Parte 6

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È di nuovo lunedì ,il lavoro nel locale sembra aumentare , e la cosa non mi infastidisce, perchè più lavoro ho e più sono distratta dai problemi veri.
Ma ho deciso che appena avrò tempo andrò da Pratt a chiedere informazioni, in caso abbia scoperto qualcosa.
Per ora devo lavorare e dovrei pensare solo a questo ma non riesco.
Osservo fuori dal finestrino ,il tempo è molto bello rispetto al solito e vorrei poter uscire a fare una passeggiata , a fare qualsiasi cosa , ma il locale è pieno e non sarebbe bello lasciare tutto il lavoro agli altri.
Servo i tavoli e prendo ordini e quando posso faccio scambio con Jessica e vado in cassa.
"Grazie buona serata" dico uno dei clienti prima di tornare a servire gli altri.
Prendo ordini , pulisco tavoli vuoti , e porto i piatti in cucina.
Vado avanti e indietro ma non mi stanco.
Fare la cameriera non è male , sono abituata perché alle superiori lo facevo spesso e in estate e nei weekend ho sempre aiutato mia madre , ora è leggermente più difficile perché sono diventata io la proprietaria , devo gestire tutto ma non è male.
Mi piace osservare le persone , vederle ridere e parlare tra di loro , adoro quando vengono le coppie e gli anziani , soprattutto quando ci sono i bambini piccoli che giocano.
Adoro osservare le persone vivere , le piccole cose che fanno e che dicono , venire al ristorante cambia ,anche se leggermente, la mia giornata, mi fa sentire più viva.
"Ciao avete già scelto cosa prendere?"chiedo ad un gruppo di ragazzi.
"Si , quattro pi.." il ragazzo inizia a dire e si ferma.
Alzo lo sguardo dal mio block notes e vedo lui , girato verso di me , che mi guarda , sorpreso.
"Quattro pizze e tre birre ." continua sorridendo.
"Altro?" chiedo con voce spezzata guardando i suoi amici , ignorando la sua presenza, sperando non mi abbia riconosciuta , sapendo che in realtà lo ha fatto.
"No grazie." dice una di loro che guarda lui confusa .
Scrivo in fretta e vado in cucina.
Mi appoggio al muro sorpresa , imbarazzata perchè in questo momento vorrei poter sparire, in questo momento vorrei poter uscire da qui ,e non tornare dentro.
"Tutto bene Ayla?" mi chiede Sonia.
Annuisco.
"Sei pallida , sicura di stare bene?"
"Si sto bene , non preoccuparti ." le dico passandole il foglio con scritto gli ordini.
"Tieni."  lei mi passa invece un bicchiere d'acqua.
Lo bevo , faccio un respiro profondo e torno in sala.
Servo i tavoli evitando di alzare gli occhi sul suo tavolo.
Supplico Amy , una delle camerire di portare le pizze e quando io porto le quattro birre al suo tavolo  continuo ad evitarlo , tengo lo sguardo fisso sul tavolo , ricordando quel episodio successo due settimane fa', quel episodio che vorrei eliminare dalla mia mente e dalla sua , quella sera così imbarazzante di cui solo il ricordo mi disgusta.
È stato l'unica persona a vedermi così debole , così stupida, fragile e patetica.
Speravo di non incontrarlo più, che Rafe Cameron , lo sconosciuto che mi ha salvata , che mi ha fermata dal voler morire , sarebbe stato per sempre parte di uno stupido ricordo brutto da dimenticare , che non lo avrei mai rincontrato.
Ma questa città, per quanto grande sia , si rivela essere sempre più minuscola.
E mentre la mia mente pensa , il resto a quanto pare smette di funzionare , perché mi ritrovo a terra , con i bicchieri rovesciati e rotti.
Mi alzo imbarazzata più che mai, con tutti gli occhi addosso.
"Scusatemi tanto ." pronuncio a bassa voce.
Raccolgo i pezzi di vetro sul vassoio e delle mani mi aiutano.
Alzo gli occhi, sapendo quali occhi mi sarei ritrovata davanti.
Quelli di Rafe Cameron , quelli che evito da tutta la sera , che mi mettono in imbarazzo, che mi fanno sentire debole e mi ricordano il mio malessere , che mi ricordano quella notte ,l'oceano.
"Grazie." dico piano, incapace di nascondere l'agitazione che provo,la mia vergogna, mi alzo  in fretta e vado verso la cucina.
Poso il vassoio ,e corro verso il bagno.
Mi chiudo a chiave e osservo il mio riflesso allo specchio , ho gli occhi rossi , mani che tremano , la testa che gira , e il cuore che mi batte a mille , un forte dolore al petto e freddo , ho di nuovo le stessi sintomi , che mi fanno sentire sbagliata.
Inizio a piangere e mi sento così stupida , vado avanti e dietro per il bagno , cercando di calmarmi , di essere normale , di smettere di essere patetica , di far smettere le mie mani di muoversi , ma più ci provo e più mi sento agitata.
" Ayla tutto okey?" chiede Jessica dietro alla porta.
Faccio un respiro profondo , il mio centesimo respiro profondo della giornata  e mi lavo il viso con acqua fredda con la speranza che il rossore sparisca , che i miei occhi smettano di lacrimare e aspetto.
"Ayla tranquilla , succede avvolte ,e  abbiamo già pulito tutto ." mi dice dopo non aver ricevuto risposta.
"Lo sai una volta versai un caffè caldissimo su un cliente , era la mia prima settimana di lavoro, ricordo che piansi per quanto stupida mi sentivo e provavo imbarazzo ogni mattina che veniva , avevo paura di servive caffè ed è quello il mio lavoro , ma poi passa , la gente dimentica , tutti sbagliano" mi comforta da dietro la porta ma lei non sa che il mio vero problema non è il vassoio , che il mio problema è Rafe Cameron , il ragazzo che ha assistito al mio stupido tentativo di finirla e che mi ha fermata dal farlo.
"Ayla?" mi chiama Jessica.
"Jess, sto bene , adesso esco" mi forzo a parlare "e grazie, davvero grazie ."
Sento i suoi passi , va via , faccio un'altro respiro profondo , e decido di contare fino a dieci prima di aprire la porta.
"tre , due , uno." dico piano e apro.
"Ayla Demir." il mio nome sembra un insulto.
Lo guardo in silenzio , sperando che succeda qualcosa che fermi questa conversazione dall'iniziare.
"Sei tu no?" chiede sorridendo come se fossimo vecchi compagni delle elementari che si ricontrano dopo anni.
"Non ti sto stolkerando , sono qui con amici ." indica il tavolo dove era seduto , come se non avessi servito io , e come se non lo avessi visto.
"Te lo giuro , non sapevo che lavorassi qui , in realta non credevo neanche che lavorassi , non che tu non possa lavorare , semplicemente non lo sapevo , ti giuro , non ti sto inseguendo." Alza le mani mostrandosi innoccente.
Lo guardo confusa con le sopracciglia aggrottate .
"E non volevo infastidirti , ne farti sentire in imbarazzo , ti stavo osservando prima solo per assicurarmi che fosse veramente la ragazza di quella sera."
"Non parlare di quella sera ti prego" lo interrompo seria.
"Come vuoi , molto probabilmente vuoi dimarticartela e se vuoi posso fingere che non sia successa ." sorride.
"Si grazie ." Lo sorpasso e vado in cucina.
"Scusatemi per prima" dico a chi lavora.
"Non ero in me, ma ora sono qui , cosa devo fare ?" chiedo a Jessica.
"Puoi andare in cassa , noi facciamo il resto Ayla." ricambia il mio sorriso .
Vado in sala , fingo che sia tutto normale e torno a lavorare , a pensare  al lavoro e basta.
Ci provo , ma Rafe è difronte a me , e non riesco a rendere la situazione meno imbarazzante , lui ci ha provato , ma io sembro essere incapace , sembro incapace di comportarmi normale con lui.
Con lui sono ciò che io defisco "il mio più alto livello di pateticità".
Ma tutto va bene , tutto va bene fino a quando non si alza , i suoi amici si alzano e viene verso di me in cassa .
"Si?"
"Devo pagare per quattro pizze margherite e tre birre." dice serio.
I suoi amici escono , sono davanti all'entrata che fumano.
"Sono trenta euro totali."dico a bassa voce con lo sguardo basso.
" Sei così con tutti?" chiede .
Alzo lo sguardo subito , sorpresa , confusa , senza capire il perchè di quella domanda.
"Non ti facevo una che scappa , una che ha paura di confrontarsi con qualcuno , di parlare."
"Non lo sono."
"E invece , è tutta la sera che sei strana , da quando mi hai visto."
Alzo le spalle , cercando di farli capire il contrario.
"So che forse la mia presenza possa averti ricordato un brutto episodio , che forse ... non so vuoi dimenticare e che io ti ho ricordato sta sera."
"Non è così!" lo interrompo .
"Come vuoi" dice con un finto sorriso , paga e esce dai suoi amici.
Lo osservo da dentro, da dietro al bancone , mentre si fuma una sigaretta fuori al freddo e ascolta i suoi amici parlare, ci scambiamo degli sguardi che interrompiamo subito , è come se ci girassimo nello stesso momento.
Se ne va via poi , il locale inizia a svuotarsi , si fanno le undici ,non c'è più nessuno , solo io Jessica ed Amy che puliamo tutto , vanno via anche loro , io controllo in giro che tutto sia okey , spengo le luci , esco e chiudo a chiave.
Vado verso il parcheggio e vedo lui , Rafe , appoggiato alla mia auto che si fuma una sigaretta.
Mi vede e si stacca dall'auto e butta subito la sigaretta per terra , sembra che sia stato qui , credo ad aspettarmi, per un bel po'.
Mi osservo attorno e non c'è nessuno la mia auto è l'unica auto parcheggiata in questo punto , quindi aspetta me , è ovvio.
"Hey" dice tirando indietro i capelli.
"Hey..?" rispondo con tono confuso.
"Voglio solo parlare , prima sei andata via lasciadomi impalato..."
"Perchè non credo ci sia niente da dire , mi hai salvata quel giorno , e te ne sono grata , grazie, ma non abbiamo motivo di parlare , se vuoi parlare di quel giorno , io non ho nessuna intenzione di farlo , è stato un errore , era una giornata strana e non ero in me , tutto qui ." dico seccata.
"Adesso se non ti dispiace devo andare a casa mia , puoi spostarti?" sbuffo.
Sorride.
"Sei così con tutti ? ti credevo diversa davvero"
Non rispondo.
"E tranquilla che non volevo parlare di quello , volevo solo parlare con te , conoscerti? magari diventare amici?"
"Perchè vorresti essermi amico?"chiedo curiosa.
"Perchè mi piaci." dice e cade il silenzio.
"Intendo dire che mi piaci come persona , vorrei conoscerti , sembri interessante ." si corregge e nel farlo intravedo del panico nel suo tono di voce e nelle sue espressioni facciali.
"Ti sbagli , non credo di essere interessante come pensi ."
"E se fossi tu a sbagliarti?" chiede.
Alzo le spalle e apro la portiera dell'auto.
" Lascia che ti offri qualcosa e poi se alla fine mi trovi ancora non degno di conoscerti ti prometto che sparirò e se mai ti vedrò in giro fingerò di non riconoscerti." mettendo la mano davanti a me bloccandomi dall'entrare in auto.
Lo guardo probabilmento con occhi che giudicano , confusa e in un certo senso divertita per il suo modo di essere , è strano , è come se dicesse tutto ciò che ha in testa.
E vorrei rifiutare , perchè non mi interessa minimamente di bere qualcosa con lui , di parlare o conoscere persone nuove , ma poi penso alla mia fredda , vuota e silenziosa casa , e al come farei di tutto pur di non entrarci e accetto.
"Okey , va bene" sbuffo per farli capire che in realtà non cambierò idea.
"Allora mi presento" allunga la sua mano  " piacere di conoscerti Rafe Cameron".
Sorride.
"Ayla Demir , il piacere è mio ." dico confusa ma sorridendo perchè è stupido ciò che stiamo facendo.
Stringo la sua mano , che pur essendo stata al freddo per tutto questo tempo sembra essere più calda della mia.
E inizio a camminare con lui affianco , Rafe Cameron ,ma tutto cambia , perchè la vergognia , l'imbarazzo ,  tutti i sentimenti negativi sparisco.
Ci sono solo io , Rafe ,e l'oceano.

Raggiugere La Riva - RoseElisabethMoodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora