Parte 9

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Dopo una notte di pianto passata sveglia e una mattinata di lezioni noiose posso dire che sto per impazzire.
Davvero.
Ma nonostante la mia stanchezza e la mia voglia di dormire sono comunque andata alla stazione della polizia come mi ero promessa.
"Non dovrei darti informazioni ma abbiamo guardato le telecamere in giro e abbiamo trovato filmati della notte  di Ethan dove tua madre sembrava agita , non so andava avanti e indietro con il telefono in mano." mi dice Pratt girando il computer verso di me.
Era davanti al ristorante, sera tardi ,  ed era strana , come se sapesse ciò che stava per succedere.
"Abbiamo controllato i telefoni , e stava chiamando Ethan , e a quell'ora Ethan non era ancora morto."dice sfogliando dei fogli.
"Poi tu ci hai detto che eri con lui , che sua madre lo aveva chiamato , che doveva andare via , che erano circa le sette, ma non lo aveva chiamato sua madre , lo aveva chiamato tua madre.
Gli aveva scritto uno strano messaggio giorni prima , che sto ancora cercando di capire , che magari tu puoi comprendere , non so."
Mi mostra la chat salvata sul computer.
"Ethan , loro sono di nuovo qui." aveva scritto.
"Sai a chi si riferisce?" chiede.
Scuoto la testa , perché non so niente.
Sto scoprendo tutto ora e mi sto sentendo uno schifo, vivevano con me e non sapevo nulla.
"Se ti venisse in mente qualcosa chiamami ok?"
"Okey , grazie mille Chris." dico e mi alzo.
"Se dovessimo trovare qualcosa ti farò sapere, tu tieni duro e stai al sicuro, se ti succede qualcosa di strano chiamami."
Annuisco.
Prendo la mia borsa da per terra ed esco dal suo ufficio.
Non capisco perché non mi abbiano mai detto niente, perché mia madre e il mio migliore amico avevano segreti.
Non so da quanto ce li avevano , se avevano intenzione di parlarmene.
Credevo di conoscerli più di tutti , che io e Ethan non ci nascondessimo niente , che ci raccontassimo tutto , perfino i segreti più profondi, credevo che mia madre fosse un'amica che non mi nascondesse nulla , che fosse la madre più onesta e normale al mondo , ma nessuno è normale e nessuno è onesto.
Tutti sembrano nascondere qualcosa.
Mia sorella , lei sapeva , me lo sento , e l'ho detto a Pratt , che dopo la morte di nostra madre lei era stranissima, che faceva telefonate ad orari strani, che usciva di nascosto la sera, che sembrava provare più rabbia che tristezza.
Ero l'unica a non sapere niente.
E questo mi fa sentire inutile , non capisco perché escludermi dai loro problemi, perché non dirmi niente , perché farmi questo?
Continuo a pensare e pensare mentre osservo il soffitto di camera mia.
Ma nulla.
Non riesco a concentrarmi , non riesco a ricordare cose utili successe prima della loro morte , è come se la mia testa stesse eliminando i miei ricordi con loro ogni volta , è come se mi stessi auto sabotando , e non me lo posso permettere, perché devo ricordare , devo trovare risposte , pezzi di puzzle.
Raccolgo tutta la forza che ho in corpo e apro le loro stanze.
Controllo ogni singolo angolo, ogni singola cosa , ogni pagina dei libri , leggo ogni diario , ma non trovo nulla di utile.
Mia madre non si confidava con sincerità neanche con il suo diario.
Cerco in camera di mia sorella , e anche lei niente.
Ma mentre sto per uscire dalla sua stanza e arrendermi decido di controllare sotto al materasso, perché da piccole nascondeva lì il suo diario segreto.
Anche se ormai il diario segreto non ce l'aveva da anni , o almeno credo non ce l'avesse.
Alzo il materasso, e come pensavo , nessun diario , ma trovo altro.
Droga e un mazzo di soldi.
Osservo la polvere bianca avvolta in plastica e la grande quantità di soldi sorpresa.
Non è da mia sorella.
Lei non è una che si drogherebbe e non è una che lavora , non capisco da dove abbia preso tutti quei soldi , di sicuro non da nostra madre.
Osservo il casino attorno a me che non mi infastidisce perché il casino dentro di me è di gran lunga più grande.
Sono incasinata e non sono capace a riordinare il mio casino.
Mi rendo conto che non è un piccolo segreto quello che mi hanno nascosto, che non è per niente piccolo , che forse sono tante le cose che mi hanno nascosto.
Che non riconosco le persone a me più vicine.
Prendo ciò che ho davanti , lo metto in borsa e chiamo Pratt.
"Posso venire?" chiedo senza ciao o salve.
"Va tutto bene Ayla?" chiede lui con voce preoccupata.
"Si tutto bene, ho trovato delle cose."dico e attacco.
Guido veloce , cercando di trattenere le lacrime , di non essere debole , perché in questo momento mi sento come quando ero una bambina e le mie amiche mi nascondevano i loro segreti e bisbigliavano tra di loro difronte ai miei occhi, come quando alle medie le ragazze uscivano senza dirmi niente , quando alle superiori parlavano delle loro cose e tutti sembravano sapere ma non io.
Ma non mi feriva tanto , non mi interessava quando ero più piccola, non mi interessava perché avevo Ethan , e Ethan che conoscevo non mi nascondeva niente , non mi escludeva , era la persona più sincera che conoscevo, e ora lui non c'è e lui non è ciò che credevo.
Forse sono io il problema , non sono tanto importante da meritare di sapere.
La verità è un qualcosa che non merito di avere.
Arrivo alla stazione in fretta.
Vado velocemente all'ufficio di Pratt.
Apro la borsa e li metto sul tavolo ciò che ho trovato.
Deglutisco.
"Erano in camera di mia sorella , sotto al materasso."
E lui sembra sorpreso tanto quanto me.
Ella era la migliore amica di sua figlia , era spesso a casa loro , l'ha praticamente vista crescere ,e non credo sarebbe felice di sapere che sua figlia frequentava una ragazza che aveva a che fare con droga e mazzi di soldi.
Alzo le spalle.
"Non so niente , come sempre ." Sbuffo prima che me lo possa chiedere.
Chiudo gli occhi e li premo con i palmi delle mia mani , sperando di non piangere e di non impazzire.
Perché quando pronuncio a voce alta , ciò che ho in testa sembra ferirmi di più.
Mi siedo sulla sedia e aspetto che Pratt dica qualcosa.
Lui si gratta la fronte e continua ad osservare ciò che ho messo sulla sua scrivania.
Poi sbuffa e si alza.
Lo osservo in silenzio aspettando che dica qualcosa.
Non dice niente.
Si appoggia con le mani sul tavolo continuando a scuotere la testa , neanche lui riesce a crederci.
Perché ripeto , mia sorella non è così , non è una ragazza che nasconderebbe droga sotto il materasso , se mai me lo avessero chiesto prima , avrei detto che è impossibile , che lei non toccherebbe mai droga , perché è così, era così , credevo fosse così.
"Grazie per avermi informato Ayla."dice e esce lasciandomi seduta nel suo ufficio.
Osservo le cose sul tavolo delusa , confusa ed esco.
Mi gurado attorno , le persone , e mi chiedo cosa passi nella testa di ogniuno che cosa potrebbero nascondere , perchè ora sicura che tutti nascondino qualcosa , che tutti mentono e tutti fingono e lo fanno bene.
Osservo l'orario sul telefono , sono le cinque di pomeriggio , non ho nulla da fare , nulla che posso fare , nulla che voglio fare in realtà , perchè avrei da studiare , ma non riuscirei a concetrarmi quindi non lo faccio.
E per la testa mi passa di fare una cosa sola , di chiamare una persona, il suo nome continua ad andare avanti e dietro nella mia mente , sono tentata dal chiamare Rafe Cameron, forse perchè ieri mi sono trovata bene , perchè mi ero dimenticata di essere sola con lui e mi ero sentita libera.
Ci penso , prendo il telefono e entro nella nostra chat.
"Buona notte" mi aveva scritto un'ora dopo esserci divisi.
"Buona notte" gli avevo risposto senza scrivere altro.
Osservo la nostra breve chat e rispengo il telefono.
Decido di sedermi in un parco , in una panchina vuota , in un angolo vuoto silenzioso.
Metto le auricolari e ascolto musica sperando che la mia mente smetta di funzionare.
Che la musica copri i miei pensieri.
Ci provo ma dopo un po' di minuti fallisco.
Tra una canzone e l'altra la mia testa viaggia e si ritrova sempre sulle stesso punto a vagare a pensare alle stesse cose.
Mi sento come se fossi stata tradita , mi hanno trattata come una sconosciuta, esclusa dalla loro vera vita e mi hanno mentito .
E il problema è che non posso neanche arrabbiarmi, non posso chiedere spiegazioni, non posso farci niente.
Dovrò crescere ed andare avanti con punto di domanda , con tanti punti di domanda che non avranno mai risposta.
Il telefono squilla.
Guardo chi è e non so perché speravo fosse Rafe ma non è lui.
È Amy , una delle cameriere.
Una ragazza di vent'anni, con tanti capelli rossi ricci che tiene in una coda alta , occhi azzurri, lentiggini , alta , un bel fisico , una ragazza veramente bella.
Ha iniziato a lavorare di recente , da pochi giorni.
"Pronto?" rispondo.
"Ayla , scusa se ti disturbo ma ho bisogno di qualcuno ,puoi venire se non è un problema?chiede.
"il fratello di Jessica si è fatto male a scuola e lei ora deve andare ." spiega.
"Sta bene?"chiedo e mi alzo subito dalla panchina.
"Si sta bene , Jessica deve andare solo perché è da solo e i suoi genitori sono lontani da qui e ci metteranno tanto ad arrivare."
"Arrivo."
Dopo dieci minuti sono già lì.
Mi preparo e inizio a lavorare.
Sono felice che mi abbiano chiamata, perché da sola non sarei venuta e non mi sarebbe per niente piaciuto rimare in quel prato da sola ad ascoltare canzoni che non fanno altro che deprimermi di più.
Sono circa le sette.
Continuo ad osservare il tempo come se fossi impaziente di arrivare al futuro presto , come se ogni ora in meno della mia vita fosse un'ora da lasciare andare con gioia.
Voglio che il tempo passi via , che tutto passi via.
Tic tac.
Le lancette vanno e vengono, come le onde , non si fermano.
Alle otto torna Jessica senza che glielo avesse chiesto nessuno , e io rimango comunque, continuo a lavorare perchè non saprei cosa fare altrimenti.
Resto dietro al bancone ad aspettare i clienti che pagano e a fare i drink.
Il martedì c'è sempre meno gente .
Infatti mi annoio , sono in piedi che pulisco con gli occhi fissi sull'orologio , impaziente , ad aspettare , come se arrivasse qualcosa , come se aspettassi veramente qualcosa , come se una volta arrivate le nove mi aspettasse qualcosa.
Ed é stupido aspettare il nulla , essere impazianti per qualcosa che non esiste , e come se corressi senza avere un punto di arrivo , una fine , e come se nuotassi e non avessi una riva a cui arrivare.
Ve lo immaginate un oceano infinito , immenso con voi in mezzo che nuotate , nuotate senza arrivare a riva , senza riaggiungere una via d'uscita ?
La mia vita è così adesso.
È come se nuotassi senza poter fermarmi.
Provo dolore e non posso smettere , non ho nessuna soluzione , nessuna medicina.
Sto nuotando , senza una meta ,una riva, una via d'uscita, ed è stupido , non ha senso.
E se smetto di nuotare finirò nel fondo dell'oceano e non posso , non voglio.

Raggiugere La Riva - RoseElisabethMoodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora