Sixteen

1K 37 5
                                    

Marzo 2017

La mattina seguente Harry si svegliò prima del solito, con una sensazione sgradevole che aleggiava su di lui.

Non si ricordava molto della sera prima, solo che aveva bevuto troppo e che c'era qualcosa che non andava.

Si rese conto di una presenza all'altro lato del letto, e per un istante, in modo irrazionale, la sua mente pensò automaticamente a Louis.

Lo stomaco gli si strinse ancora nell'istante successivo, sentendosi male solo per aver pensato all'immagine di Louis nel suo letto. A quanto sarebbe stata giusta, bella, familiare.

Niente a che vedere con le sensazioni di estremo disagio che sentiva Harry mentre fissava, cercando di metterla a fuoco, la sagoma della ragazza bionda che dormiva nuda sotto le sue lenzuola.

Ci mise un paio di minuti a ricordarsi chi fosse, senza riuscire in nessun modo a ricordarsi il suo nome. Non gli importava niente, in realtà, voleva solo che sparisse da lì.

Non era facile per lui, non lo era per niente.

Era la prima volta che faceva sesso con qualcuno dopo Louis. Era la prima volta in sei anni che faceva sesso con qualcuno che non fosse Louis. Dire che era in confusione era dire poco. Era completamente perso. L'ansia era fuori controllo, e il suo cervello non riusciva a pensare a nient'altro se non a Louis, che non era lì in quel momento, che non era mai stato lì, in quella sua casa nuova che Harry odiava. Louis non c'era non c'era mai stato e Harry non lo aveva mai visto preparargli il the nella sua nuova cucina e portarglielo nel suo nuovo letto.

E invece, c'era quella biondina che dormiva beatamente, senza aver nessun diritto di essere lì. Ok, era lì perché Harry ce l'aveva portata, ma non cambiava, non aveva diritto di stare lì e prendersi un posto che non era il suo.

Ma che cavolo aveva in testa la sera prima?

Con quel senso di disagio che non gli dava tregua, Harry si alzò dal letto e si mise qualcosa addosso, andò verso la cucina e infilò la cialda nella macchinetta del caffè. Ne aveva davvero bisogno. Tornò verso la camera mentre aspettava che il caffè fosse pronto e girò attorno al letto, accucciandosi vicino al lato in cui dormiva la ragazza. Allungò una mano e la scosse, con non molta delicatezza.

La ragazza mugolò, con la testa immersa nel cuscino. Harry la scosse di nuovo.

"Ciao." Disse lei, con un tono forzatamente languido.

"Te ne devi andare." Rispose Harry secco.

"Eh? Non posso stare per colazione?" aprì gli occhi "c'è odore di caffè..."

"No, no, te ne devi andare. Vestiti."

La ragazza si alzò di scatto, tenendosi il lenzuolo contro il petto, per coprirsi il seno. Come se improvvisamente fosse diventata pudica, e come se non gli avesse sbattuto in faccia per tutta la notte quelle stesse tette che adesso cercava di coprire, soltanto perché era mattino.

"Harry, ma che cosa...che ti prende?"

Harry si alzò e uscì sbuffando dalla stanza: "Muoviti."

La voce fastidiosa della ragazza lo inseguì fino in cucina: "Ehi ma...perché cazzo mi stai trattando così? E' così che ti comporti, eh? Illudi delle ragazze e poi le tratti così la mattina dopo?"

Ad Harry venne quasi da ridere: "Ah, per favore, neanche me lo ricordo di come sei finita nel mio letto, ma non penso di averti pregata in ginocchio."

Falling ApartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora