Capitolo 13

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13. Tutto, o niente.

Osservo attentamente il mio riflesso nel grande specchio del bagno, sono in ansia per la cena e ho paura di non piacere abbastanza ai miei suoceri e cognati.
Indosso un lungo vestito blu a sirena che lascia le spalle scoperte, le maniche sono lunghe, di una stoffa trasparente, mentre il busto é stretto, con alcune perline e decorazioni argentee, le gambe sono visibili attraverso il tessuto sottilissimo.
É un abito fresco e giovanile, oltre che ad estremamente elegante. I miei lunghi capelli neri ricadono dolcemente sulle spalle, fino al seno, sono lisci come spaghetti e lucenti, grazie alla piastra, sopra la fronte ho un piccolo diadema legato ad una catenella che gira attorno alla mia testa, mentre al collo ho un ciondolo color oceano, regalo di mio padre per il matrimonio.
Il mio viso è pulito, senza alcuna traccia di trucco, semplice ed elegante, gli enormi occhi azzurri in netto contrasto con la pelle color latte e i capelli d'ebano. Sorrido al mio riflesso cercando di calmarmi e poi esco dal bagno, raggiungendo mio marito all'ingresso. Domian è davanti alla porta, con le braccia incrociate e il volto currucciato.
È davvero bellissimo, stretto in abiti eleganti, una camicia bianca, jeans neri, come la sua giacca e un paio di Nike sportive, color panna.
I suoi capelli castani sono tirati indietro con un po' di gel, tranne un ciuffo che ricade sul suo viso.
Ha fatto la barba e il suo viso è liscio e perfetto.
Per un attimo mi manca il respiro, quando i nostri occhi si incontrano.
Stiamo zitti, osservandoci in silenzio, il mio cuore che batte a velocità incredibile, l'unico suono in mezzo a questo silenzio imbarazzante
:-Sei...-Domian si avvicina a me, con passo felpato, lo sguardo caldo e ammaliante. Le sue mani sfiorano appena il mio viso, mentre lui ispira con forza
:-Meravigliosa- Sorrido dolcemente e mi mordo il labbro, accarezzando le sue labbra
:-Anche tu non sei male- Mio marito sorride dolcemente e mi prende per mano, incrociando le mie dita alle sue e mi fa cenno di uscire.
In mezzo alle solite auto ce n'è una nuova, bianca.
La osservo attentamente e poi Spalanco gli occhi
:-Una Volvo?- Lui annuisce sorridendo e mi apre la portiera per salire, mi allaccio la cintura e sorrido entusiasta quando partiamo
:-È lontano il posto dove dobbiamo andare?- Chiedo osservandolo di sottecchi
:-No, è abbastanza vicino, qualche kilometro- Annuisco e osservo il paesaggio, ci sono solo campi ma comincio a considerare questo posto...come casa mia.
Sto in silenzio finché non raggiungiamo un locale appartato, molto intimo e moderno, in mezzo a un fitto strato di boscaglia.
È fatto tutto di vetro e si può vedere l'interno, pieno di tavoli di legno scuro, candele, persone che mangiano e parlano allegramente
:-Questo è il locale?- Domando curiosa a mio marito che in risposta annuisce. Scendiamo entrambi dall'auto ed entriamo nel ristorante a braccetto.
L'aria è fresca e si sta molto bene. Osservo le persone che mangiano tranquillamente, poi noto un tavolo da sei in fondo alla stanza, quattro persone sono già sedute
:-DOMIAAAAAAAAAAN!- Un urletto squillante fa voltare molte teste mentre una ragazza coi capelli cosi biondi da sembrare bianchi corre verso Domian, fiondandosi tra le sue braccia.
Rido dolcemente osservando questa scena cosi familiare mentre ci raggiunge un'altro ragazzo, anche lui biondo e con gli stessi occhi chiari.
I tre fratelli si abbracciano e poi i due gemelli si voltano verso di me, prendendomi tra le loro braccia
:-Ed eccola qui, la piccola Rose!- Mi stringono tra loro ed io sto per emozionarmi, pensando a quanto avrei voluto un fratello o una sorella quando ero solo una bambina
:-Venite, sediamoci-
Una donna, coi capelli bianchi e gli occhi castani si alza per baciarmi sulle guancie, presentandosi come la madre di Domian.
L'uomo accanto a lei la imita, ha occhi di un meraviglioso color ghiaccio, capelli bianchi lunghi fino alle spalle e una barba folta.
Mi sorride e accarezza i miei capelli con aria paterna, facendomi sentire a casa
:-Eccoli qui, mio figlio e sua moglie!- dice l'uomo, alzando un bicchiere pieno di vino in aria.
Scoppio a ridere stringendo la mano di Domian.
Catlin, questo è il nome di sua madre, dá una gomitata al marito Fred, scoppiando a ridere.
Ci sediamo tutti a tavola, cominciando a parlare del più e del meno :-Allora, cara, come ti trovi in Alabama?- Mi chiede la signora Graymarck con un sorriso affabile, mentre la figlia Clarisse si diverte a fare boccacce in direzione del fratello gemello :-Benissimo, oramai mi sento a casa- Domian mette una mano tra i miei capelli e sorride dolcemente :-E tu bastardo, hai messo la testa a posto?- Chiede Jon, il fratello, dandogli un buffetto amichevole :-Si, tu invece? Trovato qualche ragazzo carino?- Guardo confusa Jon e lui annuisce, ridendo dolcemente :-Si cara, quando dice ragazzi intende muniti di pen..- Catlin si schiarisce la voce, procurando risolini generali :-Comunque si, il mio gemellino è una checca, non poteva resistere alla bellezza dei maschietti dell'Alabama. Mi ricordo quando eravamo piccoli e lui si era vestito da donna per carnevale solo che notava che gli mancava qualcosa per essere una vera bambina così..- Jon si alza in piedi, urlando :-C'È UNA CAMERIERA?- scoppio a ridere come una matta stringendomi a mio marito che osserva schifato tutta la scena
:-Amore...è una famiglia stupenda- Sussurro dolcemente al suo orecchio, accarezzando i suoi capelli. Lui mi guarda male e poi si addolcisce, baciandomi
:-AHHH CHE CARINI, GUARDALI MAMMAAAA!-urla Clarisse in preda a uno sclero di risolini e urletti.
Ridacchio sulle labbra di mio marito e mi volto, chiacchierando del più e del meno :-Sai Domian era un militare, lo sapevi? Come suo padre- Osservo la signora Graymarck e poi mio marito
:-No, non me l'ha ma detto- Rispondo improvvisamente fredda :-Ma tranquilla...Non ne parla facilmente. Allora...parliamo di qualcosa di bello. Nipotini. Allora quanto ti ci vuole Domian caro?- Lui sbuffa e alza un sopracciglio :-Se lei fosse incinta la farei abortire- Il suo tono freddo mette fine a tutte le risate, facendo rimanere tutti allibiti :-Parli per me adesso?Io dovrei abortire se fossi incinta?- Lui annuisce
:-Certo che si, io non voglio un marmocchio in mezzo, siamo giovani, dobbiamo divertirci, non stare dietro....- Lo zittisco in fretta alzando il tono della voce :-Non credi che starebbe a me decidere questa cosa?- Tutti ci osservano, sopratutto la madre di Domian, che sembra sconsolata e triste
:-No, tu non hai alcuna decisione qui, te l'ho già detto- Lo guardo sempre più arrabbiata, stringendo una mano a pugno lungo il fianco :-Ma sarebbe NOSTRO figlio, frutto di un matrimonio felice e...- Questa volta mi zittisce lui :-Io ti farei comunque abortire- Clarisse cerca di intervenire ma Domian si alza in piedi :-E se non ti sta bene la porta è lì- Sussurra freddo. La rabbia prende il sopravvento, sento il sangue ribollirmi nelle vene :-Domian non dire cavolate, se ami me perché non dovresti amare lui o lei...- Scoppia in una frogorosa risata, facendo voltare alcune persone dei tavoli accanto :-Qualche ti amo a caso e pensi che io accetti un bambino? Ti sbagli.- Le lacrime sono pronte per scendere, così mi alzo e lo guardo con disprezzo :-Vaffanculo Domian- la sua mano arriva contro la mia guancia in men che non si dica, la sua famiglia si alza, andando verso di lui, per fermarlo.
Lo guardo con rabbia con le lacrime che scorrono sul mio viso. Mi allontano, in lacrime, uscendo dal locale, camminando verso una meta sconosciuta. Noto un campo di grano non arato, così mi infilo e mi sdraio, strendendomi a terra, osservando il cielo.

POV DOMIAN

:-DOMIAN MA CHE CAZZO TI SALTA IN MENTE?- Mio padre è furioso, così come il resto della mia famiglia che mi guarda con disprezzo :-Io...ho già detto che non volevo darle uno schiaffo- Mia mamma mi zittisce :-Perché era lo schiaffo il problema? Non il tuo discorso di prima? Domian ma cosa stai facendo? Stai rischiando di buttare via un matrimonio perché non riesci ad ammettere di amarla- Mi passo una mano tra i capelli e chiudo gli occhi, stringendo le mani a pugno lungo i fianchi :-Non volevo farle del male...-Sussurro debolmente :-Però l'hai fatto. Ora vai a casa, noi verremo con tua moglie, non é il caso che ritorni con te- Annuisco tristemente ai miei genitori ed entro in auto, dando un pugno al clacson. Comincio ad a urlare, in preda alla rabbia, era tutto perfetto ed io ho rovinato ogni cosa. Piango, per la prima volta da 20 anni e appoggio la testa si palmi delle mani, sperando Dio che mia moglie mi perdoni.

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*Spazio me*

Questo è solo l'inizio, ci saranno un sacco di emozioni e nuove scoperte nel prossimo capitolo.
Ci sarà una rottura o una riappacificazione?
Cosa faranno?
A 40 like e 15 commenti pubblico il prossimo capitolo:

"Il domani è un nuovo oggi"

Ecco una minuscola anticipazione :

"Lo guardo negli occhi cominciando a piangere, lacrime calde attraversano il mio viso, accarezzando le guancie arrossate. Lo amo da morire ma questa è scelta migliore. Cado a terra e mi porto le mani tra i capelli. I singhiozzi scuotono il mio corpo mentre, invevitambilmente, mi lascio trascinare via dalla tristezza.
Sono cosi debole.."

Oscuro e meravigliosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora