Sono passati tre mesi da quando ho lasciato l'orfanotrofio.
Ora ho un'appartamento in centro e un lavoretto ottimo per me,non guadagno molto ma dovendo servire ad una sola persona lo stipendio é più che buono.
Lavoro in una lavanderia ed ora ho quasi terminato il mio turno. Considerando che é estate,non é molto bello lavorare qui..soprattutto quando mi tocca stirare.
Ora sto chiacchierando con la signora Woston,una vedova di mezza etá alla quale piace particolarmente spettegolare e fare domande inopportune. Tutto sommato però é di buona compagnia e spesso viene qui per parlare con me,evitando di pensare a suo marito,uomo al quale era molto legata.
Fingo di ascoltarla parlare di una tipa vanitosa annuendo di tanto in tanto mentre avvio un lavaggio. L'ultimo della giornata.
***
Finalmente il turno é finito e ora posso andare a casa. Non che ci voglia restare, comunque. Oggi ho in programma di andare a trovare Kelly,una mia vecchia amica che per colpa mia non può vivere tranquillamente la sua vita.
Mi faccio una doccia veloce e indosso un pantaloncino e una canotta a caso,le mie amate ballerine e vado subito via con la mia bici,non ho ancora la patente.
Eccomi davanti alla struttura nella quale é costretta a vivere Kel,non smetterò mai di odiarmi per questo.
Non sono mai venuta a trovarla dato che le suore non mi permettevano di uscire, e nei scorsi tre mesi ho avuto da fare con la casa e con la ricerca di un lavoro.
Entro e la scena che mi trovo davanti non é delle migliori. Ci sono ovunque persone che hanno atteggiamenti piuttosto strani.
Mi passa davanti un uomo anziano che guardandomi mi dá un calcio urlando "Fatela uscire,é indemoniata,lo sento".
Mi dispiace tanto per questa gente,credono tutti che siano pazzi ma molti di loro hanno solo delle qualitá non apprezzate. O qualitá piuttosto insolite ad esempio quella di riconoscere gente come me.
"Posso aiutarla?" Mi chiede una ragazza che idossa un camice,sicuramente lavora qui. Deve aver notato che sono ferma all'ingresso da minuti,con lo sguardo nel vuoto.
"Si,grazie. Vorrei incontrare Kelly Evans"
"Certo mi segua" Risponde la donna sorridendo.
"Ecco,questa é la sua stanza"
"Grazie". Aspetto che la donna vada via per poi bussare.
"Avanti" Si sente dire da dentro. La sua voce é cambiata un po',quanto tempo.
Senza pensarci due volte afferro la maniglia ed entro. La sua reazione però non é quella che mi aspettavo,non appena mi vede prende dal suo comodino una croce e me la punta contro sbiancando notevolmente.
"Kelly non é un film,lascia la croce non ha alcun effetto" Le dico gentilmente,lei però cantinua ad impallidirsi e a tremare. Le faccio paura. É inutile restare qui.
"Scusa se sono venuta,avrei dovuto immaginare che non volessi vedermi,spero davvero che un giorno ti facciano uscire di ,lo meriti." Detto ciò mi volto ptonta ad andarmene ma sento la sua voce.
"Perché sei qui ora? Sono tre anni che mi tengono chiusa qui e tu ti presenti solo ora? É ovvio che ho pensato che volessi farmi del male,mai una volta che hai telefonato al manicomio,mai una volta che mi hai fatto visita,cosa avrei dovuto pensare di te?"
Dopo aver ascoltato queste parole le salto praticamente addosso e l'abbraccio,un'abbraccio vero. Ho riabbracciato la mia migliore amica di sempre.
"Scusa davvero tanto,ma le suore non mi permettevano di uscire dall'orfanotrofio e negli ultimi tre mesi ho pensato egoisticamente solo a me,quindi scusa. Mi sei mancata"
Dico sciogliendo l'abbraccio.
"Anche tu mi sei mancata tanto,e non immagini cos... Jessica? Porti ancora quella collana? Ora mi dirai anche che fai ancora quella merda di rito?" É infuriata. Decisamente infuriata.
"K-kelly io,sai benissimo che tempo fa ho firmato un contratto con il diavolo,un contratto che non si può annullare. Ero incazzata con Dio per avermi tolto la famiglia e a 7 anni non potevo immaginare che fosse così grave,e tu lo sai meglio di qualunque altra persona" Rispondo singhiozzando,le avevo promesso di non farlo più,non so nemmeno mantenere le promesse.
"Questo significa che loro sono ancora in te,sei a-ancora... io non riesco nemmeno a formulare una frase sensata. Vattene,e non tornare perfavore"
Ha paura di me. Ancora una volta.
"Ciao" Vado via a testa bassa.
***
Non appena arrivo a casa vado in camera mia,prendo il pigiama e vado in bagno. Apro l'acqua e mentre aspetto che la vasca si riempia inizio a spogliarmi,poi entro in acqua e mi rilasso. É molto tardi,ho camminato a lungo per le strade di Londra e sono tornata a casa alle 23 in punto,nonché 5 minuti fa.
Mentre sono in acqua sento una presenza alle mie spalle e non mi giro a controllare dato che so di chi si tratta,poi sento una mano sulla mia testa che mi spinge verso il basso.
In pochi secondi la mia testa é completamente sommersa,non riesco a muovermi,sono come bloccata,mi manca il respiro e mi é entrata dell'acqua nelle narici. Quando mi indebolisco notevolmente penso che fortunatamente questa sia la volta buona,ma non appena mi tranquillizzo sperando di poter raggiungere la mia famiglia la mia testa viene tirata su per i capelli e ricomincio a respirare con affanno.
Era solo un avviso.
Mi volevano avvisare che é ora di fare il solito rito.
Quel rito che mi permette di interagire con chi mi sta facendo vivere l'inferno,senza aspettare la mia morte.
Spazio autrice
Allora personcine scusate tanto se il capitolo é corto ma siamo all'inizio e presto i capitoli miglioreranno.
Fatemi sapere cosa ne pensate,votate,ma soprattutto commentate,commentate facendomi notare gli errori,o facendo qualunque critica purché sia costruttiva.
Tanto love,
La vostra Giovanna
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A little black angel
Mystère / ThrillerQualcuno vuole allontanare Harry da Jessie,ma lo fa per il bene di entrambi. E qualcuno cerca di avvicinarli,e lo fa per il male di entrambi. Ma se Harry e Jessie insieme impauriscono il male? Una cosa è certa,loro saranno pronti a soffrire per res...