Le Cronache di Eldoria: La Guardiana delle Ombre

Capitolo 14 La Torre dell'Arcanum

La Torre della Società dei Maghi era avvolta da un silenzio inquietante quando la Guardiana e il suo gruppo si avvicinarono all'ingresso principale. Il vento gelido fischiava tra le mura, e Astrid percepiva un crescente senso di inquietudine. Tristan, accanto a lei, camminava in silenzio, il suo volto teso e preoccupato. Zyphora, con il suo solito distacco, era concentrata esclusivamente sul Grimorio che sperava di recuperare, nascosto tra quelle mura maledette.

«Non possiamo permetterci di fallire,» dichiarò Zyphora, rompendo il silenzio. «Dobbiamo purificare la torre e trovare il Grimorio. È essenziale per i nostri piani.»

Astrid annuì, ben consapevole delle sfide che li attendevano: fermare la rivolta dei maghi, affrontare le abominazioni e prendere una decisione cruciale sul destino dei maghi sopravvissuti. La presenza di Tristan, la sua costanza e il suo conforto, erano l'unico appiglio di sicurezza in quel luogo carico di minacce.

L'ingresso nella Torre fu accompagnato da un silenzio sinistro, interrotto solo dall'eco dei loro passi nei corridoi deserti. L'aria era satura di magia oscura e desolazione. Un tempo roccaforte di conoscenza e disciplina, l'Arcanum era ora travolto dal caos, infestato da abomini e demoni. Solo pochi maghi restavano a difendere ciò che un tempo era stato un bastione di saggezza.

Dopo aver combattuto con ferocia contro abomini nei piani inferiori della torre, la Guardiana trovò un gruppo di sopravvissuti asserragliati dietro una barriera magica. Ellene, una maga anziana di grande potere, era tra di loro, accanto alla giovane apprendista Thalia.

«Questa torre è caduta, ma non è troppo tardi per salvare ciò che resta,» dichiarò Ellene, stringendo il suo bastone con mani tremanti. «Il mio corpo è stanco, ma non posso abbandonare i miei confratelli.»

Thalia, con voce sottile ma ansiosa, intervenne: «Ellene, non puoi continuare così. Non puoi combattere con la tua salute in questo stato.»

Ellene, irremovibile, rispose: «Finché c'è speranza, io non mi tirerò indietro. Ma dimmi, Guardiana, qual è la tua intenzione qui? Salverai l'Arcanum o farai come vuole l'Ospitaliere, sterminando tutto ciò che resta?»

Astrid si trovò di fronte a una scelta cruciale ed imprevista. Ellene avrebbe combattuto al suo fianco solo se l'intento fosse stato quello di salvare i maghi. Se, invece, avesse dichiarato di voler eseguire il Diritto di Annullamento, elemento nascosto dal Capitano degli Ospitalieri, Ellene sarebbe stata pronta a morire pur di impedirlo. In un intenso scambio di sguardi, Astrid dichiarò la sua volontà di salvare l'Arcanum, persuadendo Ellene ad unirsi alla causa. Con un cenno deciso, la barriera fu infranta, e il gruppo iniziò la loro ascesa verso i piani superiori.

Ogni piano della torre era una battaglia. Gli abomini, ex maghi ora trasformati in mostri grotteschi, attaccavano senza tregua, guidati da forze demoniache. Il gruppo avanzava faticosamente, combattendo con determinazione e sacrificio. Ogni scontro avvicinava la Guardiana alla verità su ciò che era accaduto nella torre e al cuore del male che la infestava.

Alla fine, il gruppo si ritrovò intrappolato davanti a un Demone del Torpore, un'entità che non cercava di sopraffarli con la forza, ma con l'inganno e la manipolazione mentale. In un istante, il mondo attorno ad Astrid si distorse e fu trascinato nel Velorum, un reame onirico in cui il tempo e lo spazio si confondevano.

La Guardiana si risvegliò sola, circondata da un'oscurità opprimente. Incontrò Ronan, un mago consunto e disperato, seduto accanto a un grande specchio incrinato.

«Non c'è via d'uscita da questo posto... è una trappola,» spiegò  con voce incrinata. «Il Demone del Torpore ci ha condannati a una prigionia eterna. Stavo cercando un modo per fermare Eldred, ma ora sono solo un prigioniero qui, come tutti gli altri.»