Capitolo 3

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'Allora vuoi entrare a far parte del nostro gruppo si o no?' Chiede Leo a Davide.
'Beh.. perché no' gli rispose il riccio, istintivamente sorrisi, il pensiero di averlo più vicino mi rendeva felice.
No ok Crystal cazzo dici?

'Bene allora tu sarai il bello del gruppo,vieni qui' continuò il leader.
Davide si avvicinò e Leo gli porse un braccialetto rosso, il nostro simbolo.
'E questo?' Chiese Davide
'Indossalo, é il nostro simbolo lo abbiamo tutti' disse Rocco mostrandogli il suo braccialetto.

Davide indossò il bracciale e tutti urlammo 'Watanka' alzando il braccio con il braccialetto rosso.
'Watache?' Chiese il riccio guardandoci confuso.
'Watanka, é una cosa che solo il leader sa' gli rispose Leo con tono ovvio.
Il nostro discorso fu interrotto dal dottor Carlo che entrò in camera e disse 'Crystal vieni con me, dobbiamo fare alcuni controlli' io mi limitai ad annuire e a seguirlo.

Pov's Davide

Che cazzo mi stava succedendo?
Quella ragazza mi rendeva cosi strano.. mi stava cambiando in qualche modo, ero riuscito per la prima volta dopo tanto tempo a fidarmi di qualcuno.
Ero sempre stato un ragazzo diffidente a causa di tutte le persone care intorno a me che uno dopo l'altro mi avevano deluso.
Non avevo un bel passato, e non mi piaceva parlarne, ma prima o poi i dottori avrebbero chiesto di parlare con i miei genitori e io cosa avrei risposto? Ero nella merda,non potevo certo raccontargli tutto, dell'odio verso mio padre e delle condizioni di mia madre.
No, non potevo e soprattutto non volevo.

Ben presto i brutti ricordi salirono a galla, quei brutti ricordi che cercavo invano di eliminare dalla mia mente.

Flashback 1

Avevo paura, troppa paura.
Mio padre si era ubriacato, dinuovo, sentivo le sue urla fin sopra la mia cameretta, sentivo la sua rabbia, la sua collera.
Mi tappai le orecchie, cercando invano di allontanare quel rumore insopporabile, non sarei riuscito a sopportare oltre.
Le lacrime rigavano il mio viso, le asciugai in fretta, non volevo piangere e non volevo essere debole, non potevo.
I miei pensieri furono interrotti da un urlo, quello di mia madre.
No cazzo, non dinuovo, non avrei permesso dinuovo che quel bastardo le facesse del male.
Raccolsi tutto il coraggio che un ragazzino di 11 anni poteva avere e scesi velocemente le scale.
Mia madre era a terra, e mio padre la prendeva a schiaffi.
Mi gettai su mio padre per fermarlo ma fu inutile, lui senza alcuna fatica mi prese per il braccio e mi gettò lontano, facendomi sbattere con la testa contro il muro.
Vedevo sfocato e l'ultima cosa che sentii fu la voce di mia madre che urlava disperata il mio nome, poi il buio.

Flashback 2
Quell'edificio era piuttosto squallido.
L'intonaco bianco era staccato in alcuni punti delle pareti, le finestre erano bloccate da sbarre e il pavimento era lercio.
Mi avviai titubante verso la stanza numero 210 di quell'ospedale psichiatrico.
Mia madre era li da qualche settimana, e io avevo avuto solo ora il coraggio di venirla a trovare, era impazzita, quel bastardo l'aveva picchiata fino alla pazzia e io mi sentivo dannatamente in colpa, perché non ero riuscito a proteggerla come le avevo sempre promesso.
Bussai alla porta ed aprii.
Mia madre era li, seduta su quel letto,aveva lo sguardo vuoto fisso alla parete bianca, i capelli in disordine ed era dimagrita tantissimo, la sua pelle bianca come il latte era ricoperta di lividi, stingeva delicatamente il lenzuolo nelle sue piccole mani, aveva gli occhi sgranati, tremava. Sembrava invecchiata di 10 anni.
'Mamma' dissi posandogli delicatamente una mano sulla spalla, non volevo spaventarla ma fu tutto inutile, girò la testa di scatto e disse 'cosa ci.fai tu qui? Vuoi farmi dinuovo del male? Va via' era terrorizzata.
'Mamma sono io Davide' provai a farla ragionare.
'Non esiste nessun Davide nella mia vita, TU VUOI FARMI DEL MALE DINUOVO BASTARDO' cominciò ad urlare.
Le sue urla erano strazianti, si dimenava nel letto, si tirava i capelli e cominciò a lanciarmi contro qualsiasi cosa le capitasse in mano.
Le sue urla attirarono i dottori che mi trascinarono fuori violentemente.
La spaventavo,credeva che fossi mio padre, gli somigliavo talmente tanto..

Fine flashback

'Davide qualcosa non va?' Toni mi toccò una spalla preoccupato, mi ero perso nei miei pensieri dinuovo, quei due ricordi che mi perseguitavano anche nei sogni.
'È tutto ok tranquilli' li rassicurai, non potevo parlargliene.
'Allora ragazzi vi sono mancata in questo 'tanto' tempo eh?' disse la rossa entrando in camera ridendo.
'Crys com'é andata?' Chiese Vale preoccupato
'Benissimo, i dottori dicono che sto migliorando' disse sorridendo.

Quanto cazzo poteva essere bello il suo sorriso?
Senza accorgermene sorrisi anche io perché la sua allegria contagiava sempre tutti.

SONO UNA PICCOLA NUVOLA BLU.
Salve gente,spero che questo capitolo vi sia piaciuto perché sinceramente a me la parte iniziale non convince tanto e poi, credo che sia un po più corto degli altri, scusate come sempre eventuali errori.
Alla prossima.

-Crystal

Braccialetti Rossi|| Davide e CrystalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora