Si risvegliò dallo stato di trance quando la sua compagna di avventure lo interpellò: «Hai un fazzoletto, signor Narratore?» chiese Maribella. Aveva gli occhi colmi di lacrime e teneva tra i denti la lunga coda nel tentativo di trattenere i singhiozzi. Non era un bello spettacolo. Il pelo era bagnato a causa delle gocce saline che scendevano a cascata.
«Fammi cercare» provò a calmarla. L'uomo cercò tra le pieghe della borsa un qualsiasi segno di tessuto quadrato, ma non trovò alcunché.
«Un secondo, ne ho uno qui» esordì il Pianista. Tirato fuori un fazzoletto di tessuto dalla tasca, lo porse alla scoiattolina che lo utilizzò per soffiarsi rumorosamente il naso.
«Grazie» piagnucolò. «È tutto così triste».
Il Pianista, sentendosi in imbarazzo per l'attenzione ricevuta, distolse lo sguardo e lo posò sulle nuvole che nel cielo terso rincorrevano le loro simili. Sospirò. «Questa è la mia storia. La storia di un amore destinato all'oblio dal momento stesso della sua nascita».
Ascoltando quella confessione, anche il Narratore si sentì pervadere dalla tristezza e dall'impotenza tipica dell'essere umano davanti ad eventi di ordine superiore.
Adagiati nella comodità del silenzio, tornarono alla realtà quando, improvvisamente, il Pianista si alzò.
«Cosa succede?» chiese allarmata Maribella, guardandosi intorno circospetta.
«Le stelle» replicò, dando l'impressione che fosse stata essa stessa la risposta alle domande del mondo.
Ebbene, il Narratore Errante ancora era confuso: «Le stelle?» ripeté.
Il Pianista annuì con sguardo sognante e poi spiegò: «Gliel'ho promesso. Che con ogni sprazzo di buio, l'avrei cercata tra miliardi di stelle perchè tra tutte lei sarebbe stata l'unica che avrei mai riconosciuto». Il rammarico solcò la sua espressione per una frazione di secondo, così repentino nel suo passaggio che il Narratore avrebbe mancato di notarlo se fosse stata una persona leggermente più distratta.
Il Narratore si sentì commosso da quel sentimento e si chiese se mai nella sua vita avrebbe vissuto con tale irruenza un'emozione così pura da superare i confini del tempo.
«Allora ti lasciamo ai tuoi affari» disse la sua compagna con tono allegro, saltellando verso di lui.
Seguendo l'esempio della creatura a quattro zampe, si alzò: «Ti ringrazio per aver condiviso con me la tua storia» si abbassò in un inchino.
Ripose penna e taccuino nella borsa di pelle e si diresse verso la porta. Ma il Pianista li fermò: «Per favore, utilizzate la porta sul retro. Raggiungerete prima la vostra meta».
«Vero! Che sbadata, l'avevo dimenticato» esclamò Maribella prima di seguire il padrone di casa verso il retro della casa. Il Narratore seguì i due e colse l'occasione per osservare meglio la casa: era decorata in stile rustico, ma elegante. Era accogliente. Tuttavia, in quella enorme casa, l'uomo viveva da solo. Non erano poi così diversi, lui e il Pianista.
«Vi ringrazio per essere passati» mormorò una volta raggiunta l'uscita. Diversamente dalla porta da cui erano entrati, quest'ultima presentava elaborati intrecci di edera che si sviluppavano lungo gli stipiti dell'uscio. Non aveva una maniglia, ma, in qualche modo, Luca l'aprì.
«Buon ritorno» li salutò.
Con un ultimo saluto, Maribella e il Narratore Errante superarono la soglia della porta e, prima di rendersene conto, la vista della Radura Innevata si aprì ai loro occhi.
«Siamo già di ritorno?» chiese meravigliato l'uomo.
Maribella, d'altro canto, rise della sua espressione sbalordita: «Sì! Il Pianista delle Stelle aveva detto che avremmo raggiunto prima la nostra meta» ridacchiò.
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Where Hearts Collide (and Love Unfolds)
Teen Fiction«Pensò a cosa lo aspettava dietro quella porta: due occhi verdi come la speranza, capelli chiari come una calda coperta in una fredda notte d'inverno, un'anima brillante come le stelle nella notte più buia. E lui, come un marinaio sperduto alla volt...