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Alyssa

Eravamo davanti alla grotta, Scott in testa e Alyson con l'arco in mano al suo fianco, mentre uno Stiles particolarmente agitato impugnava saldamente la sua mezza da baseball discutendo con un Derek imbronciato come al solito <<Ma non possiamo lasciarlo lì? Tanto non mi è mai stato simpatico>> disse <<perché non lo raggiungi Stiles, magari impari a tenere la bocca chiusa>> ribattei io, lui aprì la bocca nel tentativo di rispondermi ma Scott lo precedette <<fatela finita voi due, Isaac fa parte del branco, è nostro amico e lo aiuteremo>> Stiles sbuffo per poi fare un cenno affermativo con la testa, probabilmente, in fondo, voleva un gran bene ad Isaac, aveva solo un modo strano di dimostrarlo. <<okay, andiamo>> affermò Scott, spronandoci ad entrare in quel posto buio e umido. L'interno della grotta era più grande di quello che poteva sembrare, architravi in legno sostenevano alcune parti del soffitto e i muri in pietra sembravano espandersi per kilometri, o forse erano solo metri... non vedevo niente. I ragazzi erano tesi, attenti ad ogni rumore, in attesa di un segnale che potesse rivelare la presenza del Wendi-coso, e se ve lo state chiedendo.... si, me la stavo facendo sotto per la paura. Era buio, troppo buio per i miei gusti. È una cosa così strana l'oscurità, da bambini si ha paura dei mostri che ci si nascondono dentro, poi, crescendo, quel buio tanto spaventoso diventa allettante, sembra esserti amico, un'alleato a cui dare fiducia, dimenticando così che quando ci si abitua ad esso, sarà poi la luce a spaventati... il problema? Non si smette MAI di aver paura del buio.
con una mano tenevo una torcia e con l'altra un coltello da caccia -altra cosa che ho imparato ad usare nella grande mela... non giudicate!- quando girammo l'angolo un urlo mi uscì dalla gola senza che potessi trattenerlo, lo spettacolo dinnanzi a me era quanto di più raccapricciante avessi mai visto. Due corpi erano tenuti in piedi da corde legate ai loro polsi e collegati al soffitto, odore di morte e sangue impregnava le pareti e gli occhi di quella ragazza bionda guardavano vitrei verso il ragazzone dagli occhi scuri di fronte a lei <<s-sono?>> fu la voce di Stiles a spezzare il silenzio inquietante che si era creato <<si>> rispose Derek, la voce fredda, più dura di come l'avessi mai sentita, eppure quando lo guardai, nei suoi si poteva leggere un dolore sordo, uno di quelli che sembrano senza fine, senza un dolore tanto profondo da riuscire a trasmettermelo. Non conoscevo questi ragazzi, non conoscevo la loro storia, ma non li avrei mai dimenticati.

Ascoltami parlami amamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora