Capitolo V

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Oggi sarei andata a casa di Camila. Ero davvero in ansia, avrei conosciuto i suoi genitori. Avrei visto la sua casa, la sua camera.
-

Arrivai a scuola come ogni giorno.
A prima ora ero con Dinah, non parlammo per tutta la lezione. Non volevo parlare con nessuno, volevo solo incontrare Camila.
Le altre ora passarono uguali.

Alla pausa pranzo, stavo entrando in mensa quando qualcuno mi prese per il braccio, mi voltai, era Normani.

"Cosa c'è?"
La guardai confusa

"Ma, almeno un giorno ti siedi con noi?"
Fece gli occhi dolci

"Mmmh.. va bene dai. Vado a parlare con Camila e poi mi siedo con voi"

"Yeee" Esclamò.

Andai da Camila, che già mi aspettava.

"Ehi Camila, oggi mi siedo con le ragazze, vieni anche tu?" Dissi, sapendo già la sua risposta

"No, vai tranquilla" Fece il sorriso più dolce di 'sto mondo

"Va bene" le risposi un po' triste "Per qualsiasi cosa chiamami"

Mi misi vicino Ally di fronte avevo le altre due ragazze.

"Allora, come va con Camila?" Chiese Ally

"Sto cercando di farla parlare, socializzare. Oggi andrò a casa sua per un compito"

"Uooh! Un vero appuntamento!"
Normani era curiosa e divertita.

"È solo un compito" sospirai

"Si, ma a te fa più che piacere passare del tempo con lei" Si intromise Dinah sorridendo.

"Macchè, ripeto, sto solo cercando di aiutarla. Non posso dire che è una brutta ragazza, ma non è neanche il mio tipo" Dissi indifferente.

*Driiiiiiiin*

Fù come la campanella che ti salva dall'interrogazione.
Mi alzai di scatto, salutai le ragazze e me ne andai in classe, per non aver fatte altre domande. Sapevo che mi avrebbero messa in ambarazzo, loro si divertivano così. Non vedevo l'ora che finisse la scuola, il tempo non passava mai.

Finalmente, dopo due ore di matematica e una di biologia eravamo liberi dalla prigione.
Quando uscii trovai Camila che mi aspettava appoggiata su un albero.

"Allora, andiamo?" Disse sorridendo

"Vamos" ero felice

Fuori dal cancello c'era una macchina con dentro una signora, doveva essere sua madre. Era una signora piccolina, aveva i capelli legati e portava gli occhiali.

Salii dietro, mentre Camila si mise davanti, vicino al guidatore.

"Ciao mamma" Disse dandole un bacio sulla guancia.
"Lei è Lauren, Lauren lei è mia madre, puoi chiamarla Sinu"

Le diedi la mano
"È un piacere conoscerla" sorrisi

"Il piacere è tutto mio, Lauren" Disse anch'essa ridendo.

Sembrava molto simpatica.
Accese la macchina e partimmo.

"Camila mi parla sempre di te"
Iniziò la signora al voltante.

Camila diventò rossa e abbassò lo sguardo.
Potevo capire il suo imbarazzo, perché anche mia madre era così, mi metteva sempre in imbarazzo davanti altre persone, sembra che lo facciano apposta.

"Mi fa piacere, spero abbia detto cose positive" Feci una piccola risata

"Si, solo cose positive" si fermò per qualche secondo "Sono contenta che l'hai fatta aprire un po', sai, non ha mai avuto amiche da quando.."

"Mamma, oggi Lauren è qui perché dobbiamo fare un compito, non mettere depressione" la interruppe Camila

Era infastidita dalle parole della madre, stava per dire qualcosa che Camila non voleva si sapesse. Io dal mio canto non dissi nulla.

Arrivammo a casa, era davvero bella, grande, sistemata.
Sul divano c'era un uomo, un po' robusto, mi guardò per qualche secondo.

"Tu devi essere Lauren" si alzò in piedi e mi venne incontro

"È un piacere conoscerla" dissi, sicuramente era suo padre.

"Non abbiamo tempo da perdere!" quasi urlò Camila all'uomo, infastidita

Feci finta di nulla. Mi portò in camera sua.

"Oddio che camera sistemata, quella mia è un casino!" esclamai

Mentre Camila sistemava qualche libro entrò una bambina.

"Ehi Sofi, presentati" la incoraggiò Camila "Lauren, lei è la mia sorellina"

"C-ciao" Disse, nascondendosi dietro Camila.

"Ciao, io sono Lauren" le sorrisi, era adorabile

"Io Sofia" Disse affacciando solo la testa da dietro il corpo di sua sorella.

"Adesso vai via che dobbiamo studiare" Camila la cacciò mentre rideva.

"Allora" Disse "Iniziamo?"

"Yep" alzai le mani al cielo

Prendemmo i nostri quaderni con le domande, ci accomodammo sul suo letto e iniziammo.
Prima dicemmo le domande della prof, che dicevano il colore preferito, libro preferito, posto che vorremmo visitare...
Finite quelle facemmo le nostre.

"Inizia tu" Disse Camila

"Mmh.. Ti piace il mare?" le chiesi. Io lo amavo, perciò volevo sapere se anche a lei piacesse.

"Si, lo adoro" Rispose

"Anch'io" Dissi "È il posto in cui vado sempre per pensare e rilassarmi"

"Allora qualche giorno ci andremo insieme"

"Quando vuoi" sorrisi "Ora tocca a te"

"Cosa pensi della società?" chiese, non pensandoci neanche due volte

"Mmh, bella domanda" mi fermai per pernsare
"Beh, in questi tempi le persone giudicano senza conoscere, non fanno altro che criticare se qualcuno è diverso, magari si vuole distinguere dalla massa. Perché siamo tutti abituati al "normale" che quando vediamo qualcosa di diverso ci fa paura e lo critichiamo. Sinceramente mi fa un po' schifo la società."

Camila mi stava fissando, avevo detto qualcosa di sbagliato?

"Mi piace molto il tuo pensiero" Disse seria

"Grazie" Risposi

Continuammo a farci domande per un paio d'ore. Finché la madre di Camila ci chiamò per fare uno spuntino, aveva fatto dei biscotti, erano deliziosi, finito di mangiare andammo di nuovo in camera sua.

"Ho passato una bella giornata" Disse, sincera.

"Anch'io" Risposi.

"Mi aspetti un attimo qui? Vado a cambiarmi la maglietta"

"Non scappo" Sorrisi

Mentre Camila si cambiava in bagno mi misi a guardare delle foto in camera. C'erano foto con sua sorella, sua madre, poi c'era una foto con lei e un uomo, era diverso da quello che mi aveva presentato, non era suo padre.

Camila rientrò in camera.

"E lui chi è?" chiesi  guardando la foto con l'uomo.

C'era silenzio, Camila non rispose a quella domanda. Mi voltai per vederla. Una lacrima le scivolò sul viso, stava fissando a terra.

"Camila..."

"Say You Won't Let Go" ~CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora