«E poi?» chiese il Narratore Errante, assolutamente rapito dalla vita della donzella.
La giovane, che stava guardando lontano, verso qualcosa che solo lei conosceva, interruppe la sua storia e si voltò nella sua direzione: «E poi mi risvegliai nella radura».
«Ah, che storia. Ogni volta che la racconti è sempre più bella» sospirò soddisfatta Maribella con voce sognante.
Il Narratore Errante non era però soddisfatto che il racconto fosse terminato in modo tanto brusco, per niente. «Quale storia che si rispetti termina in modo tanto tragico» sussurrò sottovoce. Ma poi un'idea gli balenò nella mente, più fulminea del fulmine stesso. «Ah, ma so io cosa fare. Darò a voi e alla vostra storia il lieto fine che vi meritate!».
Eliana gli si avvicinò: «O' Narratore, dalla vorace vana speranza son anni, che un futuro in argine di materia e spirito. Oh, Narratore che tanto si cruccia, non se ne voglia a male se per costei un finale di ben lieto in pudico aspetto si pone».
L'uomo eppure si crucciò, se non per il mancato finale tanto atteso, allora per le parole della fanciulla, che talmente erano colme di rassegnazione per una vita infelice, lontana da ciò che il suo cuore bramava, che quasi fecero dubitare lui stesso della volontà di vivere.
Nel tono della giovane c'era certamente rammarico e rassegnazione, ma una nota di speranza sembrava starsi facendo spazio nel suo cuore.
«Ma se in vostro potere e della penna è, in onore vostro un canto alle stelle alzerò. Che le stelle ascoltino il desiderio sopito di una donzella il cui tempo è di ricordo sovrano».
Però, il Narratore Errante una domanda ancora l'aveva: «E ti sei risvegliata... qui?».
Eliana annuì, i biondi capelli ciondolanti avanti e indietro un eco di entusiasmo: «E quale sorpresa fu! In una radura chiusi gli occhi e in un'altra li riaprì. E a casa ritornai! Ah ...» sospirò. «Se solo al mio risveglio l'amato viso avessi visto e del candore il suo sguardo. La luce della vita mi avrebbe accolto, se solo il volto tra gli occhi miei avessi colto» si rattristì a ogni parola di più, la voce sempre più fioca e intangibile.
«E gli spiriti, i tuoi amici, per te che sei la Figlia delle Ombre... Non hanno potuto fare niente per voi?». Vide Maribella scuotere la testa con tristezza; chissà quante volte aveva già sentito la stessa domanda fatta alla fanciulla dai capelli dorati. Se di persona si poteva parlare, pensò tra sé l'uomo.
«Se così facile al desiderio fosse, che monti e fiumi e amori perduti bramai fortemente. Che rose e stelle e braccia calde pregai alla luna. Che tutto mi diedero ma l'amore in violento disappunto mi travolse, dalla desolazione del cuore infranto all'amarezza della restanza».
Il Narratore pensò intensamente a quelle parole; seppur l'aspetto non fosse di una donna matura, era innegabile la saggezza che dalle sue parole traspariva: constatò che tutto i suoi doni le avevano concesso, ogni bene, ogni volere e ogni materia, eccetto ciò che più di ogni altra cosa desiderava, ricongiungersi col suo amore a lungo perduto.
Non ci fu più nulla da dirsi.
Fecero ritorno alla Radura Innevata, lui e Maribella. Durante il tragitto, il silenzio fece da sfondo a una natura altrettanto fissa e immutabile.
«Sarà sempre così?».
Non fu necessario che l'uomo si spiegasse; per la scoiattolina, quella domanda sembrava essere una consuetudine.
«Questo è il Regno delle Fiabe Dimenticate. Qui nessuno di noi ha mai avuto il suo lieto fine e nessuno mai lo avrà» rivelò la sua compagna di viaggio. Maribella scese dalla sua spalla per arrampicarsi su un albero vicino.
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Where Hearts Collide (and Love Unfolds)
Dla nastolatków«Pensò a cosa lo aspettava dietro quella porta: due occhi verdi come la speranza, capelli chiari come una calda coperta in una fredda notte d'inverno, un'anima brillante come le stelle nella notte più buia. E lui, come un marinaio sperduto alla volt...