Capitolo 11

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C'è una nuova paura nell'oscurità del mio cuore. Ho paura di cambiare a causa della luce o forse che la luce cambi a causa mia. Eppure, mi chiedo anche, cosa potrebbe essere più illuminante che essere bruciati dalla luce?

– Safia Al-Jabar, 1915


Il vento si alzò intorno all'accampamento e il fuoco ruggì. L'oceano rispose con un rantolo e le onde si infransero ferocemente contro le rocce.

Stava arrivando una tempesta. Hermione lo sentiva.

Gli occhi si alzarono verso il cielo notturno sopra di lei e il panico le salì sulle gambe. Doveva rientrare in casa prima di esserne travolta, ma il resto dell'equipaggio sembrò non accorgersi del cambiamento del tempo, distratto dalle canzoni e dalle bevute. Ormai tutti, tranne lei, erano ubriachi fradici, si stringevano l'uno all'altro per stare al caldo, biascicano battute e storie sul mondo. Avrebbe voluto poter restare, non doversi preoccupare della tempesta, del rumore delle onde che si infrangevano o di cosa significasse per lei un tuono improvviso.

Invece, Hermione si alzò lentamente, sperando di non attirare l'attenzione o di non causare alcun disturbo, e si scusò per entrare nella casetta. Probabilmente avrebbe dovuto prendere una pozione e andare a dormire presto per perdersi l'inizio del temporale, ma si ritrovò a desiderare una tazza di tè o qualcosa di caldo.

I raggi della luna attraverso le finestre la guidarono verso la cucina e la sua mano annaspò per trovare l'interruttore e accendere la luce.

Hermione strillò.

Si strinse il petto e inciampò all'indietro.

Malfoy si appoggiò al bordo del bancone dall'altra parte del lavandino. Le lanciò un'occhiata di sfuggita, non impressionato dalla sua performance, e sollevò un bicchiere alle labbra.

«Malfoy!» Il cuore le batté contro il petto come un uccello che sbatteva contro la gabbia. Si strinse una mano tremante sulla fronte e lo fissò. «Perché diavolo non hai detto niente?»

«Sapevo che eri tu,» rispose lui freddamente. I suoi occhi si concentrarono sul bancone di fronte a lui.

«Beh, io no! Mi è quasi venuto un infarto.»

«Stavo solo qui, Granger.»

«Giusto, perché è assolutamente normale starsene al buio a quest'ora della notte,» sbottò lei. In realtà non era un grosso problema. Ma le tremavano le mani e doveva dire qualcosa per non fuggire. «Avresti dovuto dire qualcosa.»

Il viso di lui era irritato e lei non sapeva se fosse per il suo tono o se fosse perché lo stava praticamente rimproverando. Dubitava che qualcuno lo avesse mai rimproverato prima.

La sua voce era dura. «Bene.»

«Bene.»

Si schiarì la gola graffiata. Non si aspettava che lui cedesse così in fretta e finì per rimanere impacciata all'ingresso della cucina.

Hermione lo fissò.

Dalla rigidità delle sue spalle e dal ticchettio dei muscoli della mascella era chiaro che lui sapeva che lei lo stava guardando e lei non poté fare a meno di pensare all'aspetto che aveva appena un'ora prima intorno al fuoco.

Non sapeva cosa fare ora che l'adrenalina era scesa e il suo cuore batteva a un ritmo normale. Forse avrebbe dovuto voltarsi e andare a dormire come previsto in origine. Era stata una giornata particolarmente lunga ed estenuante e voleva che finisse subito.

Ma si rifiutò anche di essere la prima a cedere, sentendosi in qualche modo rafforzata dagli eventi di questa notte.

Doveva aver immaginato qualunque cosa ci fosse tra loro, però, perché quando lui girò lentamente la testa verso di lei, le tornò in mente tutto quello che le aveva detto l'ultima volta che erano stati da soli e un po' di coraggio si affievolì.

Green Light | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora