Parte 12

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Ci mettiamo seduti per terra ai piedi del letto , con il computer sulle sue gambe per guardare  un film , un po' scelto a caso , che poi alla fine non guardiamo veramente , ma che usiamo come sottofondo per la nostra conversazione.
"Hai fratelli o sorelle?" mi chiede Rafe.
Io rimango in silenzio perchè rispondere , sarebbe significato informare qualcuno per la prima volta a voce alta di ciò che è successo , e non ho problemi ad aprirmi con lui , per niente , solo che pronunciare certe parole è veramente difficile quando la tua mente non è ancora abbituata ad esse.
"Ho .., avevo una sorella di nome Ella." dico sorridendo provando a stare calma e non fare cose strane , come piangere o avere attacchi di panico.
"È..." inizia a parlare ma lo interrompo.
"È morta." tossisco sforzandomi a far uscire le parole dalla gola.
"Mi dispiace."mi rivolge un sguardo di conforto.
"È okey." dico con un sorriso forzato cercando di sembrare forte.
"È successo di recente?" chiede.
Annuisco senza dire niente.
"È per lei che stavi male quel giorno?" domanda poi e il mio tentativo fallisce.
Non rispondo perchè la risposta l'ha capita anche lui.
Dopo un lungo silenzio passato a guardare il film decido di raccontargli anche io , di aprirmi con lui come lui ha fatto con me.
"Hai letto ultimamente nei giornali di due omicidi?"
"Ho sentito parlare ,credo a tavola, riguardo ad un ragazzo ucciso un po' di settimane fa,perchè?"chiede confuso.
Raccolgo tutta la forza che ho dentro per parlare , per spiegargli e lo faccio, ci provo.
"Il ragazzo è , era il mio migliore amico , gli hanno sparato in fronte , su una spiaggia , e non si sa chi ,... dopo la sua morte , sette giorni esatti dopo."la mia voce inizia a tremare a spezzarsi ma continuo.
"Dopo sette giorni , è successa la stessa cosa."inizio a piangere e singhiozzare.
Rafe ferma il computer, lo posa per terra vicino a lui e si gira verso di me , con uno sguardo triste.
"Mia madre." dico incapace di respirare.
Mi abbraccia.
Mi accarezza i capelli delicatamente tenendomi stretta al suo petto.
"Hanno trovato mia madre , anche lei con un foro in fronte Rafe" gli racconto e la voce mi si spezza ad ogni parola.
Tremo , mi trema la voce , ma non mi fermo.
"E come non bastasse mia sorella ha deciso di abbandonarmi anche lei , si è tolta la vita davanti ai miei occhi , mi guardava negli occhi che la supplicavano di fermarsi , e si buttata Rafe."
"Se ne sono andati tutti." soffoco un singhiozzo e lui mi stringe forte.
"Mi dispiace per ciò che hai passato Ayla."dice e suona dispiaciuto veramente.
Continua ad accarrezzarmi i capelli, e dopo molto inizio a tranquillizarmi, a smettere di piangere, a tornare a respirare.
"Grazie , è tutto okey ora."sussurro con voce rauca.
Mi appoggio alla sua spalla e osservo lo schermo del computer ormai spento mentre Rafe mi prende la mano e incrocia le nostre dita.
È un'altra serata strana , un'altra serata strana con lui , dove io sembro essere scoperta.
Con lui non riesco a nascondere ciò che provo e questa cosa mi spaventa e mi piace allo stesso momento.
Siamo entrambi feriti, e io credevo che i miei due fori , che le due ferite che ho non sarebbero state viste da nessuno , ma io ho visto le sue e lui ha visto le mie , e mi sento meglio , ora mi sento molto meglio , come se fossi stata curata, anche se leggermente, da questa malattia che è la mia vita.
"Te l'ho già detto e ripetuto lo so , ma te lo voglio ricordare Ayla." comincia a parlare Rafe.
"Cosa?"chiedo alzando la testa dalla sua spalla e guardandolo.
"Che sei forte."
"Credo che ti sbagli Rafe"scuoto la testa.
"Forse ma per me è così" mi rivolge un sorriso dolce.
E i suoi sorrisi sono così contagiosi , così belli che non posso fare a meno di osservare le sue labbre e la sua fossetta.
Le mie labbra si piegano in un sorriso.
Prima che qualcuno possa dire qualcosa , sentiamo la voce di un'uomo e di una porta che si sbatte.
Rafe si alza in fretta , sorridendo concentrato sulle parole di quello che credo sia suo padre.
Poi sentiamo passi , qualcuno salire le scale ,  le voci dei suoi famigliari che si avvicinano sempre di più.
"Ti va di scappare?" chiede serio.
Mi alzo e alzo le spalle.
"Okey" dico e subito lui mi prende per mano , mi porta verso la finestra ma mi fermo.
Lo guardo preoccupata e sconvolta.
"Che cavolo?" sussuro.
"È sicuro Ayla , c'è una scala" dice sorridendo già fuori con la mano tesa verso di me.
Scendiamo giù dalle scale,al buio e corriamo attraverso il giardino.
Saliamo subito in auto e dagli specchi vediamo una donna , credo Rose , che alza le mani esasperata. Non credo sia la prima volta che succede , che Rafe scappi.
Ridiamo , e scherziamo, poi però mi rendo conto che è appena scappato da casa sua , che ha problemi , che è appena corso via da suo padre e torno seria , spengo la musica e mi giro verso di lui.
"Quindi scappi ancora ?"chiedo.
"Avvolte , ma non è colpa mia."alza le spalle e riaccende la musica.
Non credo che sarebbe stato bello se avessi assistito ad un litigio suo con la sua famiglia , ne che lui lo volesse , ed è probabile che sia per questo che siamo scappati da una finestra.
E io comunque non voglio intromettermi nei suoi problemi familiari, voglio solo starli vicino e farlo sentire meglio , essergli amica.
Ora lo guardo ed è distrutto, finge di stare bene , sorride e canticchia le canzoni alla radio picchiettando con dita il ritmo e osservando la strada , i finestrini, finge di non pensarci , di essere felice , di non starci male, ma so che non è così.
Sembra in ansia.
"Andiamo a casa mia." lo informo.
"Okey" sorride guardandomi con una strana smorfia.
Gli do una gomitata e alza le mani in alto.
Arrivati a casa , saliamo le scale in silenzio, lui si osserva attorno senza dire niente.
Entrati dentro è lo stesso , si osserva attorno senza parlare.
La casa è silenziosa, da far paura.
Non è solo la casa ma l'intero quartiere è sempre silenzioso , sembra di vivere in una città fantasma, è tutto così vuoto e silenzioso da farmi impazzire , e ora più che mai odio questo posto, ora che anche a casa c'è silenzio, ora che non c'è più mamma a cantare e Ella ad urlare e ridere come una pazza.
Ora che le mura di questa casa sono vuote, prive di vita.
È questo che intendo quando dico che casa mia non è più casa perché erano loro a renderla tale, perché erano loro a darle vita, a renderla meno spaventosa, meno silenziosa, meno vuota, meno quattro mura e più casa.
Ora mi guardo attorno e sembra un albergo , un posto dove dormo e dove riposo , dove però non mi sento a casa , dove non mi sento a mio agio.
"È una bella casa." pronuncia Rafe buttandosi sul divano dopo aver guardato in giro.
Mi siedo anche sulla poltrona vicino e annuisco.
"Ti va di mangiare qualcosa?" gli chiedo.
"No grazie." pronuncia massaggiandosi il collo e sbadigliando.
"Vuoi dormire?"
Annuisce sorridendo.
"Ieri non ho dormito per niente." sbuffa.
Sorrido e vado in camera mia, apro l'armadio e tiro fuori le coperte e un cuscino , li poggio sul letto e li osservo.
Sono quelli che davo sempre a Ethan , il suo cuscino e le sue coperte.
Le prendo e poggio sulla sedia.
Prendo il mio cuscino dal letto e le mie coperte lasciando il mio letto spoglio, le piego e torno da Rafe.
"Dormi qui? sul divano?" chiedo rendendomi conto  che sarei stupida a farlo dormire il soggiorno se ci sono due stanze vuote.
Quella di mia madre e quella di Elle.
"Si , perchè? vuoi che dormo con te nel tuo letto?" ride e scherza prendendo le coperte dalla mia mano.
Fingo di non pensare a ciò che ha detto e io gli sistemo le coperte e il suo cuscino bene mentre lui svuota il divano dai cuscini.
"Sicuro che vuoi dormire qui ? magari ti sistemo un'altro posto , in una delle.." inizio a dire contro la mia voglia , perchè mi dispiace farlo dormire sul divano ma allo stesso tempo , non vorrei che nessuno entrasse nelle stanze ,perchè io non lo permetto a me stessa di farlo.
Lui mi interrompe.
"Si Ayla sicuro , dormi qui , è comodo non preoccuparti, poi ho la tv davanti" sorride.
Annuisco.
"Allora buonanotte" dico sorridendo.
"Buonanotte Ayla" sorride anche lui.
Non ho paura di Rafe , la sua presenza a casa mia non mi spaventa per niente, anzi mi tranquillizza , sorrido e spengo le luci in sioggiorno dopo che lui si mette sotto le coperte.
Vado in camera mia e osservo il mio letto vuoto e le coperte di Ethan , coperte che sono mie ma che non mi appartengono.
Le sistemo sul mio letto e lo osservo stando in piedi.
Non ho voluto che Rafe le usasse , ed è stupido , perché Ethan non le userà mai più, non si arrabbierà se ad usarle sarà qualcun altro, eppure non sono stata capace di farlo, di farle usare a Rafe.
E non sono capace di usarle anche io.
I miei occhi iniziano a lacrimare mentre prendo il cuscino in mano e mi avvicino al letto.
Profuma ancora di lui , le sue coperte hanno ancora il suo profumo , ed è buono, delicato , dolce, è ciò che Ethan era.
Chiudo gli occhi e fingo che lui sia qui.
Mi copro con le coperte e piango , piango finché non mi addormento.

Raggiugere La Riva - RoseElisabethMoodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora