Il segreto della locanda

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Sofia e Lorenzo si svegliarono la mattina seguente con una sensazione di inquietudine ancora pesante nell'aria. La memoria della notte precedente, con le ombre danzanti e il misterioso cimitero, affollava le loro menti, rendendo difficile concentrarsi. Decisi a scoprire di più, si prepararono e scesero nella sala comune della locanda.

La locanda era deserta; il locandiere, un uomo anziano e taciturno, si muoveva silenziosamente dietro il bancone, con uno sguardo che sembrava scrutare ogni loro mossa. "Buongiorno," disse Sofia con un tono amichevole, cercando di rompere il ghiaccio. "Volevamo chiederti alcune informazioni sul villaggio."

L'uomo alzò lo sguardo, le sue labbra si curvarono in un sorriso che non raggiunse mai i suoi occhi. "Non c'è molto da dire," rispose. "Amarante è un posto tranquillo. Gli abitanti hanno le loro tradizioni."

Sofia, percependo l'evitamento del locandiere, insistette. "Abbiamo sentito storie... di cose strane che accadono qui. Di rituali protettivi. Potresti dirci qualcosa di più?"

"Meglio lasciar perdere," disse brusco, tornando a sistemare alcune bottiglie dietro il bancone. "Le cose che si sentono... sono solo superstizioni. Non lasciarti ingannare."

Lorenzo e Sofia si scambiarono uno sguardo preoccupato. In quel momento, il locandiere alzò il dito, indicando un simbolo inciso nel legno del letto di Sofia. Era un segno che non avevano notato prima, una spirale intricata che pulsava leggermente come se avesse vita propria.

"Che cos'è questo?" chiese Lorenzo, indicando il simbolo.

Il locandiere, visibilmente scosso, si voltò rapidamente. "Non dovresti toccare quelle cose," avvertì con tono carico di rabbia.

Sofia, impaziente e determinata a trovare risposte, decise di non lasciar cadere la questione. "Siamo qui per capire, per aiutare. C'è qualcosa di più grande in gioco, non credi?"

Il locandiere, incapace di mantenere la calma, si avvicinò e abbassò la voce, come se qualcuno potesse ascoltarli. "Ascolta, c'è una ragione per cui le persone evitano di parlare di certe cose. Non è solo una questione di superstizione. La foresta, il cimitero... ci sono forze in gioco che non comprendiamo. Alcuni abitanti... sono stati scelti. Sono spariti dopo aver visto cose che non avrebbero dovuto vedere."

Le parole del locandiere risuonarono come un campanello d'allerta nella mente di Sofia. Cosa significava essere "scelti"? L'idea di sparire, di essere intrappolati in un incubo senza fine, le fece gelare il sangue. "Dove possiamo trovare maggiori informazioni?" chiese, con la voce tremante ma ferma.

"Ci sono delle storie nei libri antichi," rispose il locandiere, guardandoli con un misto di preoccupazione e rispetto. "La biblioteca del villaggio... potrebbe avere ciò che cercate. Ma vi avverto: non tutti sono pronti a conoscere la verità. Alcuni potrebbero cercare di fermarvi."

Con quella frase, il locandiere si allontanò, lasciando Sofia e Lorenzo in uno stato di confusione. "Dobbiamo andare alla biblioteca," disse Lorenzo, incalzando con determinazione. "Se ci sono segreti qui, vogliamo scoprire cosa si cela dietro tutto questo."

Uscirono dalla locanda, l'aria fresca della mattina li colpì come un sollievo temporaneo. Ma non potevano ignorare l'idea che qualcuno stesse osservando le loro mosse. Si diressero verso la biblioteca del villaggio, un edificio antico che emanava un'aura di mistero e saggezza.

All'ingresso, una porta di legno massiccio si aprì lentamente, rivelando una stanza polverosa e silenziosa. Gli scaffali erano pieni di volumi antichi, alcuni con copertine sbiadite e altri con segni di usura. Sofia e Lorenzo si guardarono attorno, entrambi sentendo un misto di eccitazione e apprensione.

"Dove cominciamo?" chiese Lorenzo, mentre Sofia iniziava a sfogliare i titoli dei libri. Un volume in particolare catturò la sua attenzione: "Le Leggende di Amarante". Con una rapida occhiata, Sofia tirò giù il libro e lo aprì, le pagine ingiallite raccontavano storie di antiche pratiche rituali e di scomparsi legati a culti oscuri.

"Guarda qui," disse Sofia, leggendo ad alta voce: "Ogni settant'anni, un sacrificio è richiesto per mantenere l'equilibrio tra i mondi. Coloro che vengono scelti portano con sé una connessione a forze oscure e non dovrebbero mai essere lasciati liberi."

Il cuore di Lorenzo batté più forte. "Potremmo essere noi i prossimi? Dobbiamo avvertire gli altri," suggerì la sua voce tremante di paura.

Sofia annuì, ma nel suo cuore cresceva la consapevolezza che nessuno sarebbe stato pronto ad ascoltarli. "Ma non possiamo farlo da soli," rispose. "Dobbiamo trovare chi può aiutarci. Qualcuno che conosca davvero la storia di Amarante."

Mentre continuavano a sfogliare i libri, un documento fragile cadde a terra. Lorenzo si chinò a raccoglierlo. Era un volantino strappato, con disegni di simboli simili a quelli che avevano visto nella locanda e nel cimitero. La scritta in cima diceva: "Non fidatevi del custode. Lasciate il villaggio finché siete in tempo."

La paura invase entrambi. La lettera aveva chiaramente un avvertimento, e ora si sentivano intrappolati in una rete di misteri. Le parole del locandiere risuonavano nei loro cuori: "Non è solo superstizione."

Con la crescente consapevolezza che il tempo stava per scadere e che la loro sicurezza era in grave pericolo, Sofia e Lorenzo si resero conto che avrebbero dovuto prendere in mano la situazione. Dovevano svelare il segreto della locanda, ma anche capire chi fosse veramente il "custode" e perché la gente del villaggio sembrava avere tanto da nascondere.

"Torniamo indietro," disse Lorenzo, determinato. "Dobbiamo confrontarci con il locandiere di nuovo. È tempo di scoprire cosa sa realmente."

E così, con il cuore in tumulto e la mente piena di domande, si avviarono verso la locanda, consapevoli che ogni passo li avvicinava a una verità che temevano di affrontare. Amarante nascondeva qualcosa di profondo e oscuro, e il loro destino era legato a quel mistero, in un modo che neppure loro potevano comprendere appieno.

L'ombra di AmaranteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora