«Mi dispiace molto» disse cupo il Narratore.
Aveva ascoltato la storia della ragazzina con attenzione e la tristezza l'aveva invaso, e ciò perché aveva comparato la storia con la sua esperienza personale. Anche lui, un tempo, aveva avuto un sogno e lo aveva realizzato. Ma poi si era adagiato sugli allori e le cose, una ad una, gli erano scivolate tra le dita.
La ragazzina sospirò, abbassando lo sguardo: «La vita».
Entrambi gli ospiti annuirono cupi.
«Comunque», riprese Anna, «è tardi. Dovreste tornare alla Radura».
Maribella annuì: «Sì, signor Narratore. Dobbiamo proprio andare».
«Sì?» replicò l'uomo, confuso. Non sembrava fosse passato tanto tempo da essere "troppo tardi". Tuttavia, si trovavano sottoterra e anche la sua percezione del tempo sembrava distorta.
«Andiamo. Saluta la Ballerina» disse Maribella saltellando fin dentro la borsa a tracolla dell'ospite del Regno.
«Uh, ciao» salutò con tono interrogativo l'uomo mentre, come un robot, trascinava i piedi verso l'uscita al piano superiore.
Sentì la voce della dolce ragazzina salutarlo, ma ormai era lontano per replicare.
«Perchè tutta questa fretta?» chiese quindi il Narratore Errante lasciandosi alle spalle la Ballerina dai Sogni Infranti e la Casa dei Sogni Perduti.
«Domani abbiamo una festa qui in Paese» esclamò entusiasta la scoiattolina.
«Oh?» replicò interessato l'uomo.
Maribella annuì il capo con foga: «Sissignore!».
«Un'occasione speciale?».
«È la Festa delle Lanterne!».
«Parteciperai?».
«Certo, tutti parteciperemo».
«Tutti? Anche coloro che non hanno una storia da raccontare?» domandò.
«Anche loro. E, dovessi risvegliarti qui anche domani, parteciperai anche tu» sghignazzò.
«Sarebbe bello» sospirò, immaginando già l'aria che si sarebbe respirata.
«Bene, bipede. Siamo arrivati» esclamò Maribella. Non si era neanche accorto di aver raggiunto la Radura Innevata.
«Grazie per la compagnia».
«Ciao, ciao. Alla prossima» salutò la guida sventolando una zampetta in aria. Si era arrampicata sulla stessa roccia dalla quale lo aveva accolto all'inizio dell'escursione.
«Ciao» disse. Poi, sentì la familiare sensazione di strappo allo stomaco e, prima di averne coscienza, si ritrovò sputato fuori dal portale spazio-temporale che, tutte le notti, lo inghiottiva in quel mondo magico. Se solo avesse potuto restarvi, sospirò affranto.
Comunque, non appena percepì il materasso sotto di lui, sfrecciò fuori dalle coperte e, con taccuino e penna alla mano, si sedette alla scrivania.
Stirandosi verso il soffitto e soffocando un grosso sbadiglio, girò la pagina e pensò a come iniziare il periodo. Di certo, pensò, non c'era nulla di più soddisfacente di vedere una storia prendere forma dove prima vi era solo un semplice foglio bianco.
Come spesso succedeva, l'inizio della frase gli balenò davanti agli occhi e, seguendo quel filo di sarta, scrisse:
"La ragazzina chiuse gli occhi davanti allo scoppio della bolla che conteneva il suo sogno mai realizzato. Poi li riaprì. Fu costretta a farlo. Il sangue le raggelò quando la casa tremò. Non fu facile mantenere l'equilibrio.
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Where Hearts Collide (and Love Unfolds)
Teen Fiction«Pensò a cosa lo aspettava dietro quella porta: due occhi verdi come la speranza, capelli chiari come una calda coperta in una fredda notte d'inverno, un'anima brillante come le stelle nella notte più buia. E lui, come un marinaio sperduto alla volt...