Capitolo 13

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Pov's Crystal

Eravamo tutti in camera mia in attesa dell'arrivo di Davide.

Nessuno parlava, eravamo tutti preoccupati.

L'avevamo visto con i nostri occhi che si era ripreso, eppure non riuscivamo a toglierci le parole del dottor Alfredi dalla testa.. l'avevamo quasi perso.

Cazzo quando sarebbe finito tutto ciò?
Quando avrebbe smesso di soffrire?

Davide era un guerriero, l'aveva dimostrato molte volte e in varie occasioni ma anche i guerrieri più forti perdono..

Aveva vinto tutte le battaglie che gli si erano presentate davanti, ma eravamo sicuri che avrebbe vinto la guerra?

Odiavo ammetterlo ma l'idea che potesse lasciarci da un momento all'altro era sempre più forte nella mia testa.

Avevo trascorso i miei momenti più belli qui con lui, i braccialetti e anche sua madre mi dicevano spesso quanto l'avessi cambiato ma nessuno si rendeva conto di quanto lui avesse cambiato me.

Nessuno si rendeva conto che sorridevo sempre ogni volta che c'era lui.
Nessuno si rendeva conto di quanto fossi diventata più sicura solo grazie a lui.
Nessuno si rendeva conto di quanto mi facesse stare bene solo con la sua presenza.

L'avevo capito fin da subito che il nostro sarebbe stato un rapporto speciale, che non saremmo mai potuti essere semplici amici eppure avevo paura dei sentimenti che provavo per lui perché cazzo, ogni giorno erano sempre più forti ed io non potevo ignorarli.

L'avevo già rifiutato una volta, capendo che i sentimenti che provavo per lui erano ricambiati, ma non potevo presentarmi da lui e dirgli tutto, non dopo avergli detto che era tutto uno sbaglio.

Tutto mi piaceva di lui: gli occhi, cosi profondi ed intensi.
Il sorriso, cosi bello e micidiale.
Ed anche il carattere perché, nonostante a volte fosse la persona più stronza, irritante, arrogante ed egocentrica del mondo riusciva ad essere anche la più dolce, sensibile e comprensiva.

Come mi diceva spesso Rocco noi eravamo come due pezzi di un puzzle, destinati per essere uniti.

Era riuscito a capirlo addirittura lui, da bambino innocente qual era, ed aveva anche capito che se il riccio fosse morto io sarei morta con lui.

I miei pensieri ed il silenzio angosciante della stanza furono interrotti dall'arrivo di Ulisse e Davide con sua madre.

'Hei Romeo come stai?' Chiese Leo a cui era tornato subito il sorriso.

'Un po meglio ma smettila di chiamarmi in quel modo, Leone' rispose Davide, era raro che lo chiamasse con il suo vero nome, e sapevo che lo faceva solo per provocarlo.

I due si guardarono e sorrisero con aria di sfida.

'Mi raccomando ragazzi lasciatelo riposare eh' disse Ulisse guardandoci severo

'Ma che palle, ho riposato fino ad ora' si lamentò il riccio

Ulisse lo ignorò ed usci con la madre di Davide che doveva parlare con il dottor Alfredi per le condizioni del figlio.

Parlammo per un po, poi i ragazzi uscirono lasciando me e Davide soli però non rimanemmo soli per molto.

'Davide hai visite' disse Johnny lasciando entrare un ragazzo della mia stessa età.

Era abbastanza paffutello, aveva capelli mori ed occhi chiari, sembrava molto dolce.

'Ciao Davide' disse timidamente

'Mirko che ci fai qui?' Chiese Davide in modo freddo e allo stesso tempo confuso.

Sembrava sorpreso di vederlo.

Braccialetti Rossi|| Davide e CrystalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora