PedroSono fermo ad un semaforo rosso e ne approfitto per rispondere alla chiamata di Ferran. Sarà la quinta chiamata che mi fa solo per per sapere se sono partito da casa,per andare a quella stupida festa organizzata a casa sua per festeggiare la vittoria.
Solitamente sono il primo a fare casino con i miei compagni quando si tratta di festeggiare o anche solo di passare del tempo in loro compagnia per farci qualche risata davanti alla play. Sono la mia seconda famiglia e non sono solo i miei compagni di squadra,sono quasi dei fratelli per me,perché oltre a condividere lo spogliatoio condividiamo tutta la nostra vita fuori.
Però questa sera non ne ho proprio voglia.
Sono stanco e sfinito dall'allenamento e l'unica cosa che vorrei fare è buttarmi nel mio letto,ma Ferran continuava a insistere e quando si mette in testa una cosa è più fastidioso di una zanzara quindi ho ceduto.
«Cabrón,sto arrivando! Smettila di chiamarmi che mi rallenti!» rispondo spazientito scatenando una sua risata
«Pablo sta mangiando tutto,ti conviene arrivare presto» in sottofondo sento proprio la voce di quest'ultimo,probabilmente con la bocca piena che lo insulta e scuoto la testa
«Arrivo,5 minuti» attacco la chiamata e non ho il tempo di ripartire una volta scattato il verde perché un rumore inconfondibile mi fa accostare la macchina
Quando scendo dalla mia mini cooper verde capisco di non essermi sbagliato,
qualcuno mi ha tamponato.Infastidito mi dirigo verso la 500 bianca che accosta alla mia auto dalla quale vedo scendere qualcuno.
Sono stanco,nervoso e anche infastidito,oggi non è proprio giornata e ci mancava solo questo.
Dall'auto scende una ragazza che avanza verso di me con aria preoccupata,sembra in preda al panico
«Io... mi dispiace non so cosa sia successo,ho perso il controllo della macchina,stai bene?Dimmi di sì»
Alzo lo sguardo per guardarla negli occhi e lei sembra sorpresa ma prova subito a mascherarlo
«Stai tranquilla sto bene,e va tutto bene anche per la macchina,non penso tu l'abbia fatto di proposito»
Lei squote la testa mentre inizia a giocare con una collanina che porta al collo,segno che è nervosa.
«I danni non sono nemmeno gravi,potremmo evitare di fare la constatazione » provo a suggerire visto che lei mi guarda in silenzio
«Si come preferisci tu... Mi dispiace veramente,ero stanca e non me ne sono nemmeno accorta..»
Le sorrido e agito la mano come per dire che non importa,perché è davvero così.
Se dal primo momento ne sono stato infastidito ora è già passata. E vorrei dire che non me la sto prendendo con lei perché anche se ci fosse stato un vecchietto di 70 anni avrei avuto la stessa reazione ma mentirei.
Mi concedo qualche istante per studiarla meglio. Alta,bionda,il fisico slanciato coperto da una tuta rosa e le lentiggini che le ricoprono quasi tutto il volto
È bellissima e su questo non c'è molto da dire.
«Nel caso però ti lascio il numero della mia assicurazione,se ci dovesse essere qualcosa scrivi subito» è lei a interrompere il silenzio che si era creato e ora sembra più tranquilla
Io annuisco e mi faccio passare il contatto dal suo telefono,vorrei chiederle il suo di numero,ma per il momento mi pare affrettato.
Quindi mi limito a farle un cenno e quando lei si scusa di nuovo io accenno un sorriso
«Beh puoi dirmi almeno come ti chiami? Me lo devi per avermi tamponato» provo a dirle in battuta sorridendo
Lei ride e scuote la testa in risposta prima di voltarsi per rientrare nell'automobile
«Mi chiamo Jasmine» è l'ultima cosa che dice prima di sfrecciare via facendomi un cenno con la mano
Rientro anche io nella mia aiuto e riparto diretto a casa di Ferran,consapevole che appena arriverò riceverò mille insulti per il mio ritardo e anche un terzo grado
Infatti pochi minuti dopo,quando apro la porta un coro di «Cabrón!!!!» mi spacca i timpani
«Ma si può sapere da dove sei partito per arrivare così in ritardo?» chiede Ferran dandomi un buffetto sulla spalla
«Si lamenta sempre dei miei ritardi e poi si presenta qui 1 ora dopo,assurdo!» è Pablo questa volta a parlare e io lo fulmino con lo sguardo,facendolo ridacchiare perché sa già cosa vorrei rispondere
Io ti faccio da taxi tutti i giorni e arrivi pure in ritardo,si che mi lamento.
«Ho fatto un incidente» è l'unica cosa che dico prendendo posto accanto a Pablo e attirando inevitabilmente le attenzioni di tutti i presenti su di me dopo la mia affermazione
«Un incidente???» mi urla Fermin nell'orecchio
«Vi prego,sono stanco e affamato,posso prima mangiare qualcosa e poi raccontarvi?» dico sfinito lasciandomi andare sulla sedia
Loro mi guardano come se avessi 4 teste e capisco che è un no,non me lo concederanno.
«Ero al semaforo e una macchina mi ha tamponato,mi sono fermato per fare la constatazione ma non c'era quasi nessun danno quindi abbiamo evitato. Lei era stanca e non si è accorta di nulla quindi mi è venuta addosso,fine»
Gli sguardi dei miei compagni cambiano nel giro di pochi secondi e se prima erano preoccupati ora sono maliziosi
E così capisco di aver fatto un gravissimo errore nel menzionare Lei,perché quelle menti malate ora ci avranno già immaginato a fare sesso nei sedili della mia auto,nel bel mezzo di un incidente
«Era una lei quindi?» Pablo accanto a me mi tira una gomitata ridacchiando e io lo guardo sbuffando
«Si,era una lei e non so cosa vi cambi saperlo visto che vi sto raccontando di un incidente,non di un appuntamento» alzo gli occhi al cielo evitando le loro risatine
«Era bella almeno?» ovviamente Fermin doveva fare questa domanda
Io ripenso a Jasmine e alla scena di prima e sorrido involontariamente perché si,era bellissima. Cerco di mascherare subito il sorriso per evitare ulteriori battutine da parte dei miei compagni e rispondo alzando le spalle
«Si era bella,ma non montatevi la testa,mi ha dato il numero della sua assicurazione ed è finita lì,so a malapena il suo nome»
Finalmente Ferran mette un piatto di pasta davanti a me io lo ringrazio mentalmente,perché a breve mi sarei mangiato Pablo dalla fame
La serata continua,tra risate,Fifa e qualche battutina dei miei compagni.
Ma quando torno a casa sono felice,perché è sempre così con loro,non riuscirò mai a tornare a casa arrabbiato o triste quando sono in loro compagnia .
E prima di chiudere gli occhi rivedo una chioma bionda e risento ancora la sua risatina prima di entrare in macchina
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Juntos|Pedri|
FanfictionPedro Gonzalez Lopez,centrocampista del Barcellona,considerato uno dei più forti al mondo incontrerà Jasmine in circostanze alquanto sfortunate. Jasmine Gibellini Ancellotti è la figlia del grande mister della squadra Madrilena. Ormai sono anni che...