Capitolo 20

369 28 12
                                    

NAOMY🍀
"È un si. Non chiedermi come ho fatto. Arrivo tra due giorni,piccola mia"

Non riuscivo a distogliere gli occhi dal cellulare,leggevo e rileggevo quelle parole,non riuscivo a crederci che tra poco l'avrei rivista! Quei due giorni erano sembrati i più lenti della mia vita,sembrava non volessero passare mai,e invece eccoci,al grande giorno!

"Mammaaaaa sei pronta?"
"È la decima volta che mi chiedi se sono pronta in tre minuti! Calma! Sei in anticipo."
Sbuffai,l'ansia mi stava divorando e la voglia di rivedere la mia migliore amica era più alta di qualsiasi altra cosa.

Arrivammo in aeroporto con trentacinque minuti di anticipo,e lo sguardo omicida di mia madre mi fece capire che voleva solo uccidermi,ma shh,dettagli.
Quando la voce al microfono annunciò l'arrivo,per poco non mi sentì male. E quando la vidi,iniziai a correre più veloce possibile verso di lei,così veloce che l'impatto tra i nostri petti fu decisamente forte,e entrambe imprecammo con un 'cazzo!' prima di scoppiare a ridere in una sonora risata e stringerci fortissimo.
Dio,quanto mi mancava.

"Andiamo a fare un giro?" Mi chiese,presentandosi in camera con solo un accappatoio addosso,mentre si strofinava i capelli ancora bagnati con un asciugamano blu.
"Certo,prima però devo fare anche io la doccia,intanto fai come se fossi a casa tua,lo sai"
Poi mi resi conto di quello che avevo detto e scoppiamo a ridere insieme.
"Okay,magari non come la prima volta che te l'ho detto."
La prima volta che venne a casa mia,le dissi questa frase,non pensando lo facesse davvero. Tornai in camera e avevo tutti i vestiti buttati di qua e di la,e stava beatamente sul letto a mangiarsi la mia Nutella.
Ma vabbe,eravamo piccole.
Le sorrisi e andai verso il bagno,pronta per una bella doccia fredda.

Quando uscì,la trovai vestita sul letto,con in mano il mio diario.
Deglutii.
Poi guardai meglio,per fortuna era chiuso. E quando si rese conto della mia presenza,sobbalzò.
"Naomy! Ma questo non è il diario che ti ha regalato.."
"Si." Mi irrigidì e non le feci finire la frase.
"Oh.." Si fermo per qualche secondo,poi continuó "non ho letto niente,giuro. So che non vuoi,stavo solo accarezzando la copertina,mi piace pensare che anche lei ha fatto lo stesso.."
Corsi verso di lei e ci abbracciammo forte,non c'era bisogno di aggiungere altro,il gesto parlava da sé.
Io e Sofia eravamo amiche da tantissimo tempo,raramente avevamo litigato,eravamo un trio,noi.

Sofia, Emily e Naomy.

Ci somigliavamo molto,sia fisicamente che caratterialmente. Stessi hobby,stessi gusti,stessi sogni. Qualcuno l'avevamo anche realizzato,insieme. Tipo,andare al concerto dei nostri idoli, parlare con loro, abbracciarli. Andare alle feste,dormire tutte insieme, viaggiare. E quante pazzie avevamo fatto. Avremmo potuto scrivere un libro.
Quanti progetti per il nostro futuro.
Non c'era gelosia tra di noi,solo amicizia. Eravamo felici,ed eravamo pronte a piangere di gioia se una di noi aveva una buona notizia.
Voglio dire,l'emozione di una era l'emozione di un'altra.
Quando lei è andata via,è iniziato un vero e proprio inferno,per me,per noi. Sono caduta in una depressione clinica,che con il tempo peggiorava. Mi trascuravo molto,e per questo a scuola venivo presa in giro,e un giorno,per sbaglio,mi sono tagliata un dito con il bordo della carta. Osservai quel taglio finché non andò via,e capi che forse la cosa migliore da fare,era riprovare. Il senso di piacere era inspiegabile. Finché non ne diventai dipendente. Sopportavo più il dolore fisico che quello emotivo,e continuavo a rifiutare qualsiasi tipo di aiuto. Finché un giorno sentì mia mamma bisbigliare qualcosa al telefono con qualcuno,e le sue parole furono esattamente queste:

Dobbiamo portare Naomy in una clinica se continua così.

Feci alcune ricerche,ebbi paura e scappai. Mi rifugiai a casa di Sofia,lei non stava di certo meglio di me,ma ci siamo fatte forza a vicenda e pian piano ne siamo uscite,almeno in parte.
La mancanza non si supera.
Quando tornai a casa,andai dritta da mia madre e le dissi che volevo essere seguita da una psicologa. Lei rimase sorpresa,ma poi mi abbracciò e corse a fare delle ricerche. Iniziai le visite,e Sofia era presente in tutte. Non nego che raccontai davvero molte cazzate,a volte scoppiavo e mi sfogavo ma questo succedeva raramente. Ogni volta che cercavo di convincere me stessa che stavo forse un po' meglio,perdevo subito le mie fragili e insensate convinzioni. La verità è che stavo molto ma molto male,ma volevo fingere che in realtà non era per niente così.
Mi stavo distruggendo.
Il mio stare male era causato da un dolore che proveniva da dentro,tipo dal cuore o dalla testa,questo non l'ho mai capito. Era come se da quel giorno avessi dato via ad uno strano meccanismo che mi portava a non essere più la ragazza solare,simpatica e socievole di una volta. Era una brutta situazione psichica,che ormai è diventata roba da tutti i giorni.
Tutto ciò mi portava verso una sorte di apatia,e l'innata capacità di sentirmi sempre sola era la cosa che mi spaventava di più.
Pensavo di non poterne uscire mai.
Sono inciampata sulla delusione e ho avuto un diretto incontro con la realtà. Una realtà di cui ero prigioniera.
Ma la mia vera psicologa,è sempre stata Sofia e..Emily. Si,anche lei; con la scrittura,in uno strano modo,mi sono sempre sfogata sulle pagine del suo diario.
Oro sono qui,più forte di prima ma con qualche pezzo da recuperare.
Ah,ho la mia ancora  di salvezza tra le mie braccia,e ora come ora non vorrei di meglio.

"Ti voglio bene Sofy."
Lei poggiò la testa sulla mia spalla e sorrisi.
"Anche io"
Poi mi guardó, si spostó subito da me e mi urlò contro.
"Ancora in accappatoio? Vestiti immediatamente! Dobbiamo uscire,non ho intenzione di vederti fare la muffa qua dentro."
Scoppiai a ridere e corsi a vestirmi,ma prima mi fermai a guardarla.
"Grazie."
"Umh? Per?"
"Per avermi salvato,Sofy."
Abbassò lo sguardo  e le sue guance divennero rosse,e prima ancora che potesse rispondere, sorrisi e mi chiusi la porta alle spalle.

"Hai già conosciuto qualcuno?"
Mi chiese Sofia,mentre leccava il suo gelato alla nocciola in riva al mare.
"Mh.."
"Ovviamente oltre quel coglione di un mongolo di Mirko"
Sgranai gli occhi e scoppiai a ridere.
"Allora no,nessuno."
"Senti,ti devi muovere! Ora ti faccio vedere io."
"Nonono ma perché?"
"Perché quando io tornerò a casa,dovrò sapere che non passerai le giornate a deprimerti a casa."
Non feci in tempo a bloccarla che si alzó e inizió a camminare. La raggiunsi,e lei mi indicó una ragazza,che a vista d'occhio poteva avere si e no la nostra età.
"Lei. Poverina è sola,andiamo a farle compagnia."
"Dai sofi no.."
Mi fulminò con lo sguardo e mi trascinó da un polso.
"Hei"
Sofia la chiamó e quando la ragazza alzó lo sguardo,vidi tutta la sua bellezza. Era perfetta.
"Ciao!" Sorrise
"Sei sola?"
"Umh si..volevo fare una passeggiata."
Notai il suo accento strano,non era sicuramente di qua.
"Beh puoi farla con noi se non ti dispiace!"
Al contrario di come credevo,lei sembró felice e annuì subito.
"Ma come vi chiamate?"
"Naomy e Sofia"
Per la prima volta parlai io. Lei mi sorrise, e mi diede la mano per presentarsi.
"Io sono Aurora."

Per te io mi rialzeró.[MT] (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora