Io sono un autolesionista, o meglio, per convezione dico di esserlo stato, anche se non è passato del tutto, ma le ricadute fanno parte delle del percorso, ne sono consapvole.
È stata dura ammetterlo, non ci ho mai voluto credere, non volevo adottare nomi al mio dolore, perché "questa cosa lo fanno le persone che stanno male, io sto bene".
Iniziai all'età di dodici anni e non ho ancora stabilito una data di fine.
Io sono un autolesionista, o un ex autolesionsta, uno di quelli il cui passato è scritto addosso, ed il mio rapporto con questa cosa barcolla giornalmente. Perché c'é una parte di me che guarda le proprie cicatrici come dei ricordi di una guerra interna, di momenti, pensieri e giorni bui, mi ricordano una parte di me, e non vorrei mai scomparissero. Mentre vi e un altra parte, quella consapevole che anche l'esterno vede questi segni, che sono un po' la mia carta di presentazione, perché anche se non vuoi le vedi. E quindi poi, anche nel momento in cui io volessi raccontare la mia storia, le persone non sono tanto stupite dal mio dolore, infondo si vede.
Devo ammettere che nel corso del tempo, il mio corpo ha subito cambiamenti devastanti, incarnando il tempio di ogni mio disturbo, e chi ha un occhio piu attento potrebbe notare anche gli altri, ma l' autolesionismo, a cui sono onestamente affezionato, e so quanto sia terribile da dire, è il tempio più grande.
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punto è virgola
AléatoireUna raccolta sconnessa di flussi di pensieri tw: atuolesionismo, dca, suicidio.