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Isaac

Mi sentivo debole, troppe volte nella mia vita lo ero stato... e odiavo doverlo essere di nuovo. Ero ancora legato e mi faceva male dappertutto... ma ora ero lucido. sentivo l'odore di Peter nell'aria mischiarsi a quello di terra e sangue.... così, quando mi decisi ad aprire gli occhi non mi stupii che fosse davanti a me, anche lui legato nella parete della grotta. "Finalmente ti sei svegliato bell' addormentato " la sua voce era più bassa del solito, probabilmente perché senza forze, eppure aveva ancora stampato in faccia quel sorrisetto che solitamente avrei voluto toglierli a suon di pugni, ma che ora trovai sorprendentemente rassicurante. "Scusa, ma sai era da tanto che non dormivo in una posizione così comoda... dovevo recuperare" mi guardai un po' intorno, annusai l'aria, cercai qualsiasi indizio potesse essere utile per capire dove ci trovassimo, o come poter uscire... ma non arrivai a nulla.... eravamo in una grotta, probabilmente in mezzo al bosco, nulla più. "È inutile che ci provi... quelle catene non si spezzeranno, dovrai aspettare che la cavalleria ci venga a salvare" sapevo che aveva ragione, ma non sopportavo quelle catene, non sopportavo la sensazione dell'essere in trappola, rinchiuso, non sopportavo l'idea di subire ancora. "Calmati ragazzo, così ti farai solo del male e attirerai quel coso da noi" non me ne ero nemmeno accorto, ma il mio respiro si era fatto più pesante, tentati di calmarmi, di pensare a mio padre per non perdere il controllo, ma più ci provavo più mi venivano in mente solo i ricordi di quando di mi trascinava in cantina per chiudermi nel freezer, o di quando beveva troppo e se la prendeva con me, bhe diciamo solo che la cosa non aiutava. "Trova un'ancora Isaac, quella che hai non funziona. Pensa al motivo per cui ti alzi ogni giorno. Pensa a cosa ti da la forza di andare avanti, cosa ti permette di respirare" più parlava, più il mio respiro si calmava, perché il volto di Alyssa compariva nella mia mente, lei da bambina che con aria soddisfatta mi mostrava le mie macchine senza più le ruote, i suoi occhi, i suoi capelli "pensa al motivo del tuo sorriso" io e le che camminiamo, che ci baciamo "pensa a cosa ti viene in mente alla parola felicità e aggrappati ad essa" mi venne in mente la nutella, (battuta idiota dell'autrice?fatta) no okay, mi vennero in mente i giorni in cui mi allenavo e lei mi guardava dagli spalti, quando la guardavo leggere un libro sotto un albero, quando la riaccompagnavo a casa e stroncava ogni tentativo di conversazione mettendosi le cuffie alle orecchie. pensai a lei, punto. Inevitabilmente un sorriso comparve sulle mie labbra, Peter vedendolo fece un mezzo sorriso e scosse la testa "ti ha proprio stregato eh?" Io lo guardai e per la prima volta non vidi un briciolo di cattiveria o sadismo o... insomma avete capito... nei suoi occhi, era come se sapesse, come se capisse quello che sentivo, così dissi soltanto "non sarebbe potuto essere altrimenti"
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Non so quanto tempo fosse passato, dieci minuti un'ora, un anno, era indifferente, fatto sta che non avevamo più aperto bocca, ognuno perso nei suoi pensieri, Peter era triste, o almeno lo sembrava, i suoi occhi erano malinconici come se un'ombra scura si fosse impossessata di essi. Non ci volle molto a capirne il motivo, ed ero di natura una persona curiosa anche se non mi piaceva fare domande. "L' amavi molto?" chiesi, lui si girò verso di me, non riuscii a decifrare il suo sguardo, ma poi parlò "più di ogni altra cosa" e mai più grande verità trasparì dai suoi occhi. "Mi parleresti di lei?" Non so perché lo chiesi, o perché lui mi rispose, forse la noia la voglia di ricordare, l'essere rinchiusi insieme... non lo so, ma lo fece. "La conobbi l'ultimo anno di liceo, lei, bhe lei era semplicemente bellissima" lui sorrideva, sorrideva per davvero "Non era come tutte le altre, lei era più semplice, più genuina. si legava i capelli castani in una coda altissima e sembrava essere costantemente in ritardo. Era... non lo so, c'era qualcosa di speciale in lei, non era un lupo mannaro, ma se ne avesse avuto l'occasione ci avrebbe stesi tutti con un solo pugno. Ed era intelligente, più di me, più di chiunque avessi mai conosciuto... e il suo sorriso, quello ti faceva cadere ai suoi piedi, potevi essere sposato da vent'anni con la donna che hai sempre amato... ma se lei ti sorrideva non avevi scampo, eri suo. E poi era buona, riusciva a vedere il buono in tutti, persino in un mostro come me" a quel punto sorrisi, doveva essere stata una donna eccezionale "e poi?" Il suo volto si rabbuiò leggermente "e poi ci sposammo e lei entrò ufficialmente a far parte del branco... io allora non ero così, si okay, sono sempre un po'...." a quel punto continuai io "sadico? Malvagio? Sociopatico?" Mi fulminò con lo sguardo "irruento, ma all'ora ero felice, poco dopo lei rimase incinta, aspettava due bellissimi bambini.... ma poi scoppiò l'incendio" la sua mascella si indurì e io mi pentii di avergli fatto quella domanda "non ce l'ha fatta" passarono un paio di istanti di silenzio prima che io lo spezzassi "saresti stato un ottimo padre" dissi, non che io avessi avuto un gran esempio ma ero convinto di quello che dicevo. Lui mi sorrise, ma prima che potesse rispondere quel Wendigi Wendigho si insomma... quel coso... mi si avvicinò mostrando gli artigli, lo ammetto ero terrorizzato. Gli passò sul mio petto graffiandolo e creandomi un dolore lancinanti, urlai e avrei continuato a farlo se Peter non si fosse trasformando attirando l'attenzione su di se. Era lucido, lo vedevo nei suoi occhi, aveva deciso di prendere il mio posto.
Si, sarebbe stato un ottimo padre.

Ascoltami parlami amamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora