Capitolo 14

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Ti cercherò e tu sarai lì e così saprò che i miei sogni si sono avverati".

-Safia Al-Jabar, 1915

«Sei sicura di non voler venire?»

Hermione si strinse lo scialle intorno alle spalle e rabbrividì contro il vento. «Vorrei poterlo fare, ma sto davvero male, Amina. Probabilmente andrò di sopra a dormire.»

Amina rivolse a Hermione un sorriso triste e aprì la portiera dell'auto per infilarsi dentro. «Ti ho lasciato gli avanzi del pranzo, visto che te lo sei perso. In cucina c'è del tè caldo per te. Fammi sapere se ti serve qualcosa.»

«Ti prego non preoccuparti per me. Voglio che ti diverti. Starò bene da sola.»

Amina si accigliò. «Non sei sola. Hai Draco.»

Non afferrò subito. Era più consapevole del rumore delle auto che le giravano intorno che di ciò che Amina aveva appena detto.

«Cosa?» Hermione respirò. «Amina, aspetta– perché?»

«Riprenditi!» chiamò Amina dal finestrino mentre le auto, una dopo l'altra, uscirono in retromarcia. «Torneremo a casa tardi!»

Hermione fece di riflesso un passo in avanti, nel tentativo di fuggire con loro all'ultimo minuto, ma le auto si allontanarono nell'oscurità. Lentamente, si girò e si rivolse al cottage. Non c'era nulla di teoricamente sbagliato nell'essere soli con Malfoy in una casa. Era già stata da sola con lui. Ma la cucina era una cosa e stare in una casa completamente vuota con lui era una sensazione fondamentale e immensa.

All'interno, dalla cucina uscirono dei rumori e lei si fermò nel corridoio, proprio di fronte alle scale. Ci fu una frazione di secondo in cui aspettò nell'ombra e si convinse che non aveva bisogno del tè e che dormire sarebbe stata davvero la soluzione migliore per lei. Ma sentì un sospiro frustrato e si ritrovò a dirigersi verso la cucina per vedere cosa stesse facendo. Aveva un piano per stasera che non prevedeva assolutamente Malfoy. Ma si rifiutava anche di rannicchiarsi nella sua stanza solo perché Malfoy si era intromesso nei suoi piani, o almeno questo era ciò che diceva a se stessa.

Stava rovistando negli armadietti, aprendo quelli sopra il lavandino e lasciandoli sbattere quando si spostava. Non la sentì salire e lei esitò all'ingresso.

Si aggrappò allo scialle come sostegno e stava per dire qualcosa per fargli capire che era lì, quando invece starnutì. Malfoy fece cadere un bicchiere che si frantumò nel lavandino.

«Cazzo,» borbottò. Le nocche bianche strinsero il lavandino.

«Oh Dio, scusa!» Hermione si affrettò al lavandino. «Stai bene?»

Gli afferrò quasi le mani per controllare se ci fossero ferite, ma Malfoy si allontanò subito. Non vide sangue, quindi si voltò verso il lavandino. «Volevo farti sapere che ero lì...»

Borbottò un Reparo, sentendo gli occhi di Malfoy su di lei, e mise da parte il bicchiere riparato. Lui tornò subito a rovistare negli armadietti quando lei lo affrontò.

«Stavi cercando qualcosa?»

«Dieci punti a Grifondoro.»

Hermione lo studiò. Era decisamente di umore peggiore rispetto all'ultima volta che lo aveva visto.

Tutto il suo corpo si contorceva per la tensione o l'apprensione mentre lei rimaneva in cucina. Doveva sapere che non se ne sarebbe andata, perché si girò verso l'altro lato della cucina per frugare negli armadietti, come per evitare che lei lo guardasse.

Lei non aveva davvero fame, ma per qualche motivo non riusciva ad andarsene. Pensò che forse era la stranezza di vederlo disorientato in cucina, completamente ignaro e inutile come un ippogrifo cieco, e riuscì a convincersi che voleva solo vederlo districarsi di più, ma non poteva nemmeno ignorare il seme del rapporto che sentiva. Malfoy aveva saltato il pranzo e visto che ora avrebbe saltato anche la cena, decise di risparmiargli la fatica di sudare per mettere insieme qualcosa da mangiare.

Green Light | Traduzione in ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora