Parte 5

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Sono già passate due settimane , due settimane che però sono state una tortura , c'è stato molto lavoro , perfino Sonia e Jessica e gli altri camerieri hanno affermato  che sono state le due settimane più impegnative negli ultimi mesi , che era dai weekend in estate che non lavoravano così tanto, inoltre ho avuto due esami di diritto , che credo siano andati bene e sono stata alla stazione della polizia per dichiarare dove fossi nei momenti dell'omicido , dove mi hanno chiesto se i comportamenti di mia madre e Ethan fossero normali nei loro ultimi giorni , se avevano problemi , se io ho problemi , se so qualcosa .
E avrei voluto aiutarli , sapere qualcosa e riferirla per facilitare le indagine ma non sapevo nulla , ero ferma sulla sedia che scuotevo la testa ad ogni domanda sentendomi inutile.
Il giorno che hanno ucciso Ethan ero in biblioteca a studiare , lui era con me prima , di pomeriggio , poi verso le sei di pomeriggio mi disse che aveva da fare , che sua madre lo aveva chiamato e se ne andò , io rimasi da sola  per altre due ore finchè non chiuse  e andai in un bar nelle vicinance e continuai a studiare fino alle dieci.
Finito salii in auto e andai da Nora , una mia compagna dell'università a prendere il materiale che l'insegnante aveva consegnato quando non c'ero e rimasi da lei per circa due ore a parlare fino a quando mi ha chiamata Ella piangendo dicendomi che il corpo di Ethan è stato trovato senza vita con un foro in fronte in spiaggia .
Andai correndo , non ci credevo , parte di me sperava che fosse solo un errore , che non era Ethan ,e che se invece fosse stato lui  forse era ancora in vita , che era ancora salvabile , arrivai in spiaggia che era piena di persone , di poliziotti , le luci dell'ambulanza , le torce , i pianti di sua madre , era tutto surreale , sembrava la scena di uno dei film che guardavo sempre con lui , dove fantasticavamo di essere procuratori e investigatori che conducevano le indagini , solo che in quel momento , lui era la vittima , e io increadula ero di nuovo la spettatrice solo che la scena era vera non era finzione.
Vidi il suo corpo in un sacco per cadaveri nero che veniva  trasportato via , per terra c'era una grande macchia di sangue , io non potevo avvicinarmi , rimasi dietro ai nastri ad osservare la polizia scientifica analizzare tutto , a guardare le persone piangere e urlare , le onde del mare quel giorno erano più violente era come se anche loro sofrissero.
Piansi in silenzio , ricordandomi gli ultimi minuti passati sperando di ritornare indietro , di svegliarmi e ritrovarmi sui libri addormentata con lui accanto e ridere perchè lo facciamo sempre.
Prima che se ne andasse dalla biblioteca mi aveva detto che non vedeva l'ora di finire li studi , di iniziare a lavorare , di aprire uno studio con me , di camprare case vicne , di sposarci e fare da testimoni l'un l'altro e crescere i nostri figli insieme , di unirci ogni fine settimana a casa di uno di noi e fare una cena tutti insieme , la sua famiglia e la mia , e poi si coresse dicendomi che in realtà saremmo stati una famiglia unica e che non servirà aspettare il weekend , che ogni giorni avremmo mangiato insieme.
Io risi , dicendoli di pensare al presente , di studiare prima per il prossimo esame e ora me ne pento perchè se potesse tornare indietro ,ascolterei i suoi piani per ore e li direi che lo vorrei anche io.
Rimasi immobile ,finchè arrivò mia madre ed Ella , erano anche loro distrutte , per mia madre era come un figlio , passava la maggior parte del tempo a casa mia , eravmo inseparabili , lo avevo conosciuto all'asilo , inizialmente non ci soppportavamo , ricordo che litigavamo sempre nel cortile delle elementari , poi non so come o quando , era diventato il mio migliore amico , dormiva a casa mia , mi portava con la sua famiglia in viaggio , facevamo le stesse cose , ci piacevano le stesse cose , e tutti ci dicevano che eravamo la stessa persona , lui era la mia anima gemella e io la sua.
Quella notte mia madre mi portò a casa e ci fù completo silenzio per giorni , ignorai mia madre quando provava a consolarmi , la ignoravo ignara che quelli erano i miei ultimi momenti con lei , non credevo potesse essere possibile un'altra morte.
Anche perchè ero convinta che la morte di Ethan  fosse stata un errore , che lui si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato , la possibilità che lui fosse in mezzo ai casini non esisteva nella mia mente , lui era perfetto , era calmo , e non creava problemi con nessuno , non si sarebbe mai messo in una situazione come quella , se avesse avuto problemi ne avrebbe parlato con qualcuno , sarebbe andato dalla polizia , lo so.
Poi sette giorni dopo , quando pensavo che fosse arrivato il momento di accettare la sua morte , di provare ad andare avanti , ci fù un'altro sparo , un'altro omicidio , un'altra persona che esce dalla mia vita , parte di me che mi abbandona , mia madre , la persona che non avrei mai pensato di vivere senza.
Era pomeriggio , ero a casa con mia sorella , eravamo sdraiate sul divano , nostra madre era uscita a mezzogiorno , per aprire il ristorante , era mercoledi e lei i mercoledi non apre la mattina, stavamo guardando uno stupido programma sugli squali quando Sonia chiamò.
"Ciao  Ayla , scusa se ti distrurbo , sei a casa ? tua madre è con te ?" mi chiese.
Ero confusa , perchè mia madre sarebbe dovuta essere al lavoro con Sonia e Jessica da circa tre ore.
"no , è uscita prima , è al ristorante no? " le chiedo.
"no , non è qui , io e Jessica non abbiamo con noi le chiavi è da prima che aspettiamo sulle sedie , non è arrivata ."
Iniziavo a sentirmi male, me lo sentivo che c'era qualcosa , perchè mia madre non è mai in ritardo ,  e apre sempre il ristorante , non ha mai saltato un giorno.
"Adesso la chiamo e ti dico."
" Prova, magari a te risponde."
"Voi andate pure a casa ." dissi alzandomi e andando a cercare le mie scarpe.
" Grazie cara. " Sonia attaccò.
Chiamai mia madre diverse volte , ma non rispose.
"Dove vai ? " mi chiese Ella .
"Nostra madre non è andata al ristorante , Sonia mi ha detto che non risponde al telefono , vado a vadere dov'è " le dissi dirigendomi alla porta.
" Vengo con te aspettami."
" No è meglio se resti qui , così se viene mi avvisi "
Sbuffò e si ributtò sul divano.
" Anche tu avvisami quando la trovi"urla sbuffando.
Quel pomeriggio girai per tutte le strade preoccupata che avesse fatto un incidente , ma nulla , non c'era traccia , la richiamai e richiamai diverse volte , mi dicevo che forse il suo telefono era scarico che si era fermata da qualche parte , che era andata a vedere qualche sua amica , le chiamai tutte , nessuna sapeva niente , andai nei suoi locali preferiti  , ma nulla.
In fine andai alla stazione della polizia , dove solo qualche giorno fa mi era stato chiesto di Ethan, dissi a loro che mia madre non c'era, che era scomparsa , mi ignorarono ,mi dissero che dopo solo otto ore non è possibile denunciare la scomparsi di una persona , sopratutto se questa è un audulta , mi diserro di ritornare quando sarebbero passate ventiquattro ore , ma io non volevo , sapevo che qualcosa non andava perchè non è da mia madre fare così , insistetti , molto e quando l'ispettore Chris Pratt , il padre di Luna , l'amica di Ella , e colui che conduce le investigazioni sull'omicidio di Ethan mi vide mi fece entrare nel suo ufficio , gli spiegai la situazione e decise di aiutarmi .
Rimasi seduta in una sedia ad osservare persone andare e venire , a sentire suoni dei tasti del computer , di fogli , di sedie.
Mi faceva male la testa.
"Ayla , è meglio se torni  a  casa , quando troverò qualcosa ti chiamerò." mi disse dopo ore.
Scuotai la testa , non avevo intenzione di andarmene.
Rimasi , era quasi mezzanotte.
"Hai fame?" mi passò un bicchiere di caffè e una merendina.
Il signor Pratt è una persona davvero gentile , molte volte andavamo a casa sua a cenare perchè Luna , sua figlia , è la migliore amica di Ella , è sembra stato disponibile , quando mamma non c'era mi aiutava sempre , mi portava a scuola la mattina , mi aiutava a fare le guide per la patente , e quando qualcosa a casa non funzionava veniva sempre a sistemarla , era come un padre.
"Signore , abbiamo torvato una donna in un incidente stradale." un ragazzo disse avvicinandosi.
Pratt sembrò arrabbiarsi da come lo guardava,  non voleva che io sapessi , non in quel momnto e in quel modo.
Il ragazzo non lo capì , e infatti continuò a dare informazioni.
" è senza vita , morta sul colpo."
Mi alzai facendo cadere ciò che avevo in mano.
Pratt prese le cose da per terra , dicendo qualcosa al ragazzo che se ne andò subito.
"Calmati , potrebbe non essere tua madre." mi disse ma ormai il mio attacco di panico stava già iniziando.
Aspettai per un po' di ore , in ansia , con le mani che tremavano , e la testa che scoppiava , il telefono continuava  a squillare , era mia sorella e Sonia che chiedevano informazioni , non risposi.
Mi alzai poi quando mi chiamarono a identificare il corpo , a vedere se è il corpo di mia madre.
Un corpo senza vita sul metallo freddo  , ricoperto da un telo bianco.
Le scoprirono il viso.
E provai un misto di sensazioni , tra cui un immenso sollievo , perché non era mia madre , credevo che mia madre potesse ancora essere viva , perchè quella davanti a me non era lei.
Uscii sorridendo e piangiendo contemporaneamente , perchè il peso che provavo nel petto si era allegerito.
Pratt mi rivolse un sorisso di incoraggiamento.
Rimasi comunque lì.
Mi addormentai su una sedia e quando mi svegliai , era già mattina.
Erano le sette , avevo diverse chiamate perse da mia sorella e il telefono era troppo scarico per chiamarla.
Andai nell'ufficipo di Pratt , che appena mi vide mi venne incontro abbracciandomi , ero confusa , non capivo e capivo allo stesso momento.
Mi staccai scuotendo la testa , perchè dai suoi occhi capivo , capivo che era successo qualcosa , che mia madre è stata trovata e non ero pronta a sapere , non ero pronta a provare altro dolore.
" Hanno trovato Lorelai ."disse con occhi lucidi.
"Mi dispiace" continuò.
"Dov'è ? " chiesi chiesi continuando a scuotere la testa perchè non volevo credere a nulla.

Mi portò in auto , in silenzio .
Era un vecchio cantiere abbandonato in mezzo al nulla , fuori dalla città.
Mi chiedevo cosa ci faccesse mia madre lì , da sola , di pomeriggio senza dirci niente.
La sua auto era parcheggiata fuori , in un prato pieno di pezzi , roba vecchia.
Sentivo le gambe cedere ad ogni passo che facevo.
Poliziotti , l'ambulanza , uomini vestiti di bianco che vanno e vengono , una chiazza di sangue grande sul pavimento , il nastro giallo , di nuovo tutto che si ripeteva.
Era come se stessi rivivendo tutto di nuovo , un incubo che non finisce.
Mia madre dentro ad un sacco nero.
Era vicina e così lontana allo stesso tempo.
Mi girai da Pratt , volevo potermi avvicinare , mi sife segno di no , e rimasi immobile ad osservare.
Mi abbraccio portandomi fuori.
"Mi dispiace Ayla ,non so cosa sia successo , tua madre era una mia amica , sappì che farò di tutto per trovare il colpevole." disse e fece segno al ragazzo di prima per portarmi via.
Tornata a casa , trovai mi sorella che mi urlò contro per non averle risposto .
Le dissi di ciò che era successo , lei si mise a urlare , a piangere , non ci credeva , la abbraccia , le dissi che sarebbe andato tutto bene , ma lei non sembrava crederci , e non ci credevo neanche io.
Si chiuse in camera sua , e io nella mia.
Nessuna uscì per tutto il giorno, ramasi nella stanza a piangere e lei nella sua a fare lo stesso.
Di notte , le preparai da mangiare , le portai il cibo in camera sua , provai a parlarle , ma lei non disse niente , rimase in silenzio , e io a parlare , a provare a consolarla , a provare a rendere il dolore meno doloroso , provavo a farla stare meglio perchè lei era ciò che mi era rimasto.
Perchè quando era morto Ethan non ascoltai mia madre , la evitai , non le permisi di starmi vicino,non volevo condividere il mio dolore con nessuno , perchè ero stupida , perchè sono fatta così, allontano le persone quando sto male , odio mostrarmi debole.
Con mia sorella invece mi ero sforzata , volevo starle vicina , perchè avevo paura di rivivere ciò che era successo con mia madre , ma lei non me lo premise , era strana , era come se sapesse qualcosa , usciva di nascosto , parlava al telefono di nascosto , ho provato  a capire ad avvicinarmi , ma ho fallito perchè pochi giorni dopo , tornata dal supermercato trovai un gruppo di persone davanti all'appartamento dove viviamo , alzai lo sguardo per vedere cosa stessero osservando e vidi mia sorella , sulla terrazza , ad un passo dal buttarsi , feci cadere tutto ciò che avevo in mano , il cibo con cui volevo cucinare il suo piatto preferito.
Ci scambiammo uno sguardo , i suoi occhi erano spenti , i miei la imploravano di fermarsi , era l'ultima persona che mi fosse rimasta , e la stavo guardando mentre mi abbandonava , mentre decideva di abbandonarmi , nonostante io le avessi detto il quanto la sua presenta fosse importante per me in quel momento , il come se non ci fosse stata sarebbe stato tutto più difficile , non sarei riuscita ad andare avanti , il come noi dovevamo esserci per noi stesse e andare avanti per nostra madre , perchè è ciò che ci ha insegnato , di esserci l'una per l'altra.
Corsi le scale , con la speranza di raggiungerla infretta , di salvarla , di fermarla , ma urla forti mi fecero capire che era troppo tardi , mi bloccai sui gradini , con mani tremanti , il cuore che sembrava uscire dal petto ,  scesi le scale lentamente , appoggiata alla parete, sperando di non cadere , di rimanere cosciente.
"È morta" urlavano le persone.
Li fissai rimanendo ferma davanti alla porta .
Il corpo di mia sorella , un'altra persona morta davanti ai miei occhi , un'altra ferita.
Crollai a terra e osservai la scena , la chiazza di sangue per terra , la stessa chiazza di sangue.
Provavo le stesse sensazioni , solo che il quel momento mi sentivo più sola che mai , perchè se la morte di mia madre mi distrutta , quella di mia sorella era una cosa che più non mi aspettavo , per quei pochi giorni l'avevo protetta come se fosse l'ultima cosa a me rimasta ed era così , l'avevo costretta a rimanere a casa e ad informarmi di ogni passo che faceva quando era fuori per evitare che a una delle due succedesse qualcosa , ma non ci sono riuscita comunque.
La portarono via , e io rimasi seduta lì per diverse ore prima di alzarmi , la persone se ne erano andate , il corpo di mia sorella non c'era più , c'era solo la macchia di sangue , la spesa per terra e io.
Era come se fossi stata pietrificata , la morte di mia sorella mi aveva scioccata .
L'unica cosa positiva , per quanto possa esserlo e che dopo la sua morte non può morire più nessuno , non c'è più nessuno ,sono sola , e più sola di così non posso essere.
È questo che successe ed è questo ciò che raccontai alla polizia.

In queste due settimane inoltre pensai , iniziarono a crescermi dubbi, punti di domanda , spazi che non riesco a riempire.
Ethan, mamma e Ella sapevano qualcosa , avevano qualche problema e mi hanno mentito , nascosto tutto .
E farò di tutto per scoprirlo.

Raggiugere La Riva - RoseElisabethMoodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora