Eight

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Ok popolo, finora abbiamo scherzato, adesso arriva l'angst quello serio :) allacciate le cinture e buona lettura :) devo dire che è davvero uno dei miei capitoli preferiti tutto sommato. Enjoy!
Irene









Ottobre 2020

Harry è nervoso.
Estremamente nervoso.

Continua a sistemarsi i capelli davanti allo specchio, spostandoli continuamente da destra a sinistra.

Se c'è una cosa di cui è sicuro in quel momento è che è terrorizzato da quella cena. Non ci vuole andare e preferirebbe mettersi a scalare una montagna a piedi nudi piuttosto che stare un paio d'ore seduto allo stesso tavolo con i suoi ex migliori amici che lo odiano, cercando di fingersi felice per non rattristare Louis.

Il suo Louis.

L'unico motivo per cui sta facendo quell'enorme sacrificio.

Il pensiero dell'entusiasmo quasi infantile che Louis ha ostentato per l'intero giorno precedente è l'unica cosa che gli impedisce di mandare ogni cosa al diavolo e nascondersi sotto il suo piumone per ore, evitando in ogni modo quel confronto con il suo passato che sa già che gli costerà caro.

Nel frattempo si è quasi convinto che il ciuffo insensato di capelli troppo lunghi stia meglio buttato sul lato destro del suo viso. O forse no.

Suona il campanello, e Harry lancia un'occhiata ansiosa all'orologio. Accidenti è più tardi di quanto credeva e Louis è già arrivato.

Va ad aprire. Per lo meno sarebbe riuscito a rubargli qualche bacio prima di uscire.

"Ciao." Dice con un sorriso, quando apre la porta, spostandosi per lasciare entrare Louis in casa.

"Ciao." Risponde lui.

Harry lo guarda per qualche secondo: è splendido, nella sua giacca di pelle e nei suoi jeans neri, così splendido che fa spuntare un sorriso sul suo volto.

Louis si avvicina e sfiora le labbra di Harry con un bacio piccolissimo, alzandosi sulle punte.

"Fammi indovinare...non sai come vestirti?" chiede, divertito, squadrando Harry da capo a piedi, il suo corpo che sparisce nascosto da una tuta grigia.

Harry spalanca gli occhi, illuminando di verde l'intero campo visivo di Louis per un secondo.

"No...vengo così." Risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Louis aggrotta le sopracciglia: "In tuta? Andiamo, Harry, non è che devi metterti lo smoking, ma almeno io ho messo una camicia..."

Harry si guarda di nuovo allo specchio e sbuffa.

Sembra un bambino.

"Non ne ho camice, fanno schifo le mie camice, sono tutte fuori moda, ho solo camice assurde e jeans troppo aderenti che non mi stanno più, non...ah, rinunciaci, Lou, vengo in tuta e non parliamone più."

Louis lo guarda divertito per qualche secondo, prima di lasciarsi sfuggire una risatina.

"...e non ridere!" lo rimprovera Harry.

Louis gli si avvicina e gli prende il viso fra le mani baciandolo sulla punta del naso. Intreccia le sue dita con quelle di Harry, mentre il riccio cerca di calmarsi prendendo una serie di respiri profondi, ad occhi chiusi.

"Scommettiamo che qualcosa di mettibile lo troviamo nel tuo armadio?" dice Louis andando verso la camera, trascinandosi dietro Harry, svogliato e riluttante.

"E' inutile, Louis, non c'è niente di decente lì dentro." Protesta Harry, e a quel punto Louis comincia a pensare che quella specie di crisi di vestiario stia durando un po' troppo per essere solo un problema di vestiti. Si ferma, appena entrato in camera di Harry e si volta verso di lui, guardandolo negli occhi, serio.

Falling ApartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora