Capitolo 3. Una nave per ricchi.

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Harry pov's
-tra poco sarà ora di cena- affermai osservando il sole calare all'orizzonte, ormai la terra ferma non si vedeva più ad occhio nudo. Tornammo nella cabina verso le sette e insieme ai nostri due nuovi compagni di stanza ci dirigemmo verso la mensa comune. Appena entrammo l'odore di pesce marcio che persisteva nell'aria mi inondò le narici. -dio che puzza.- commentò Ron storcendo il naso. Io feci una smorfia ed annuii, ci sedemmo su un lungo tavolo in legno scuro vicino a una ragazza dall'aria altezzosa, aveva i capelli arruffati che le ricadevano sulle spalle. Ron la fisso per un po' -ha una bella pelle non trovi?- mi chiese sottovoce mentre la osservava. Pelle...? -si...- dissi io confuso. Assaggiai il purè di patate che mi ero appena servito. Era rancido. -è una nave per ricchi questa, se non hai i soldi sopporti.- disse Ron appoggiando il cucchiaio nel piatto disgustato. -una nave per ricchi...- pensai ad alta voce.  -è che ne dici di andare a prendere un po' di cibo vero dalle cucine dei ricchi...- dissi con un ghigno. Il rosso sbarrò gli occhi compiaciuto, mentre la ragazza vicino a lui si accigliava. -vorreste andare a rubare dalle cucine dei piani alti?- chiese scettica. -che c'è di male?- chiese Ron con la bocca piena, aveva appena assaggiato la carne. -questo sa di suola di scarpa bollito.- concluse sputacchiando qua e là. Lei alzò gli occhi al cielo e continuò: -se vi scoprono? Potrebbero buttarvi fuori immediatamente.- disse secca. -non ci scoprono.- dissi io freddamente. -ma tu saresti?- chiesi poi osservandola. -Hermione Granger, voi?- chiese osservandoci. -Harry Potter.- -Ron Weasley.-  -piacere...- disse per poi bere un sorso d'acqua. -andiamo.- dissi io. Ron si alzò insieme a me. -buona fortuna.- disse lei tagliando ora la carne. Noi annuimmo e salutammo con un cenno del capo.  -ora, dove si trovano le cucine degli dei?- chiese sarcastico lui mentre salivamo velocemente le scale. -segui il profumo del cibo vero.- dissi io alzando un sopracciglio mentre un ghigno mi increspava le labbra. Annusammo l'aria per un po' mentre ci aggiravamo per la nave. -senti qualcosa?- chiesi. -no...-
Continuammo per altri dieci minuti a gironzolare pateticamente per il ponte. -qui!- urlai mentre quasi prendevo contro un signore oltre la sessantina con tanto di cilindro. Lui si si sistemò bruscamente e fece una smorfia. -Salve!- esclamai raggiante. -buongiorno.- rispose evidentemente spaesato. Ridacchiai di soppiatto guardando Ron e continuammo a seguire il profumo di cibo vero. -di qui.- sussurrò il rosso indicando un corridoio illuminato da lussuosi lapidari attaccati al muro. Intravidi la porta della cucina mentre un cameriere usciva con un piatto d'argento su sui era servito un grosso pollo arrosto farcito con verdure e vari tipi di salse. -quello è un vero pasto.- dissi con l'acquolina in bocca. -dobbiamo riuscire a rubare qualcosa.- suggerì. -siamo qui per questo.- risposi avvicinandomi. Di lato a quella porta c'era una vetrata, oltre questa c'era un enorme sala da pranzo piena di tavoli a cui erano seduti tranquillamente grassi uomini spocchiosi e alcune donne agghindate come per una festa di reali. -li odio tutti.- commentò. -ma se daresti un occhio della testa per essere li al posto di uno di loro.- dissi osservando bene la sala sfarzosa. -questo è vero, ma li odio tutti comunque quei bastardi ereditieri.- sibilò a denti stretti. Sorrisi divertito e feci cenno di avvicinarci. Sbirciammo dalle finestrelle, la cucina era piena di cuochi indaffarati e cameriere irritabili. -come facciamo ad entrare?- chiese. -non lo so... Potremmo creare un diversivo. Io entro, rubo delle cose e scappo, senza farmi prendere, mentre mi loro saranno distratti da me, tu sgattaioli dentro e prendi tutto quello che puoi, ci stai?- chiesi. -ovvio.- feci un profondo sospiro e mi preparai. Poi corsi dentro a quella cucina senza ripensamenti, in quel momento successero più cose nello stesso istante. Un cuoco per lo spavento si rovesciò addosso un intera portata, alcuni camerieri iniziarono ad urlare e un grasso sguattero a
brandire la scopa per aria. Afferrai tutto il cibo che riuscii e metà della cucina iniziò a corrermi dietro, feci qualche giro intorno ai lavelli e alle credenze, notai che stavano anche preparando una gustosa torta alle mele, poi uscii dalla cucina precipitandomi nella sala da pranzo. Saltai su un tavolo e mi guardai in trono per cercare una via di fuga, tutti gli occhi dei presenti erano fissi su di me, guardai i signori seduti al tavolo su cui ero in piedi. Una ragazza coi capelli neri e un aria di spocchiosa solennità mi squadrava disgustata, alla sua destra un uomo familiare coi capelli platino e alla sinistra... Alla sinistra un giovane dai lineamenti affilati che avevo già visto... il ragazzo che si trovava sul ponte qualche ora prima ora si trovava sotto di me, lo fissai per qualche secondo e lui mi guardò incerto, sorrisi maliziosamente prima di inchinarmi leggermente.  -scusate signori,- guardai la ragazza, -Madame... godetevi la cena.- detto questo saltai giù e ripresi a correre, arrivarono i camerieri ad inseguirmi.  -qualcuno lo fermi!- sbraitò il più veloce. 'Ovviamente' subito tutti i ricconi si sarebbero alzati a quelle parole... Ma chi vogliamo prendere in giro, nessuno di loro avrebbe mosso un dito per aiutare dei camerieri ad acciuffare un passeggero di terza classe. Riuscii a prendere una bottiglia piena di champagne  e uscire velocemente. Corsi innumerevoli corridoi prima di riuscire a seminarli. Non pensavo avrebbe funzionato, ma ora avevamo il doppio del cibo che ci serviva. Tornai al dormitorio, Ron era lì che mi aspettava. -Ho visto quasi tutta la scena amico, sei grande.- disse abbracciandomi. Sul suo letto c'erano numerose pietanze ancora calde. -facile come bere un bicchier d'acqua.- disse lui notando che stavo osservando la nostra vincita.   -effettivamente me lo sarei immaginato più difficile.- dissi. Mi sedetti sul letto. -aspettami arrivo subito.- disse lui. Ed uscii dalla stanza. Non capii le sue intenzioni ma decisi comunque di aspettarlo. Dopo cinque minuti tornò accompagnato da una ragazza. -Hermione- la salutai io. -che ti dicevo?- disse il rosso soddisfatto. Lei era a bocca aperta e occhi sbarrati. -non me lo aspettavo.- cercò di dire nel tono più freddo che aveva ma era palese la sua felicità. -e si, la roba è tanta per noi, vuoi favorire?- chiese lui gentilmente. -okay.- si limitò a rispondere, anche se nei suoi occhi era ben visibile la sua gratitudine. Stappammo lo champagne e brindammo insieme, mangiammo fino alla nausea. -hai provato il pollo?- chiese Ron. -è la fine del mondo- disse masticando. Assaggiai il pollo, aveva ragione, era davvero buono, infine dopo un ultima sorsata di champagne Hermione torno nella sua stanza e noi ci addormentammo pieni e soddisfatti. O almeno Ron, si addormentò subito, a me ci volle un po', dovetti rimuginare su tutta la giornata, il poker, i biglietti, questa meravigliosa nave, e specialmente quel ragazzo enigmatico che non lasciava i miei pensieri.

Terzo capitolo gente, spero vi sia piaciuto, lasciate un commento e accendete la stellina, scusate gli errori.

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