L'ultima notte

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La notte calò su Amarante come un velo di oscurità, avvolgendo il villaggio in un silenzio opprimente. Sofia e Lorenzo si ritrovarono nuovamente nella locanda, ma l'atmosfera era cambiata.

“Credi che sia sicuro rimanere qui?” chiese Sofia con tono ansioso. “Dobbiamo tenere gli occhi aperti,” rispose Lorenzo. “Questa potrebbe essere la nostra ultima opportunità per capire cosa sta succedendo e fermare ciò che è in arrivo.”

Mentre il tempo passava, l'aria nella locanda divenne sempre più pesante. La luce tremolante delle candele danzava, gettando ombre inquietanti sulle pareti. Ogni scricchiolio e ogni sussurro sembravano amplificati dal silenzio circostante. Fu allora che iniziarono a verificarsi le prime manifestazioni: rumori provenienti dalla soffitta, sussurri indistinti che sembravano chiamare i loro nomi. I due si scambiarono sguardi preoccupati, le loro paure diventate tangibili.

“Dobbiamo controllare,” disse Lorenzo, alzandosi in piedi. “Se ci sono presenze, dobbiamo affrontarle.” Sofia esitò un momento, ma la determinazione nei suoi occhi la convinse a seguirlo. Si incamminarono verso la scala che portava alla soffitta.

Mentre salivano i gradini, un brivido percorse la schiena di Sofia. “Senti quell’odore?” chiese, cercando di mascherare il tremore nella voce. “Un odore di terra bagnata e… qualcosa di marcio.” Lorenzo annuì, ma non disse nulla. La soffitta si presentò loro come un luogo dimenticato dal tempo, con vecchi bauli ricoperti di polvere e ragnatele.

Un rumore attirò la loro attenzione verso l'angolo più buio della stanza. “Che cos’è stato?” domandò Sofia, con il cuore che batteva forte. Lorenzo si fece avanti, cercando di illuminare l’oscurità con la lampada a olio che aveva portato con sé. I due si avvicinarono cautamente e trovarono un vecchio specchio la cui superficie era opaca e deformata.

“Cosa ne pensi?” chiese Lorenzo, fissando lo specchio con cautela. “Potrebbe essere solo un oggetto antico.”

Sofia si avvicinò per guardare più da vicino. “No, c’è qualcosa di più,” sussurrò. “Sembra… sembra che ci sia qualcuno dall’altra parte.”

Mentre i loro riflessi danzavano sulla superficie, un sussurro incomprensibile riempì l’aria, come una melodia antica e disturbante. “Lorenzo,” disse Sofia con voce tremante, “dobbiamo andare, non mi piace qui.”

Ma prima che potessero muoversi, una figura sfocata apparve nello specchio, avvolta in un abito bianco.  Il suo volto era pallido, gli occhi colmi di una tristezza profonda e disperata.

“Aiutatemi,” implorò la sua voce lontana, “non lasciate che accada di nuovo.”

Sofia si sentì sopraffatta da una sensazione di terrore. “Come possiamo aiutarti?” urlò, ma l’immagine sembrava svanire.

“Il portale…” fu l’ultima parola che giunse ai loro orecchi, prima che la figura scomparisse del tutto. Sofia e Lorenzo si guardarono. “Il portale,” ripetè Lorenzo, realizzando la gravità della situazione. “Dobbiamo trovare un portale e capire come chiuderlo.”

Ma prima che potessero elaborare un piano, un forte boato ruppe il silenzio, e la locanda tremò come se fosse colpita da un terremoto. Ogni oggetto si muoveva come se una forza invisibile stesse scatenando il caos. Sofia e Lorenzo corsero giù per le scale, e mentre scendevano, sentirono le porte e le finestre battere violentemente come se avessero una vita propria.

“Dobbiamo uscire di qui!” gridò Sofia, ma appena aprirono la porta, furono accolti da un vento gelido. “Amarante non ci lascerà andare,” pensò Lorenzo, con il cuore colmo di paura.

Riuscirono a farsi strada verso l’esterno, ma il villaggio sembrava diverso. Le strade erano avvolte da un’oscurità fitta, e ogni tentativo di orientarsi sembrava vano. “Dove sono i sentieri?” chiese Sofia, il panico crescente. “Non riesco a vedere niente.”

“Segui il mio passo,” disse Lorenzo, cercando di mantenere la calma. Ma man mano che si muovevano, la sensazione di essere seguiti cresceva. I volti degli abitanti che una volta avevano conosciuto si trasformavano in ombre, fluttuanti e indistinte. Era come se il villaggio stesso stesse cospirando contro di loro, cercando di intrappolarli.

Quando raggiunsero la piazza centrale, si resero conto di essere circondati da un cerchio di figure incappucciate. “Non possiamo tornare indietro,” disse Lorenzo, lottando per mantenere la voce ferma.

Le figure non si muovevano. Un silenzio carico di tensione avvolse la piazza, e le ombre sembravano attenderli. Un leader emerse dal gruppo, il volto coperto da un velo scuro, e la sua voce risuonò come un tuono. “Siete giunti fino a qui, ma il sacrificio è necessario. Amarante non perdona.”

“Cosa significa questo?” chiese Sofia. “Noi non siamo qui per sacrificarci!”

La figura alzò una mano “La scelta è vostra, ma il destino di Amarante è già scritto. Le ombre si nutrono di paure e ricordi. Solo un sacrificio può mantenere l’equilibrio.”

Sofia e Lorenzo si scambiarono uno sguardo di intesa. “Non ci lasceremo andare,” dichiarò Lorenzo. “Combatteremo per la verità, combatteremo per Anita e per tutti coloro che sono stati persi!” concluse Sofia mentre indietreggiavano per tornare nella locanda al sicuro.

Più i due si allontanavano, più il gruppo di figure spariva nell'oscurità. La notte era giunta alla fine, ma la battaglia per la salvezza di Amarante stava per avere inizio.

L'ombra di AmaranteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora