Capitolo 7

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Lancia prima il cellulare per terra e poi un grido di rabbia
"Brutto stronzo!!" Urlai tirando pugni contro il muro e iniziando a correre per il parcheggio, poi caddi e iniziai a piangere. Sentì due mani prendermi per le spalle facendomi alzare. Mi girai e mi buttai a peso morto contro Giorgio continuando a piangere
"Shh, ci sono io adesso" mi disse accarezzandomi la schiena
"Giò, d-dobbiamo andare da,da mia madre" riuscì a balbettare
"Chi era prima?" Mi chiese asciugandomi le lacrime
"Era il compagno di mia madre, e-e mi ha detto di andare a casa per evitare che mia madre se le prenda"

Detto questo mi alzai, asciugai le ultime lacrime e lasciai scorrere la rabbia dentro me
"Andiamo?" Domandai a Giorgio
"Andiamo"

Prendemmo gli skate e scendemmo i piani.
"Posso?" Mi chiese prendendomi la mano
"Non chiedermelo neanche. Ora andiamo a spaccare la faccia a quello stronzo"
E scendemmo così, mano nella mano, lasciando scorrere la nostra rabbia da corpo a corpo. Io e lui contro la merda.

Durante il tragitto ascoltammo della musica, per caricarci di più, ma senza mai lasciarci la mano.
Arrivammo davanti casa mia. Quella fottuta gabbia.
"Aspettami qua" dissi a Giò
"Solo se mi senti urlare, entra,ok?"
"Va bene" rispose scrocchiandosi le dita

Mi incamminai per le scale ma sentì una mano afferrarmi, mi girai e in una frazione di secondo sentì delle labbra appoggiarsi sulle mie.
Mille emozioni mi scorrevano lungo il corpo
"Ti amo Alexa. Ora vai e spaccagli il culo a quella merda" mi disse Giorgio accarezzandomi gli angoli delle labbra con i pollici
Lui mi amava
Oh mio dio
"Ti amo anche io. Ora Vado a prendermi la mia rinvicita "

Corsi per le scale e bussai alla porta ed eccolo lì , in tutta la sua schifezza ed arroganza ad aprirmi la porta
"Oh bambolina, siamo arrivate eh" mi disse con il suo solito ghigno
" la mamma dov'è?" Gli chiesi senza guardarlo in faccia
"La mamma è in un posto migliore, quella troia"
A quelle parole persi non uno ma 27 o più battiti. Corsi per la casa a cercarla e la trovai distesa sul pavimento della sala insanguinata da capo a piedi. Rabbrividì
"Cosa cazzo ti ha fatto per meritarsi questo?!?" Urlai in preda alla furia
"Non me l'ha data, semplice" disse con indifferenza

A quelle parole mi girai, e gli scagliai una serie di calci e pugni, lui si rialzò e mi diede anche lui una serie di pugni facendomi cadere a terra. Successivamente si sdraiò su di me cercando di togliermi la maglia.
"Adesso troietta, mi darai ciò che tua madre non mi ha dato"
"Col cazzo pezzo di merda!"
Mi girai e gli morsi un braccio
"Giorgioooo!" urlai a pieni polmoni
" oh no cara, qua comando io. Salutami la mamma" mi disse bloccandomi i polsi e poi tirandomi un pugno, sempre con quel ghigno odioso sulla faccia. Non vidi più nulla, ma sentì solo sussurrarmi ad un orecchio
"Sono qui tesoro, è tutto sistemato"

Salvami come solo tu sai fareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora