XIII • 𝐿𝑜𝑠𝑒 𝑦𝑜𝑢 𝑡𝑜 𝑙𝑜𝑣𝑒 𝑚𝑒

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Νostalgia
/no-stal-gì-a/ s. f.
Dal greco «νόστος», ritorno e «άλγος», dolore.

Dolore del ritorno.

La parola nostalgia deriva dall'unione di due parole di origine greca: «νόστος», ritorno a casa e «άλγος» dolore, che insieme diventano "il dolore del ritorno".

La nostalgia è un'emozione unica, caratterizzata da un senso di tristezza e rimpianto a causa della lontananza da persone o luoghi o eventi collocati in un passato, ormai lontano, che si vorrebbe rivivere.

Percepiamo la nostalgia solo nel momento in cui perdiamo qualcosa, non siamo preparati a cosa ci aspetta dopo aver avuto una mancanza. Ogni giorno che passa questa consapevolezza cresce insieme al dolore che si accumula.

Spesso sentiamo il bisogno di dire "non devi stare male" ma solo poi capiamo l'importanza del dolore. Il dolore, nonostante non si voglia ammettere, è l'unico modo vero per crescere e comprendere tante cose.

Dal momento che provi dolore per chi ami, per chi odi, per chi lasci e per chi non puoi avere, comprenderai che tutto questo è da spiraglio per capire il mondo e per metabolizzare che il dolore non viaggia mai da solo, ma bensì è alimentato da una sola cosa: l'amore.

Esatto, proprio l'amore dona il dolore più distruttivo, tanto da associarlo al dolore di un lutto. L'amore ha talmente tanti lati che non si riesce a scoprirli tutti, proprio per questo si soffre. Ma ho capito solo ora che la più grande forma d'amore è lasciare qualcuno, nonostante ci abbia fatto soffrire noi continueremo ad amarla, sapendo che prima o poi si troverà il coraggio di lasciarla andare sentendo così la sua nostalgia.

"Il vizio di scrivere diari non è ancora svanito?" Una voce alle mie spalle mi fece tornare con i piedi per terra, poggiando la penna nera all'interno della mia agenda su cui puntualmente esponevo i miei pensieri, per poi richiuderla dentro.

Solitamente non era mia abitudine lasciar perdere lo scrivere per dar retta al mondo attorno a me, ma in quel momento sentii una voce fin troppo famigliare che, senza volerlo, catturò la mia attenzione.

Feci per rispondere ma le forze si abbandonarono a se stesse, dandomi la privazione della parola, facendomi trovare in silenzio con lo sguardo che sembrava dire qualcosa. La figura che fino a poco prima era davanti a me, prese posto su una sedia al mio fianco, posando il bicchiere sul tavolo dove si trovava ancora intatto il mio calice di vino bianco.

"Non sono qui per litigare." I gomiti posati sul ripiano mentre io, girando leggermente la sedia, cercai di spormi alla sua direzione, così da averlo faccia a faccia.

"Non ne avresti il motivo, Rafe." Ero combattuta e stanca di quella situazione travolgente, mi ero posta di togliere alcuni problemi e di concentrarmi solo su uno: lo sconosciuto.

Da giorni mi ero soffermata insieme a John B su teorie possibili a chi fosse, cosa volesse, perché sapeva della mia esistenza ma soprattutto cosa avesse di mio. Dalla sera della scomparsa delle foto sono sempre più convinta che sia lui l'artefice, e penso che tutto questo sia stato fatto per avere qualcosa in cambio.

In lontananza vidi la persona meno simpatica e intelligente di questo mondo, la persona che poche volte riceveva la mia attenzione e in quelle poche volte ero fatta o ubriaca. Si avvicinò nella sua spavalderia che mi fece quasi vomitare, pronto a distruggere quella piccola conversazione con Rafe.

"Ma guarda qui chi è tornata nel famoso lato dell'isola, la principessa kook. Sua maestà." Si inchinò sorridendo come un idiota, mentre io roteavo gli occhi dalla scocciatura che il ragazzo mi fece salire.

𝑻𝒉𝒆 𝑩𝒆𝒔𝒕 𝑴𝒊𝒔𝒕𝒂𝒌𝒆 - JJ Maybank, Rafe Cameron & Arabella DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora