Ottobre 2020
Non ha chiamato.
Per tre giorni, silenzio totale.
Harry era così sicuro che lo avrebbe fatto che non aveva nemmeno pensato all'eventualità che non lo chiamasse più.
Si sente malissimo e non riesce nemmeno più a dormire. Ha chiuso gli occhi per un paio d'ore appena rientrato a casa dopo la notte con Louis, e quelle sono state le ultime ore di sonno sereno che è riuscito a concedersi.
Quello che non riesce a spiegarsi è il motivo per cui gli aveva detto ti chiamo se poi non aveva intenzione di farlo. Se non fosse così orgoglioso lo chiamerebbe lui, con una scusa idiota; è fuori allenamento con le relazioni sociali ma è ancora in grado di trovare una scusa per telefono. Solo non lo fa, per orgoglio, quel dannato orgoglio, o per paura.
Sì, Harry è terrorizzato dall'idea di sentire la voce di Louis parlargli freddamente all'altro capo del telefono, e sentirlo dire qualcosa come 'ci ho pensato, è stata una bella notte, ma è meglio finirla qua'. Non reggerebbe ad un discorso del genere, e forse alla lunga non avrebbe retto nemmeno a quel dannato silenzio. E' un circolo vizioso.
Il fatto è che Louis è rientrato prepotentemente nel suo mondo, senza chiedere il permesso e adesso è impossibile, assolutamente impensabile, tornare a quel nulla che prima Harry chiamava vita.
Lo sanno tutti, è sempre quando si è sotto la doccia che si prendono le decisioni migliori, e Harry, dopo aver lasciato scorrere l'acqua calda sulla sua pelle per più di mezz'ora, ha deciso solennemente di lasciare passare ancora due giorni e se Louis avesse proseguito ad ignorarlo, allora sarebbe andato a casa sua ad attaccarsi al campanello finchè non fosse riuscito a parlargli, ad avere quegli occhi azzurri di fronte ai suoi e a chiedergli, faccia a faccia, cosa ci fosse che non andava.
Spegne il getto d'acqua ed esce, legandosi un asciugamano in vita e prendendone un altro per frizionarsi i capelli.
Passando davanti alla finestra si stupisce che sia già buio. Ma che diavolo di ore sono? Nemmeno quando cambiava fuso orario ogni dieci ore si era mai trovato in un conflitto così esplicito con il senso del tempo come in quegli ultimi tre giorni. Guarda il cellulare, sono le 23. Questo spiega anche il senso di fame che sente. Va verso la cucina, intenzionato a cercare qualcosa di commestibile, ma viene interrotto dal suono del campanello.
Harry non si stupisce nemmeno che sia quello della porta e non il suono del videocitofono collegato al cancello esterno, lo ha disattivato parecchio tempo prima, era diventato assolutamente inutile.
Va ad aprire, pensando solo che qualsiasi persona ci sia dietro la porta sia la causa che lo separa dalla sua cena estremamente tardiva.
Sussulta e spalanca gli occhi come un bambino quando si trova davanti Louis.
"Hey. Apri così anche al postino?" chiede, squadrando Harry dalla testa ai piedi e soffermandosi sull'asciugamano legato in vita che è la sola cosa che indossa.
"Il postino a quest'ora?" ribatte Harry. E' raggiante, è così felice che gli sembra impossibile che Louis non riesca a sentire il suo cuore che batte o il suono dell'urlo di gioia che gli occupa la testa.
Deve dirgli mille cose, ma adesso che è lì davanti con quel suo mezzo sorriso un po' incerto e nervoso, gli sembra che nient'altro sia importante.
"Ancora peggio. Avrebbe potuto essere chiunque." Dice Louis.
"Ah andiamo, piantala, Tomlinson." Dice Harry ridendo. Non riesce quasi a ricordarsi l'umore orribile che aveva solo pochi istanti prima. "Dai, entra..." dice, spostandosi dal vano della porta.
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Falling Apart
FanfictionLARRY STYLINSON Anno 2020 Gli One Direction sono solo un ricordo e i ragazzi hanno dovuto reinventarsi e ricominciare una nuova vita. Tutti tranne Harry, che si è chiuso in se stesso, lontano da tutti, perfino da Louis. Louis e Harry si incontrano...