Le successive notti le passò insonni: le parole di Eliana, colei che un tempo si era presentata come la Figlia delle Ombre, non avevano lasciato i suoi pensieri ed era consapevole che seppur si fosse immerso nelle meraviglie del Regno delle Fiabe Dimenticate come se quest'ultimo fosse stato un mero frutto della sua fervida immaginazione, nulla di ciò che aveva vissuto era finto o illusorio. Subiva le conseguenze della notte sulla sua pelle non appena risvegliato, e anche le sue azioni nel mondo reale apportavano dei cambiamenti nel Regno delle Fiabe. Era evidente.
Nonostante i dubbi sui quali la sua mente si ingarbugliava, essere accolto dalla voce di Maribella dopo giorni di assenza gli risollevò l'animo, che, malgrado stanco e provato, era anche smosso dalla curiosità.
«Bentornato» salutò ella.
«Ciao, Mari» contraccambiò. Tuttavia, negli occhi della scoiattolina non vide il luccichio gioioso che usualmente li permeava, e anche il suo saluto risultò moscio e forzato, quasi quanto il sorriso che provò a rivolgergli. Senza alcun successo, per altro.
«Tutto bene?» chiese, quindi, avvicinandosi alla roccia su cui era accucciata, arrotolata come un gomitolo troppo stretto. Pareva si stesse confortando della sua stessa presenza, non trovando alcun sollievo affatto.
«Sì», mormorò in modo poco convincente, «andiamo?». Maribella si alzò dalla roccia per intrufolarsi all'interno della sua borsa a tracolla, fedelmente al suo fianco e fornita del necessario per l'avventura.
Per sua grande costernazione, la piccoletta non riuscì neanche a fare un salto abbastanza ampio per raggiungerlo; fu solo grazie ai riflessi del Narratore Errante se la guida non cadde a terra.
«Sì, andiamo» confermò l'uomo lanciando uno sguardo alla sua amica. Poi, tornando in sé, domandò: «Dove andiamo, esattamente?».
Con un filo di voce, Maribella rispose: «Oggi andiamo ai Sette Mari dell'Oracolo».
L'uomo iniziò a camminare nella direzione indicata, ma non perse l'occasione per saperne di più: «Perchè si chiamano dell'Oracolo?».
Era chiaro che la creatura avrebbe preferito riposare, ma era pur sempre una guida del Regno e, in quanto tale, avrebbe tenuto alto il nome della professione. Così replicò: «È quello il luogo in cui il primo di noi si risvegliò. Ed è stato proprio sulle sponde del Mare Superiore del Nord che ricevette parola su che tipo di luogo questo fosse e sarebbe stato».
«Quindi, c'è stato un primo?».
«C'è sempre un primo, qualcuno che scopre qualcosa di nuovo, sia esso buono o malvagio e, infine, impara ad accettare il suo fato. E, poi, lo insegna agli altri».
Il Narratore Errante non poté esimersi dal chiedere: «È un bel posto?».
Questa volta una nota nostalgica subentrò nella sua voce: «Uno dei migliori».
Anche questa volta non incontrarono alcun abitante del Regno.
Camminarono nel silenzio della natura: il sole che spuntava esitante da dietro le frange degli alberi non era solo una sua percezione. Era reale. La nebbia, pure, sembrava non inglobare nella sua morsa le lande come solo poche notti prima aveva fatto; invece, era paragonabile ad una tata protettiva che prendeva sotto la sua ala ogni centimetro di terra. Era meno umido e la brezza, fresca abbastanza da risultare pungente ma non esageratamente da coglierlo impreparato, lo risvegliò dal nulla apparente nel quale la sua vita terrena era sprofondata. A ben pensarci, l'esistenza che conduceva la notte era molto più esuberante di quella che si sforzava di vivere sulla Terra.
Gradualmente, il sentiero sterrato lasciò spazio alla sola vegetazione e anche il percorso ben delineato svanì, tramutandosi in una piccola parte di un tutto complementare. Ugualmente, i tronchi e le loro chiome erano triplicate in dimensioni ed altezza. La luce del giorno esisteva solo per riflesso delle enormi foglie. Posizionati ad una distanza regolare l'uno dall'altro, gli alberi e, dunque, la landa verde, non sembrava reale.
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Where Hearts Collide (and Love Unfolds)
Teen Fiction«Pensò a cosa lo aspettava dietro quella porta: due occhi verdi come la speranza, capelli chiari come una calda coperta in una fredda notte d'inverno, un'anima brillante come le stelle nella notte più buia. E lui, come un marinaio sperduto alla volt...