Capitolo 4

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Mi sveglio la mattina seguente notando che é giá tardi. Ricordo vagamente un sogno,del quale però rammento solo che si é trasformato in un incubo.

Mi alzo e prendo dal mio armadio un jesns attillato con degli strappi,un top e le mie adorate ballerrine. Vado in bagno a lavarmi e vestirmi.

Quando finisco mi reco in cucina per preparare la colazione,latte caldo (lo bevo anche d'estate)e cereali. Non appena svuoto il pentolino nel tazzone perdo un battito. É rosso e denso. Sembra sangue. Nah,sicuramente é una loro trovata per spaventarmi. Esitando provo ad assaggiare, insomma devo pur capire se é sangue o se sono io che vedo male,disgustoso.

Il sapore amaro del sangue mi invade la bocca e subito cerco di allontanarlo dalle mie labbra.

Sento però una mano spingere il tazzone verso le mie labbra e sono come pietrificata. A quanto pare hanno deciso che questa sará la mia colazione.

Appena il tazzone si svuota riesco a controllare i miei sensi e ancora disgustata corro in bagno per vomitare. Mi piego leggermente vomitando tutto nel lavandino,poi alzo la testa credendo di aver finito,ma vedo nello specchio del sangue uscire dalla mia bocca,e loro dietro di me che ridono.

***

Non appena arrivo a casa di Clara lego con la catena la mia bicicletta. Suono al campanello della sua villetta e in pochi secondi la porta si apre.

Entro e subito mi rendo conto di quanto questa casa sia cambiata.

L'ultima volta che ci sono stata c'erano mobili antiquariati e quadri costosi,ora la casa sembra arredata dall' IKEA.

"Ehy Jessie,entri o resti lì tutta la giornata?" Ridacchia clara sventolandomi una mano avanti agli occhi.

"Ehm,ciao Clara scusa. É che ricordavo questo posto molto,molto diverso ecco." Rispondo io entrando e seguendola in salotto.

"Oh,é che ho venduto tutto,sai per la cura di mia madre,ti devo parlare proprio di questo" Il suo volto si rattrista subito.

"Beh parlami allora,sono qui per questo tranquilla" Cerco di calmarla ma a quanto pare non funziona.

"Jessie,sono costretta a vendere anche la lavanderia,non so se tu potresti continuare a lavorare lì,dipende dal nuovo propetario,se lui vuole potresti cpntinuare a lavorare" Mi dice con tono malinconico. Clara amava molto il suo lavoro e io più di altri lo sapevo.

"Oh mio Dio,Clara mi dispiace davvero molto per te,so quanto tu ci tenga,ma forse é meglio andare avanti. Non preoccuparti di nulla ci penso io,intendo con le pratiche di vendita e tutto il resto." Le sorrido.

"Grazie Jes,davvero"

***

"Allora per ogni novitá ti avviso io,ciao"

Saluto Clara prima di andare.

"Ciao Jessie"

Detto questo prendo la mia bicicletta e inizio a pedalare. Dovrei davvero prendere la patente. In inverno come farò? Insomma vivendo all'orfanotrofio non dovevo uscire e non ho davvero pensato a questo problema. Devo assolutamente iscrivermi ad una Scuola Guida.

Non appena arrivo a casa,come sempre lascio la mia bici in garage e vado di sopra.

"Mi ricorderò ,di proteggermi
se paura avrò, di confondermi.

So giá cosa mi dirai,non mi riconoscerai
ora tocco il fondo e poi torno a casa...

Brillerò,troverò uno spazio per me
Vogluo farmi male, e resistere

A little black angelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora