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Alyssa

C'era tanta gente quel giorno a tifare per i ragazzi, ebbene si, la squadra di lacrosse della Beacon hill high school era arrivata alla finale, stentavamo tutti a crederci, ma ci erano riusciti. Ero sugli spalti a fare il tifo, Stiels mi aveva tormentata per giorni, così feci finta di non aver l'intenzione di andarci fin dall'inizio solo per vedere un certo biondino dagli occhi blu. Indossavo dei jeans skinni neri con una camicetta blu e bandana anche quella nera, giacca di pelle e anfibi del colore della camicetta, i capelli sciolti cadevano morbidi sulla schiena, ultimamente si erano allungati. Pioveva e il coach a causa di diversi infortuni era stato costretto a mettere in capo Stieles.... quel ragazzo faceva pena... nonostante tutto però Isaac riuscì a prendere possesso palla, mancavano 10 secondi alla fine... attraversò metà campo, ma venne circondato dagli avversari, passaggio veloce a Scott che lo passa a Jackson, è davanti alla porta 3 secondi al fischio dell'arbitro, tira...... e segna. Da lì parte il finimondo. Avevamo vinto. Il pubblico si riversa sul campo per festeggiare, urla, canti, sembra quasi avessero vinto il super ball.... corsi anch'io, volevo raggiungerlo, volevo dirgli quanto fosse bravo e terribilmente sexy con quella divisa, volevo dirgli quanto mi sono spaventata ogni volta che lo placcavano e fiera quando faceva punto, volevo dirgli che lo amavo. Ero in mezzo al campo ad aspettarlo, non mi interessava la pioggia, più simile ad un diluvio, a me importava solo di lui. Si avvicinò lentamente, il casco in mano e quel mezzo sorriso che lo catterizzavano. Appena fu abbastanza vicino gli saltai al collo, lui prese le mie gambe facendole incrociare al suo bacino così che non cadessi. Lo guardai negli occhi, il loro azzurro era tremendamente intenso, e per una volta, non c'era ombra di tristezza in essi, solo felicità e spero, amore. Lo baciai, le labbra erano rese fredde e bagnate dalla pioggia ma comunque morbide, era perfetto. Mi staccai da lui, non dissi niente, tra di noi c'era bisogno di parole, ci capivamo e basta. Mi fece appoggiare i piedi per terra e sorridendo -apertamente questa volta - mi fece fare una giravolta, cominciando un ballo lento scandito dal rumore della pioggia e delle nostre risate. "Ti amo" disse prima che le nostre labbra si unissero in un altro dolce bacio. Perché okay, forse tra di noi non c'era bisogno di parole, ma il piacere di pronunciare quelle non aveva fine.

Mi svegliai con la sensazione delle sue labbra sulle mie "Ti amo anch'io Isaac" sussurrai alla luna, sperando gli recasse il messaggio, sperando fosse ancora vivo, mentre una lacrima mi solcava il viso.

Ascoltami parlami amamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora