Always be together

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"Mamma,mamma!" Urlò la piccola Violet. La presi in braccio per quanto io potessi nelle mie condizioni dato che un grosso pancione non mi permetteva di muovermi con destrezza.
"Sì tesoro?" Le chiesi. Era molto bella. Assomigliava tutto al suo papà ed era un bene.

"Possiamo andare a vedere papà stasera?" Corrugai la fronte e aprì un po' di più gli occhi.

Per essere una bambina di soli 3 anni era un po' presto che mi chiedesse quelle cose. La misi giù e le sistemai il vestito "Piccola, tuo padre sarà molto impegnato questa sera. E lo sai che deve stare molto concentrato" le dissi stringendole piano una sua guancia paffuta.

"Mai io volevo andarci" iniziò a piangere. E da li non ci vidi più. "Ehi Violet no! È categorico,noi non ci andremo. Sei troppo piccola poi." Presi il cesto della biancheria e mi diressi nella piccola lavanderia di casa seguita da mia figlia.

"Ma è quasi un mese che non lo vediamo, e questa volta lavorerà qui vicino" sorrisi alle parole pronunciate. Mi piaceva che il 'lavoro' che svolgeva mio marito,nonché suo padre, piacesse a Violet.

Mi girai a guardarla.

"Sei una completa testarda. Tuo padre sarà orgoglioso di te quando ti rivedrà dato che siete completamente uguali." Detto ciò la piccola mi saltò in braccio stringendomi le braccia al collo e baciandomi su tutto io viso.

*

Presi le chiavi della macchina.

Erano le 21:30 e alle 22 ci sarebbe stato il tanto aspettato incontro con mio marito. Ero molto nervosa. Dato che ero sempre andata a vederlo da sola e mai in compagnia di una piccola pestifera.

"Tutto bene?" Chiesi guardandolo dallo specchietto retrovisore la piccola che era più sveglia del solito.

Speravo si addormentasse durante il tragitto ma le mie preghiere furono inutili.

"Andiamo! Andiamo!" Esclamò Violet sporgendosi verso di me. Le slacciai la cintura e la presi in braccio, presi la borsa e mi diressi all'ingresso dell'edificio.

L'odore di sudore e alcool invase presto le mie narici e anche quelle di mia figlia che storse il naso. "Tuo padre non me lo perdonerà mai di essere venuta qua lo sai vero?" Rimproverai la bionda che scappò via verso gli spogliatoi ma la fermai in tempo.

"No no no, non disturbarlo andiamo nella sala principale e lo aspetteremo li" annuì non troppo convinta e mi prese la mano.

Entrammo nella sala dove era presente il ring.

Molte persone si spingevano per arrivare ai primi posti e puntavano soldi su i due concorrenti.

Avevo paura.

Paura di tutto quello che poteva succedere, in più il bimbo che portavo in grembo non mi lasciò tregua neanche un attimo, scalciando come un pazzo. Forse anche lui voleva tifare per il suo papà.

Misi una mano sulla pancia per calmarlo e ci riuscì.

"Ed ecco a voi i due concorrenti. Al mio tre il match avrà inizio" disse l'uomo che cordinò la serata.

"3...2...1..." un impetuoso applauso e urla da parte della folla si fece spazio nelle mie orecchie.

"Ed ecco a voi signori e signore il tanto aspettato incontro, il concorrente dal volto sconosciuto sferra un pugno all'ex campione...ma che si riprende velocemente e risponde con un gancio al torace e un pugno saltato" L'uomo di poco fa fece la telecronaca.

Il padre di Violet si prese un pugno e poi altri due ma sembrava riprendersi velocemente, stremati entrambi caddero a terra.

Presi in braccio per la millesima volta Violet che urlava "Forza papà! Forza!" Corsi verso il ring proprio come facevo un tempo e mi avvicinai il più possibile a lui un po' impaurita.

La folla sembrò tutto di un tratto calmarsi. Nulla era più udibile ormai, almeno per me. Solo il fiato pesante dei due lottatori e le gocce di sudore che cadevano sul tessuto semirigido del ring.

"Forza amore, sono qui, ce la puoi fare!" Urlo. Si gira di scatto e mi vede ora non esiste più nessuno se non io e lui in questo stupido edificio.

Ho sempre adorato il nostro legame, siamo collegati anche solo da uno sguardo. Ci diciamo tutto in quei pochi secondi che sembrano ore.

Mi sorride a malapena dato che porta il paradenti e spalanca un po' di più gli occhi la vista di Violet.

Gli sorrido a mia volta e questa volta la folla inizia a gridare, perché a mal grado di tutto l'altro lottatore si è ripreso e sta correndo verso il mio amore.

Spalancò gli occhi.

Per fortuna se ne accorge in tempo, si gira e in men che non si dica l'altro lottatore è di nuovo a terra.

Passano i secondi e non si riprende.
L'albitro allora fischia i tre fischi finali "Siamo lieti di dichiarare il vincitore, ormai conosciuto, Adam Smith!" La folla impazzì letteralmente e Violet battè felice le mani azione che feci anche io.

Raggiunsi Adam negli spogliatoi dove mi baciò con foga non badando ai segni ben evidenti sul suo viso.

"Mi sei mancata" dice mordendomi il labbro. "Anche tu" mise una mano sul mio ormai enorme pancione e sorrise. "Mi sei mancato anche tu piccolo" era un maschio il bambino ormai in arrivo e Adam era felicissimo.

Una piccola bambina  bionda ma dagli occhi verdi come il padre si fece largo tra noi e abbracciò Adam. "Anche tu mi sei mancata Violet" Sì strinsero entrambi in un lungo abbraccio.

Mi girava la testa e i calci del piccolo sembravano non voler finre. Mi sedetti su una sedia li presente aspettando che tutto ciò si calmasse, ma purtroppo non accadde.

Adam si accorse del mio stato e venne in soccorso lasciando la piccola giocare con le sue fasce.

"Amore, che hai?" Chiese preoccupato spostandomi un ciuffo biondo dal viso non feci in tempo a ripondere che mi si ruppero le acque.

Io e Adam ci guardammo increduli.

"Oh merda" disse alzando il tono di voce il ricciolo "Mi sa che ha fretta a nascere il piccolo Adam!" Dico tra le risate e i lamenti per il dolore costante.

"Chiamate un fottuto dottore!" Disse urlando a più non posso.

THE END.

A+A=Amore (The Wattys 2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora