poltrona da ore, i pensieri che le affollavano la mente come onde incessanti. Ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva Kyle, il suo viso addolorato, il modo in cui aveva lasciato andare la sua mano. Il suono della sua voce le rimbombava nelle orecchie: «Ti sto solo proteggendo.»
Non poteva negarlo, l'aveva ferito profondamente, ma più di tutto si rendeva conto di aver tradito sé stessa. Le sue mani tremavano, non solo per l'alcol che ormai era il suo veleno quotidiano, ma per l'ansia crescente che l'avvolgeva da settimane. Con Kyle accanto a lei, quel dolore sembrava più sopportabile, ma ora era sola.
Il ricordo dell'anello nella tasca del suo cappotto la ossessionava. Non riusciva a trovare il coraggio di toccarlo. L'anello della madre di Kyle, un oggetto così carico di significato. Non era solo un gioiello, era una promessa che non avrebbe mai mantenuto, un futuro che si era sgretolato sotto il peso delle sue insicurezze e delle sue paure. Forse, aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato, che Kyle si sarebbe allontanato. Ma perché faceva così male?
Mentre l'alba si faceva più chiara, Agatha si alzò lentamente dalla poltrona, le gambe rigide e la mente stanca. Si avvicinò alla finestra e si fermò a guardare il cielo che si colorava di rosa. Quante volte, insieme, avevano guardato il sorgere del sole, parlando di sogni e progetti che ora sembravano così lontani. Il vuoto che Kyle aveva lasciato era più grande di quanto avesse immaginato, un vuoto che l'alcol non riusciva a riempire.
Il suo telefono vibrò sul tavolo. Con un movimento lento, lo prese e lesse il messaggio. Era un amico, qualcuno che aveva visto Kyle la notte prima.
"È andato via, Agatha. Ha preso un treno. Non tornerà."
Quelle parole le trafissero il cuore. Era reale, allora. Kyle se n'era andato davvero. Il mondo si chiuse per un momento, il respiro divenne affannoso. Era rimasta sola per davvero, e l'idea la soffocava. Sedette di nuovo, stringendo il telefono tra le mani. Avrebbe potuto fermarlo? Avrebbe potuto chiedergli di restare? Il loro amore era stato così forte una volta, ma ora sembrava irrecuperabile, distrutto da segreti non detti, da silenzi che si erano allungati come ombre.
Kyle, dal canto suo, era già lontano. Il treno lo portava sempre più vicino a una nuova vita, o almeno così sperava. Ma anche mentre i chilometri si accumulavano, la sensazione di perdita non lo abbandonava. Seduto al bancone di un caffè nella stazione di una piccola città, ripensava a tutto ciò che era successo. Cercava di convincersi che fosse stata la scelta giusta, ma nel profondo non ne era così sicuro.
Tirò fuori il portafoglio, guardando la foto con Agatha che teneva sempre con sé. Erano giovani, spensierati, il loro amore ancora nuovo e pieno di promesse. Ricordava quel giorno al college, quando avevano riso insieme di tutto, anche delle cose più stupide. «Questo dormitorio una volta era un manicomio.» le aveva detto scherzando. E lei, con quel sorriso un po' malinconico, aveva risposto: «Beh, allora è fatto proprio per me.»
Agatha era sempre stata diversa, unica. Era per quello che l'aveva amata così tanto. Ma quell'unicità era anche ciò che l'aveva allontanata da lui, fino a quel momento inevitabile in cui si erano lasciati andare, entrambi incapaci di trovare un modo per restare insieme. Kyle chiuse gli occhi, sentendo una stretta al cuore. Non riusciva a toglierla dalla testa, nonostante tutto. C'era ancora quella domanda che lo tormentava: avrebbe potuto salvarla?
Mentre il giorno avanzava, Agatha si alzò di nuovo dalla sedia, finalmente decisa a fare qualcosa. Si diresse verso il cappotto appeso vicino alla porta e infilò una mano nella tasca. Sentì il freddo dell'anello tra le dita e lo tirò fuori lentamente. Lo guardò per un lungo momento, l'oggetto che Kyle le aveva dato come un simbolo di qualcosa di più grande, di una promessa di futuro. Ora era solo un ricordo di ciò che aveva distrutto.
In un impulso, afferrò il telefono e compose un messaggio. Le mani tremavano mentre digitava, ogni parola pesava come un macigno. Ma sapeva che doveva farlo, anche se non sapeva se avrebbe cambiato qualcosa.
"Kyle, ho ancora l'anello di tua madre. Non so cosa dire, tranne che mi dispiace. Per tutto. Spero tu stia bene."
Prese un respiro profondo e inviò il messaggio, fissando lo schermo, in attesa di una risposta che forse non sarebbe mai arrivata.
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Champagne Problems // Italian's Version
RomanceIspirato alla canzone "Champagne Problems" di Taylor Swift. ITALIAN'S VERSION Agatha Torres, 26 anni, si trova sola nella sua camera d'appartamento, la luce fioca della finestra riflette i fantasmi di un passato che non riesce a scacciare. Vive in A...