Capitolo 15. Fuga parte 2

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Pov's Draco
-vorresti rubare dalle cucine?- chiesi leggermente scandalizzato.
-non sarà difficile,- disse per rassicurarmi. -ti ricordi uno dei nostri primi incontri?- mi domandò sorridendo. -certo, come potrei dimenticarmene, mi sei costato la cena a base di pesce.- dissi con sarcasmo altezzoso.
Lui rise e mi prese dolcemente la mano, intrecciai le mie dita con le sue e ci incamminammo verso le cucine. Durante il tragitto vidi nei suoi occhi un luccichio spettacolare che mi fece battere il cuore come non mai. Appena arrivammo ci nascondemmo.
-io creo un diversivo, tu entri e prendi più cibo che puoi, va bene?- chiese accucciandosi vicino alla porta. -ehm... Okay...- deglutii io. Lui fece un piccolo cenno e irruppe rumorosamente nelle cucine, sentii qualcuno gridare iroso: -ancora tu!- e molti passi svelti. Sbirciai attraverso uno spiraglio della porta, la cucina era vuota.

***

-Te l'avevo detto che non era difficile no?-
Disse Harry staccando un morso dalla sua coscia di tacchino ripieno. -hai ragione.- bofonchiai ridendo a bocca piena.
-andiamo nella mia cabina, a quest'ora sono tutti a cena, saremmo soli...- dissi con dolcezza. -va bene.- rispose lui sorridendo malizioso.
Camminammo per qualche minuto in silenzio mentre il legno delle assi su cui camminavamo scricchiolava febbrilmente. Quando arrivammo nella cabina feci accomodare Harry sul letto lasciando su un tavolo tutto il ben di dio che avevano rubato dalle cucine.
-devo farti vedere una cosa...- dissi con un sussurro, mi squadrò incuriosito continuando a guardarsi intorno. Gli sorrisi dolcemente e mi mi incamminai verso l'altra stanza.
Li difronte a me c'era la vecchia, robusta ed inaccessibile cassaforte di mio padre.
Inserii il codice e quella si aprii con un cigolio, delicatamente spostai alcune carte e dei gruzzoli di soldi afferrando lentamente un cofanetto blu. Richiusi la cassaforte e tornai da Harry.

-di cosa si tratta?- chiese lui osservando la scatola che tenevo stretta fra le mani.
Mi posizionai esattamente davanti a lui ed aprii  l'astuccio.
-porca puttana, è bellissimo.- disse lui osservando il contenuto.
-prendilo pure se vuoi.- dissi dolcemente. Lui afferrò la collana e se la rigirò fra le dita.
-cos'è? Uno zaffiro?- chiese intento ad osservare la pietra incastonata nella collana.
-è un diamante. 56 carati di lussuria, indossato da Luigi XVI alla sua incoronazione.- dissi divertito dal suo sguardo perso. -ma ora... Lo indosserà Pansy... Al nostro matrimonio.-  dissi rabbuiandomi, lui alzò lo sguardo sorridendo.

-al suo matrimonio vorrai dire... Tu verrai con me.- disse lui con voce cada e profonda.
Io sorrisi e lo baciai dolcemente, mentre le nostre labbra si univano perfettamente qualcosa, o meglio, qualcuno interruppe quel momento.
-Draco!- urlò una stridula voce femminile fuori dalla porta.
-merda!- imprecai staccandomi.
Mi risistemai velocemente e guardai Harry.
-vai a rimette nella cassaforte il diamante, presto.- gli ordinai in preda al panico.
Lui annuì e velocemente afferrò il cofanetto e la collana correndo nell'altra stanza.
-DRACO!- questa volta non era la voce stridula di Pansy, questa era una voce burbera e roca.
Non potevo aprire... Mi guardai in torno per trovare una via di fuga, le nostre stanze erano collegate, avremmo usato la porta che portava alla stanza del Signor Zabini.
-eccomi.- disse Harry avvicinandosi a me.
-cosa facciamo?- chiese senza andare nel panico.
-via di qua!- urlai, è proprio in quel momento mio padre irruppe irato nella stanza.
-Draco!- urlò ancora, non lo ascoltai, Harry afferrò la mia mano e aprendo porte su porte correvamo, scappando senza meta mentre mio padre ci correva dietro, e Pansy giaceva sul letto in lacrime. Non posso che mi dispiaceva, mentirei.

Uscimmo dal lungo corridoio che avevano formato le suite per ritrovarci sul ponte E a correre fra i passeggeri.
-fermi!- urlò mio padre irato.
-di qua! Di qua! Forza!- urlò Harry tirandomi dentro l'ascensore in cui si era gettato.
Le porte si chiusero appena in tempo, mio padre andò a sbattere contro le sbarre mentre noi scendevamo con l'ascensore, i suoi occhi erano pieni di rabbia, ignettati di sangue che mi divoravano, l'unica cosa che fui capace di fare fu  alzare di dito medio e scoppiare a ridere.
Un urlo quasi animale uscì dalle sue labbra mentre riprendeva l'inseguimento attraverso le scale.

Appena l'ascensore si fermò ricominciammo a correre senza smettere di ridere, non ci importava di niente, le nostre mani erano intrecciate, luna all'altra, e si stringevano, gli altri non contavano.

-di qua!- strillai aprendo una porta a caso, non appena Harry la richiuse alle sue spalle si sigillò, nonostante mio pare continuasse a sbraitare e a tirare pugni sulla porta, era inutile, e noi eravamo salvi.
Solo ora mi accorsi dell'assordante rumore che ci circondava.
-viene da qua giù!- urlò Harry per farsi smentire mentre indicava una botola sul pavimento.
-andiamo.- disse poi aprendola.
Mi aiutò a scendere e ci ritrovammo negli scompartimenti del motori e delle caldaie.
-vieni andiamo.- continuando a tenermi la mano Harry iniziò a sviare tutti i macchinari mentre passava fra l'equipaggio indaffarato.
Non appena fummo lontani ci rifugiammo nella stiva, li il rumore era sopportabile e non bisognava urlare per parlare.
-Wow...- disse Harry guardandosi in giro, era pieno di scatole in legno, bestiame e addirittura macchine.
-Venga con me...- disse usando un tono professionale.
Io sorrisi divertito e lo seguii, poi mi aprì lo sportello di un auto qui vicino. -grazie...- dissi arrossendo.
Poi chiuse lo sportello e si sistemò davanti al volante, tirai velocemente giù il vetro che ci separava.
-dove la porto?- chiese lui suonando il clacson
-verso la libertà.- dissi io. Dopo quelle semplici parole afferrai Harry per le spalle tirandolo dietro con me.

Spero che il capitolo vi sia a piaciuto scusate gli errori e il ritardo, accendete una stellina e commentate, vi adoro.

Titanic-DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora