Capitolo 10

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Per gran parte della mia vita, ho affrontato resistenze, scelte e decisioni prese per me. Le ho accettate di buon grado, scegliendo invece di mettere i miei segreti, i miei desideri e le mie volontà in questa piccola scatola che chiamo cuore. Perché la verità, che covo nell'oscurità, è, a chi posso dirlo? A chi posso rivolgermi? Come posso dire che ciò che cerco, soprattutto, al di sopra di tutto ciò che questo mondo e la sua gente possono offrire, è il noor?
Noor, noor, noor.

-Safia Al-Jabar, 1915

«Come si chiama questo ragazzo che ti ha fatto piangere, di nuovo?»

«Draco Malfoy,» Hermione tirò su con il naso.

Sua madre si accigliò. «Pensavo si chiamasse Ron.»

«No, lui era l'altra volta.»

«Capisco,» disse sua madre a bassa voce.

Hermione scosse la testa in segno di frustrazione. «Non capisco perché abbia detto cose così offensive. Non gli ho nemmeno fatto niente, mamma.»

«A volte,» sua madre si avvicinò e asciugò con il pollice le lacrime sulla guancia di Hermione, «quando qualcuno è ferito, ferisce gli altri. Se non conoscono l'amore, non possono condividerlo con gli altri.»

«Non capisco.»

Sua madre fece una pausa. «Tu sai quanto io e tuo padre ti amiamo?»

Hermione annuì, una lacrima le scendeva sul viso.

«Tu ci ami?»

Hermione annuì di nuovo.

«Qualcuno ama Draco?»

Hermione si accigliò. «Anche lui ha una mamma e un papà.»

«Ma questo non significa che sia amato, Hermione.»

Hermione cercò di pensare, ma se doveva sincera, a parte quello che diceva a lei o a Harry e Ron, non pensava quasi mai a lui. Scosse la testa. «Non lo so.»

«E questo non ti spezza il cuore?» disse sua madre con dolcezza, stringendo il viso di Hermione nella morbidezza dei suoi palmi. «Cosa c'è di peggio che non sapere se si è amati?»

Hermione sbatté le palpebre nell'oscurità.

Il suo corpo era ancorato al letto e non riusciva a muovere gli arti. Ogni fibra della sua pelle era piena di piombo e il suo petto bruciava come se avesse trattenuto il respiro per ore sott'acqua.

I suoi occhi si erano adattati nel tempo in cui si era svegliata dal sogno e guardò le ombre degli alberi danzare sul tessuto della sua tenda.

L'alba era da qualche parte all'orizzonte e probabilmente avrebbe dovuto alzarsi per iniziare la giornata, visto che era già sveglia, ma non riusciva a muoversi. C'erano troppi pensieri nella sua testa e troppe poche energie per dare un senso a tutto.

Non devi amarlo per forza, le aveva detto sua madre. Ma puoi essere gentile?

Hermione era stata così giovane allora, ma annuì. Avrebbe fatto qualsiasi cosa le avesse chiesto sua madre, anche se non sarebbe riuscita a capire perché doveva essere gentile solo per ricevere gentilezza in cambio. Non capiva perché fosse Malfoy a mancare di bontà nella sua vita, quando era lei a essere ferita da lui. Per Hermione non aveva senso che fosse lei a doversi impegnare.

Durante Hogwarts e la guerra, le era sembrato sempre di inciampare e cadere, di raccogliere freneticamente i pezzi gettati sul ring, quando tutto ciò che voleva era uscire dall'altra parte della porta con i suoi amici al fianco. Non doveva nemmeno essere felice alla fine, aveva deciso: se i suoi amici fossero vivi, se Harry fosse lì con lei alla fine, sarebbe stato un incentivo sufficiente per impegnarsi al massimo.

Green Light | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora