Capitolo 14

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Joy Bass

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Joy Bass

Stavo chiacchierando piacevolmente con Joy e Tyler, ma improvvisamente il mio sguardo si spostò, e il mio cuore iniziò a battere più forte. Da lontano, in mezzo alla folla del bar, lo vidi. Evan. Era difficile non notarlo, con il suo fascino magnetico e quell'atteggiamento arrogante.
Non era il momento di farmi distrarre, eppure l'immagine di lui che si avvicinava, con il suo sguardo impassibile, mi colpì come un pugno nello stomaco.

Quando Evan si avvicinò, l'aria sembrava farsi più densa, quasi irrespirabile. Non era paura né attrazione, ma una tensione sottile e implacabile che mi ancorava al posto e allo stesso tempo mi spingeva a scappare. Il suo sorriso, tagliente come una lama, era una sfida che non potevo ignorare."Ti sei adattata bene, Caroline,"disse con la sua solita aria sprezzante.
"Patrick dev'essere molto orgoglioso!"Lo fissai, cercando di mantenere la calma. "E tu, Evan? Non ti stanchi mai di fare l'arrogante di famiglia?"Dylan intervenne prima che potessi dire altro, spezzando la tensione ma lasciandoci entrambi con una scintilla di battaglia ancora accesa.
Dylan lo fissò con uno sguardo gelido, le mani strette lungo i fianchi."Forse dovresti andare, Evan". C'era una sfumatura di minaccia nella sua voce, anche se si sforzava di sembrare calmo.

Evan si limitò a sorridere, quella sua espressione piena di disprezzo che ormai mi sembrava familiare. "Va bene, va bene," disse, girandosi verso Alison, che si era avvicinata al nostro tavolo nel frattempo. "Andiamo, Alison. Ti aspetto in pista."

Alison sorrise, alzandosi con una disinvoltura studiata. Prima di andarsene, i suoi occhi si posarono su di me, analizzandomi come se stesse valutando un avversario.
"A dopo," disse, e la sua voce aveva quel tono tagliente, come se il suo saluto fosse più una dichiarazione di superiorità che una vera cortesia.

Guardai mentre si allontanavano, diretti verso la pista da ballo, notando il modo in cui si comportavano. Si baciavano in modo pubblico e spudorato, e un brivido di fastidio mi percorse la schiena. Non era gelosia, ma un'inquietudine che si insinuava in ogni gesto di Evan, facendomi sentire piccola e vulnerabile senza motivo apparente.

"Non ti preoccupare di loro," disse Dylan, notando il mio sguardo fisso su di loro. "Loro sono... un caso a parte."

Mi girai verso di lui, sorpresa dal suo tono protettivo. "Tra te e tuo fratello sembra esserci una guerra silenziosa," dissi, cercando di intuire le ombre dietro il suo sguardo."

"Evan e io non siamo mai andati d'accordo," rispose, con una strana intensità negli occhi. "Le cose tra noi sono complicate."

Annuì, sorseggiando il mio drink, mentre il cuore mi batteva forte. Dopo qualche altro brindisi con Joy e Tyler, Dylan si avvicinò di nuovo.

"Dai, ti accompagno a casa," disse con un sorriso che non riuscivo a decifrare del tutto. "È stata una serata speciale, Caroline. Sono contento che tu ti sia divertita."

Le sue parole mi colpirono più di quanto avessi immaginato. "Grazie," risposi, sentendo il mio cuore battere più forte. C'era qualcosa in lui che mi faceva sentire diversa, come se fosse riuscito a farmi vedere un lato della vita che prima mi sembrava troppo distante.

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