Four

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Alyssa

si, mi ero propria comportata da stronza... non mi sorprenderebbe se decidesse di non parlarmi mai più... ma in fondo era quello che volevo giusto? insomma,non mi interessava fare amicizia in questa stupida cittadina. vedevo l'espressione sulla faccia delle persone quando passavo, tutti conoscevano tutti e io non volevo che nessuno conoscesse me. Tanto non sarei riuscita a tenermi fuori dai guai, sarei finita in riformatorio... non che ci volessi finire sia chiaro, solo che finivo sempre in qualche situazione spiacevole, non ero io a cercarle, loro trovavano me. Se fossi la ragazza intelligente che credo di essere, forse sarei andata a cercare Isaac, per chiedergli scusa, per essere sua amica, sapevo benissimo che chi è solo in un liceo non sopravvive, ma in fondo non ero poi così intelligente.

Le giornate passavano veloci, vagavo come un fantasma tra una classe all'altra, finita la scuola andavo negli spalti del campo di Lacrosse, mi rilassava quel posto, era bello vedere i ragazzi allenarsi, era bello vedere lui. In effetti era davvero un portento, tra i migliori della squadra! Agile, veloce, con un tiro formidabile, era secondo soltanto a Scott Mccall, di cui a volte mi chiedevo se fosse umano. Ma nonostante questo, i miei occhi erano fermi su Isaac, era così bello con la divisa! ma chi voglio prendere in giro? lui è sempre bello, e si, la cosa mi innervosisce non poco. Non gli ho più parlato da quel giorno, è vero, siamo vicini di banco e se non parliamo è colpa mia... solo... avrebbe potuto insistere giusto? provarci ancora no? no. non doveva, non mi deve niente, ed è con questi pensieri che mi alzo dagli spalti per andare verso casa, i nostri sguardi si incrociano per una frazione di secondo, abbastanza lungo per farmi dimenticare come si respira. Odio quel ragazzo sempre di più. Mi misi le cuffiette alle orecchie pronta a farmi trasportare dalla musica, a dimenticare tutti a estraniarmi dal mondo e quando le note di Demons degli Imagine Dragons riempirono le mie orecchie tornai finalmente a respirare. So di essermi presa una cotta per lui, non sono così deficiente da non capirlo, solo che non voglio che lui stia nella mia vita, ho troppi casini... e da quello che ho letto sul rapporto che ha stillato la polizia sulla morte di suo padre, (si ho hackerato anche quello in un momento di noia) ne ha già abbastanza per conto suo, non posso mettermici anche io no?. Stavo camminando verso casa mia quando qualcuno mi prese il braccio, scattai subito, più per istinto che per paura, mi girai pronta a tirare un pugno a chiunque avesse osato toccarmi. Mi fermai a un centimetro del naso di Stiles, aveva gli occhi sgranati e la bocca spalancata, probabilmente non se lo aspettava... ma doveva ringraziarmi di averlo riconosciuto all'ultimo o si sarebbe trovato con il suo bel nasino rotto. <<Dio Stiles! ma vuoi farti ammazzare?!?>> esclamai irritata, lui fra tutti era quello che mi stava più simpatico, era iperattivo logorroico e probabilmente tra le persone migliori che abbia mai conosciuto. Non che ci avessi mai parlato, ma si vedeva dai suoi occhi, erano limpidi, con una vena di paura costante che gli rendevano profondi e nonostante questo, nei suoi occhi c'era più intelligenza e lealtà di quanta ne avessi mai vista in tutta la mia vita, i suoi amici erano fortunati ad averlo. <<Scusa, non volevo spaventarti... >> disse sorridendo, alzai gli occhi al cielo <<che cosa vuoi?>> <<perchè dovrei aver bisogno di qualcosa per... okay okay, mi dovresti fare un piccolo favore -prese un computer bianco della Apple da dentro la borsa e me lo porse- quel cretino di Scott mi ha cambiato la password del computer e non riesco più a entrare, lo faresti tu per me?>> mise su una faccia da cucciolo, che probabilmente se non fossi concentrata a capire perchè mi stesse mentendo mi avrebbe fatto scoppiare a ridere. <<Farò finta di credere a questa cazzata, se mi spieghi perchè lo hai chiesto a me>> certo sicuro io ero la migliore, ma poteva farlo anche Danny o boh, chiunque altro... ed ero dannatamente curiosa <<Bhe... Danny è in vacanza con Ethan uno dei gemelli...>> non volli sapere altro, probabilmente avrebbe cominciato a parlare a macchinetta raccontandomi tutti i pettegolezzi su chi stava con chi -l'avevo visto fare una volta- gli presi il computer dalle mani e incominciai ad armeggiarci un pò, dalla faccia di Stiles ero sicura non capisse niente di quello che stavo facendo, ma in meno di un minuto ero dentro. Avevo già detto di essere curiosa? perchè lo ero, e proprio per questo inviai tutto il contenuto del portatile nel mio, si forse non avrei mai dovuto farlo... ma come sfondo aveva una foto di quella che mi sembra essere una numerosa famiglia davanti una vecchia casa nel bosco... non poteva essere il computer di Stiles!   Glielo porsi circa 2 minuti dopo, e prima che potesse dire qualcosa mi misi le cuffiette e andai via, lo vidi sospirare e alzare gli occhi al cielo, poi ero già lontana

Ascoltami parlami amamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora