Pedro Gonzalez Lopez,centrocampista del Barcellona,considerato uno dei più forti al mondo incontrerà Jasmine in circostanze alquanto sfortunate.
Jasmine Gibellini Ancellotti è la figlia del grande mister della squadra Madrilena. Ormai sono anni che...
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Jasmine
Sono passati due mesi da quando Pedro è uscito dalla mia vita dopo la litigata fuori dalla Ciutat Esportiva.
Due mesi piu difficili del previsto,che mi hanno costretta a richiamare la mia psicologa con la quale avevo interrotto le sedute dopo essere partita per Barcellona.
Due mesi in cui ho visto solo Marisól e Pablo e raramente gli altri ragazzi del Barcellona,solo quando avevo la certezza che non ci fosse anche Pedro.
Non ci siamo più visti,neanche per sbaglio. Io non ho provato a fare nessun passo verso di lui e lui ha fatto solo un tentativo.
E ha fatto male da morire e tutt'ora continua a fare male. Fa male vederlo giocare attraverso la tv e non trovare il suo sguardo che mi cerca e mi trova tra le tribune al Camp Nou.
È strano non passare più del tempo con lui,sentire la sua risata e i suoi tentativi di farmi ridere.
È doloroso e controproducente guardare le nostre foto nella galleria,come sto facendo in questo momento mentre guardo con occhi malinconici la foto che abbiamo scattato alla nostra terza uscita. Io e lui al mare al tramonto mentre rido per le facce buffe che fa
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Però in tutto questo buio sto trovando una luce. La terapia mi sta aiutando,Isabella,la mia psicologa dice che sto reagendo bene.
Nonostante l'ennesima perdita di una persona a cui tengo,ho capito che in parte è stata anche colpa mia.
Io e Pedro abbiamo litigato e chiuso per colpa di entrambi,l'ho capito e elaborato da poco.
Ero arrabbiata con Pedro per avermi nascosto quelle chat e per le sue parole,ma non sono stata in grado di parlargli come avrei dovuto e voluto.
Non ho saputo parlare dei miei sentimenti. Come sempre.
Isabella dice che è a causa dei problemi con mio padre e con la mia famiglia se faccio così tanta fatica a esprimermi e a parlare apertamente.
È sempre stato così. Marisól mi conosce da una vita e nonostante non le dica tutti i giorni che le voglio bene e nonostante la abbracci solo in rare occasioni sa che sono fatta così e che è difficile per me. Ma non ha mai dubitato nemmeno un secondo del mio affetto per lei o non ha mai dubitato di me come amica.
Però lei mi conosce da sempre,da prima che diventassi così,e mi ha conosciuta anche durante,quando le cose sono iniziate a cambiare.
Ho capito però che non posso pretendere che per Pedro sia lo stesso. Non posso pretendere di pensare che lui in 2 mesi abbia capito come sono fatta.
Che amo poche persone e che mi circondo di poche persone per cui darei la vita. Ma allo stesso tempo non lo direi mai apertamente quello che farei per loro,mi limito a dimostrarlo in silenzio,come ho sempre fatto e come pensavo di aver fatto anche con Pedro.
Per quanto i gesti possano essere importanti,mi sono resa conto anche dell'importanza delle parole che li accompagnano.
Le parole da sole non valgono niente,ma forse i gesti senza esse non hanno così valore.
Magari per Pedro era importante sentirsi dire che mi piaceva stare con lui,che avrei voluto stare con lui sempre,che mi dispiaceva non essere in grado di dirgli quanto mi facesse stare bene
Magari Pedro non è riuscito mai a capire tutto quello che c'era dietro i miei silenzi e i miei gesti nascosti. E ho imparato ad accettarlo.
Ho capito che in realtà,per quanto lo abbia desiderato,io non mi sono mai fatta conoscere realmente da Pedro,mi sono sempre frenata.
Frenata da quella paura che mi accompagna da sempre,da quel terrore e dall'incapacità di esprimere a parole quello che sento
Magari mi può scoppiare il cuore nel petto per te e tu potresti pensare che ti odi e che per me non conti nulla.
Isabella mi ha consigliato di parlare con Pedro,di parlargli di tutto questo,di essere sincera.
Ma le ho risposto che per ora andava bene così,io ho bisogno di maturare emotivamente e Pedro ha bisogno dei suoi spazi. Quando sarà il momento ci rincontreremo e sarà tutto spontaneo.
O almeno,questo è quello che mi auguro.
Pedro
Sono passati 60 giorni,due mesi precisi da quando io e Jasmine abbiamo chiuso. Proprio davanti a dove passo ogni giorno,la Ciutat Sportiva.
Questo posto ha visto mille versioni di me. Un piccolo Pedro che si allenava per le prime volte con i più grandi. Ha visto le mie riabilitazioni dopo gli infortuni. Mi ha visto felice e sereno. Mi ha visto arrabbiato e frustato. Mi ha visto scherzare con i miei compagni spensierato
Ma mai avrei pensato che mi avrebbe mai visto in quelle condizioni. Dopo aver chiuso con Jasmine per orgoglio. Per mancanza di comunicazione.
Lei era arrabbiata e non si è fidata di me e io ho reagito attaccando, dicendo parole che non pensavo realmente.
È vero che non sentivo che da parte sua ci fosse lo stesso interesse che c'era dalla mia parte,ma è vero anche che per come ho imparato a conoscere Jasmine non è brava in queste cose.
Me l'ha dimostrato il suo affetto per me,presentandosi al Clasico per farmi una sorpresa,nonostante tutto ciò che ne è conseguito.
Me l'ha dimostrato in diverse occasioni,ma forse sono stato io a non coglierlo.
Perché ho dato per scontato che il mio modo di amare fosse uguale al suo,ma non è così.
Io magari dimostro affetto con il contatto fisico e con le parole,Jasmine invece lo dimostra con i gesti e con il silenzio.
L'ho capito tardi forse. E ne sto pagando le conseguenze
Non ho mai saputo come comportarmi con lei,forse a causa di quello che mi ha raccontato la vedevo come qualcuno da proteggere,ma sono stato il primo ad averla ferita.
Ho sempre avuto paura di fare qualcosa che potesse ferirla in qualche modo,di sbagliare con lei. Ma facendo così sono finito a sbagliare ferendola e perdendola.