Un foglio stropicciato giaceva su una scrivania fin troppo ordinata. In effetti, era l'unico oggetto che stonava con la cura maniacale della stanza. Ogni mobilio era posizionato accuratamente lungo il suo perimetro, neanche un filo di polvere. Ci si poteva azzardare a dire che rispecchiasse alla lettera la personalità del suo proprietario.
Il suo possessore tanto era abituato a pensare a nomi per i personaggi delle sue storie che aveva dimenticato quale fosse il suo; certamente nessuno lo pronunciava da molto tempo. Allo stesso modo, erano passati anni da quando aveva provato quel brivido sottopelle di entusiasmo al pensiero di scrivere una nuova emozionante storia. Certamente, i brividi li aveva, ma a causa del freddo. Da quando era rimasto solo, in una casa talmente curata da sembrare in procinto di essere venduta, aveva perso la cognizione del tempo, dello spazio e della quotidianità delle ore. Insieme ad essi aveva perso anche l'abilità che da giovane l'aveva contraddistinto, quella particolare capacità che aveva di trasformare anche il più piccolo dettaglio nella più straordinaria storia. Lontani erano i giorni in cui attendeva con ansia il ritorno a casa per potersi sedere alla scrivania e, dotato di soli carta e penna, trasformare i suoi pensieri in emozioni.
Ora, guardava il foglio bianco e nulla gli veniva alla mente e allora, preso dalla frustrazione più pura, accartocciava il foglio e lo lanciava contro ora un pezzo di fornitura, ora l'altro. Poi, preso dal rimorso, recuperava quel foglio da terra e, stirandolo con le mani nude, tentava di restituirgli una parvenza pristina, ma per quanto ci provasse, quel foglio non sarebbe mai tornato come prima. I giorni passavano lentamente, ognuno seguendo la solita routine monotona; mai un'idea genuina e sempre bloccato sulla stessa frase: "C'era una volta". Purtroppo, per quanto si sforzasse, la sua creatività seguiva lo stesso destino della sua esistenza, entrambe caratterizzate dallo stesso sentimento: monotonia e assenza di spinta alla vita.
La cosa più comune della sua giornata era l'ora in cui si svegliava e l'ora in cui si preparava per la notte. Una volta calato il buio, fossero le cinque del pomeriggio o le undici di sera, l'uomo si rivolgeva al letto come suo ultimo barlume di speranza, taccuino in una mano e penna nell'altra, con la quieta speranza di doversi, nella notte, alzare e mettere su carta i suoi pensieri. Non era una mansione di elevata complessità, essendo che letto e scrivania si trovavano nello stesso vano.
Comunque, poche erano le possibilità che tutto ciò risultasse nella storia che tanto desiderava scrivere; malgrado ciò, avrebbe accettato qualsiasi aiuto o consiglio, anche dal mondo dei sogni.
Quella notte chiuse gli occhi, consapevole che nessuna magica idea lo avrebbe colto nella notte.
E così fu. Inizialmente, almeno. Fu inconsapevole del viaggio che la sua coscienza stava affrontando tra le sfumature della realtà e di ciò che è invisibile, ma quando finalmente giunse a destinazione, qualcosa nel suo petto palpitò.
Ciò che accolse la sua vista fu un cielo stellato senza il suo peculiare sfondo scuro. Seppur in assenza dell'oscurità che con le stelle andava a braccetto, la loro luce era più splendente del bagliore dei raggi del sole riflessi sul limpido mare.
Era giorno, ciò era chiaro. Tuttavia, l'atmosfera era dominata da una cupa foschia e da un altrettanto tetro presentimento. Intorno, c'erano solo alberi, alti e intimidatori. Che poi, che fosse giorno non ne era particolarmente sicuro: le stelle e il sole nel cielo contemporaneamente rispecchiavano un chiaro contrasto naturale.
«Ciao!» sentì pronunciare da qualcuno dietro di lui. O qualcosa. Non c'era nessuno, ma abbassando gli occhi si ritrovò davanti uno scoiattolo, bianco e con una deliziosa coroncina di candidi fiori, rosa e rossi, attorcigliati sul capo albino.
L'uomo fu tentato di passarsi le nocche sugli occhi evidentemente stanchi, perché com'era possibile che un animale parlasse?
«Ehi! Ho detto ciao!» ripeté la creaturina.
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Where Hearts Collide (and Love Unfolds)
Teen Fiction«Pensò a cosa lo aspettava dietro quella porta: due occhi verdi come la speranza, capelli chiari come una calda coperta in una fredda notte d'inverno, un'anima brillante come le stelle nella notte più buia. E lui, come un marinaio sperduto alla volt...