UN GIORNO COME TANTI

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*Sofia*

Stanotte ho sognato Draconia, in tutto il suo splendore. Sono passati mesi dal giorno in cui ci sono stata e Lung, il mio antenato, mi ha consegnato le sfere. In effetti, erano mesi che non sognavo di volare nei cieli di Draconia. Mi sentivo al mio posto, felice, ma allo stesso tempo sentivo dentro una nostalgia assurda: non potrò mai vivere in quel posto, che è la mia vera casa. Ricordo di essere atterrata nella piana in cui si trova l'Albero del Mondo, rinvigorito dalla presenza dei frutti e ho provato una certa soddisfazione: in fondo, è merito mio se è in queste condizioni. All'ombra dell'albero ho scorto un muso famigliare... Il mio cuore ha fatto una capriola quando l'ho riconosciuto. Sono corsa da lui.

«Thuban!»

 Ha aperto gli occhi. «Ciao Sofia. Ti stavo aspettando.» 

«Aspettavi me?» 

«Sicuro! Vedi Sofia, purtroppo non è ancora finita...»  

Ma poi mi sono svegliata. Ero nel mio letto, nella villa del prof al lago di Albano. Cosa avrà voluto dire quel sogno? Devo parlarne col... no. Lui non ricorda più nulla della missione, come posso parlarne con lui? Ne parlerò con gli altri. Mi preparo e scendo per la colazione. Scendo e trovo la tavola imbandita, il prof a capotavola che legge il giornale come ogni mattina, ma appena mi sente entrare mi saluta con un caloroso buongiorno. 

«Ben svegliata piccola mia, hai dormito bene?» mi chiede. Gli lascio un bacio sulla guancia. 

«Buongiorno.. si grazie. Che dicono i giornali?» 

«Sei sicura Sofia? Hai una faccia..» Annuisco e l'ingresso di Lidja nella sala da pranzo mette fine alla conversazione

«Buongiorno prof... Ciao Sof, ti dispiace se dopo la colazione parliamo? Devo raccontarti di un sogno...» Annuisco, poi la fisso negli occhi, e capisco che si tratta dello stesso sogno che ho fatto io. Ma che succede?  Dobbiamo tornare a combattere? Come? Non abbiamo più poteri, non abbiamo più le nostre armi. Siamo diventati umani da mesi ormai.

In quel momento mille pensieri mi affollano la mente, ma qualcuno che mi sta allacciando una collana da dietro mi risveglia da quei pensieri. È la metà di un cuore con incisa una F. Accanto a me si siede Fabio che mi lascia un piccolo bacio a stampo di fronte a tutti. Decisamente non è da lui.

«Buongiorno e buon quinto mesiversario..» dice sorridendomi. Io divento di colpo più rossa dei miei capelli e abbasso lo sguardo per non incontrare quello del prof. Poi mi avvicino all'orecchio di Fabio e gli dico «Grazie anche a te...» 

Finisco la colazione in fretta e furia, e trascino Lidja nella mia stanza senza proferire parola fino a che non ho chiuso la porta. Poi la guardo.

«Hai sognato Draconia, vero?» 

«...e anche Rastaban che mi diceva...» 

«Che non è ancora finita...»

Annuisce «Anche tu?» 

Basta uno sguardo per intuire la risposta. Bussano alla porta, è Thomas il maggiordomo del prof che sembra spuntato da un ritratto dell'Ottocento. «Vieni pure Thomas»

Dopo un breve inchino il maggiordomo dice: «Il signore si sta recando all'università. Farà ritorno questo pomeriggio.»

«Grazie Thomas.» Il maggiordomo chiude la porta dopo un altro inchino. 

Quando resto di nuovo sola con Lidja le dico «Ho il sospetto che stia succedendo qualcosa. Chiama Ewan, digli di venire con Chloe, dobbiamo parlare, dobbiamo capire se è solo una coincidenza, approfittando del fatto che il prof tornerà nel pomeriggio.» 

Lidja, entusiasta all'idea di vedere il suo ragazzo è già al telefono, io invece esco per andare in camera di Fabio.

La ragazza Drago: l'avventura continuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora